Capitolo 59 ‹‹ Non ero più la sua luce ››

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<< Cazzo! >> sbottò uscendo di corsa dalla stanza e lasciandomi lì, da sola e in balia di dolori atroci.

Quelli che passarono per me furono i minuti o secondi, non saprei dirlo, più lunghi della mia vita.

In quell'arco di tempo riuscì a passare dall'essere accovacciate terra sulle ginocchia a mettermi in posizione fetale, il dolore era così forte e persistente che anche respirare stava diventato un'impresa; ogni volta che la cassa toracica si espandeva stilettate di pura sofferenza si espandevano per tutta la fila centrale della schiena, come se qualcuno si stesse divertendo a trafiggere con uno spillo ogni mio singolo nervo e scorrere per tutta la sua lunghezza aprendolo in due e la sensazione non svaniva nemmeno quando il mio petto si sgonfiava.

Avendo, sentendo il bisogno di incamerare più aria possibile allargai la presa del foulard attorno alla mia gola, anche se era lieve, iniziavo a percepire la sensazione di soffocamento e se non volevo avere un attacco di panico, quello era l'unico gesto sensato che potevo fare.

Qualche secondo dopo sento la porta aprirsi e dei passi allarmati dirigersi verso di me.

<< Sky, oddio che succede?>> Jieun, allarmata, si inginocchiò in parte a me poggiando una mano sulla spalla contro il pavimento e l'altra sul braccio sinistro.

<< L-la schiena>> velocemente mi sfilò la manica sinistra della felpa lasciandola aperta per metà sul pavimento, poi sollevò il bordo della maglia scoprendomi la parte finale della schiena, circa dove dovrebbero trovarsi i reni.

<< Sky...>> la voce le tremava << Sky, c-che ti è successo?>> davanti ai suoi occhi la mia schiena si presentava nel peggiore dei modi: una linea frastagliata, che partiva da un fianco e finiva nell'altro di colore violaceo tendente al nero, occupava quasi tutta la parte bassa di essa.

<< A-Ariel?>> domandai. Anche in quel momento la mia mente andava sempre a lei, mia figlia era il mio pensiero costante.

<< È con Gun, insieme a Debra. Abbiamo chiamato Seoho Hwanwoong, le porteranno un po' in giro>> mi comunicò Youngjo sopraggiunto solo da poco.

Sospirai di sollievo, non doveva vedere ciò che suo padre biologico aveva fatto alla sua mamma.

<< Come ti sei procurata questo livido?>> domandò la maggiore preoccupata.

Non risposi, non volevo dirlo.

<< Sky ascoltami, ora devo tastarti la schiena>> detto ciò sentì le sue dita picchiettare dolcemente esercitando una piccolissima pressione sul retro del mio corpo che bastò a farmi urlare e gemere dal male.

<< AH!>>

<< Quando è successo?>> mi chiese nuovamente Jieun e io lestamente mi rifiutavo di rispondere.

<< Rispondimi Sky, ti prego>> continuò lei, la voce che le si incrinava a ogni parola che pronunciava.

<< No>> dissi solamente.

In quell'istante la voce di Gunhak proveniente dal salotto ci informava dell'arrivo di Seoho e che avrebbe portato giù le bambine.

Altro sospiro di sollievo.

<< Sky porca puttana! Devo saperlo, devo sapere cosa ti è successo!>> sbraitò lei, le lacrime che non smettevano segnare il mio viso e la magra consapevolezza che non avrei potuto starmene in silenzio, non a lungo almeno.

<< RISPONDIMI CAZZO!>> urlò questa volta, tirò fuori tutta l'angoscia, la frustrazione, la paura che stava provando in quel momento.

Aveva la sua amica, sua sorella, distesa sulle piastrelle fredde della pavimentazione di casa sua su un lato con parte della schiena viola e così dolorante da non capire se fosse per via di una semplice botta o per via di qualcosa di più serio e non sapeva che pesci prendere, ne come comportarsi.

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