Youngjo pov
Quella mattina mi svegliai abbracciato alla mia ragazza, non potevo desiderare un risveglio più bello di questo.
Sentire il calore del suo corpo scaldare il mio, la sua pelle fresca sotto i polpastrelli, accarezzare ogni sua forma e percepire come esse si modellassero alla mia mano era una sensazione piacevole e altrettanto piacevole fu il suo risveglio; le baciai delicatamente il collo, rimasto scoperto, chiamandola di tanto in tanto con la voce ridotta ad un sussurro ricevendo come replica solo dei leggeri mugugni appaganti.
Da quel momento tutto si fece più caotico, le mie mani iniziarono a solleticare i suoi punti più sensibili fino a toglierle il fiato, la sua risata era l'unico suono udibile tra quelle pareti ed era meraviglioso sentirla.
Poi il desiderio di sentirla ancora vicina mi fece agire prendendole i fianchi e portarla sopra al mio corpo, come attratte da una forza magnetica le nostre labbra si unirono molte volte quella mattina ritrovandosi e modellarsi sulle gemelle in quello che era il sigillo del nostro amore e le sue mani accarezzarono delicatamente il mio viso, il collo e il petto.
Finalmente mi sentivo in pace, finalmente potevo tornare a respirare.
Fin dal primo giorno in cui avevo visto Skylar desiderai poterla tenere stretta tra le mie braccia, accarezzare e ammirare il suo corpo che ai miei occhi era perfetto, baciare la sua pelle, il suo collo, il suo petto, stringere tra le mie mani il suo seno prosperoso e il suo sedere morbido godendo alla sensazione di come i suoi glutei prendevano la forma dei palmi delle mie mani.
E ora che era diventata la mia ragazza, potevo giurare di essere l'uomo più felice del mondo e di aver vinto la lotteria. Perché trovare una ragazza così dolce e forte come lui, con una bambina altrettanto dolce e graziosa della quale mi sarei preso cura come un vero padre fa con i suoi figli, era impossibile.
La mattinata fu resa ancora migliore dall'aver appreso che la piccola Ariel accettava me al fianco della sua mamma, per la quale stravedeva, e anche che mia nipote, la mia luce, accettava Skylar al mio fianco arrivando perfino a chiederle di poterla chiamare "zia".
Non potevo desiderare un Natale migliore.
Tuttavia, in quelle prime ore di luce tutto sembrava essere perfetto, troppo perfetto per i miei gusti e la prova la ebbi quel pomeriggio stesso; visto il bel tempo a mia sorella venne in mente di uscire a passeggiare un po' per la città godendosi la giornata soleggiante, senza una nuvola a coprire il cielo.
Così, il nostro piccolo gruppetto si ritrovò presto a girovagare per le strade di Milano che pullulavano di gente che, come noi, decisero di godersi quella giornata di festa respirando l'aria fresca di dicembre.
Eravamo in giro da qualche ora quando Ariel e Debra scorsero in lontananza un parco giochi pieno di bambini.
<< Jojo! Possiamo andarci?>> mi chiese Ariel indicando con un dito il parco giochi in questione.
<< si zio Jo possiamo?>> si aggiunse anche Debra ed entrambe sfoggiarono i loro occhioni dolci da cucciolo con tanto di labbruccio.
<< va bene, però restate sempre dove io e gli altri possiamo vedervi okay?>> risposi accontentandole e il sorriso che venne a formarsi sui loro piccoli visi era la dimostrazione di aver fatto la scelta giusta.
Ci avviammo tutti quanti verso quel parco con le due bambine a farci strada mano nella mano, a un occhio esterno potevano essere scambiate per due sorelle talmente era forte il legame che le univa e la loro complicità.
Ogni volta che i mio sguardo si posava su quelle bimbe sorridenti, felici della loro vita e spensierate, spezzoni della mia infanzia si materializzavano nella mia mente facendomi rivivere ad occhi aperti quei momenti felici in compagnia dell'unico amico che avevo: Gunhak.
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•Incomplete•
FanfictionSkylar è una ragazza madre abbandonata dai genitori, costretta a lasciare il suo paese natale si trasferisce in Italia, dove inizierà un nuovo capitolo della sua vita. Youngjo è un giovane ventiseienne che ha paura di amare e di innamorarsi. Cosa ac...