Salimmo con calma i quattro piani di scale che ci separavano dalla porta del nostro appartamento. Nonostante abitassi in quel condominio da tempo, non mi sarei mai abituata alla fatica delle scale.
<< Forza mamma, ancora due gradini>> mi incitò mia figlia, arrivata già da un pezzo davanti alla porta di casa mentre io dovetti fermarmi cinque minuti per riprendere fiato.
<< La mamma ha una certa età>> le ricordai ammirando l'espressione interdetta che le comparì in viso.
<< Non è vero, sei ancora bella e giovane come Jojo Oppa>> furono le parole che mi rivolse con le sue manine chiuse attorno alle bretelle del suo zainetto.
<< Jojo Oppa di qua, Jojo Oppa di là... vuoi rubarmi il ragazzo?>> chiesi cercando la chiave di casa in mezzo a quell'intricato ammasso di ferraglia che era il mazzo di chiavi.
<< Mamma!>> esclamò con se avessi detto la più grande fesseria del secolo << sai benissimo che Appa Jojo ha occhi solo per te>> aggiunse e le mie mani, così come il resto del mio corpo, si fermarono.
"Appa"
Le mie orecchie non avevano sentito male, il mio cervello non mi stava tirando in inganno, non stavo avendo le allucinazioni vero?
Mia figlia aveva davvero chiamato Youngjo, il suo Jojo Oppa, papà; quella parolina che lei non potette mai rivolgere alla figura di cui ogni bambino aveva bisogno nella propria vita, quelle due sillabe che premevano per uscire dalla sua gola ed essere pronunciate le aveva dette per davvero. inconsciamente o no questo non lo sapevo.
<< Mamma?>> la voce di mia figlia mi ridestò dai miei pensieri. Scossi la testa tornando a concentrarmi su ciò che stavo facendo prima di quel mio blocco improvviso.
Inserì la chiave nella serratura e, dopo aver dato tre mandate, la porta si aprì. Ma prima che potessi fare entrare Ariel in casa un applaudire riverberò per tutto il pianerottolo trovando la sua origine nel balconcino alle nostre spalle.
Ci voltammo per incontrare la fonte di quel suono di mani che sbattevano l'una contro l'altra.
<< Bene, bene, bene che meravigliosa scena romantica degna di un film low cost!>> quella voce intrisa di sarcasmo che avrei riconosciuto in mezzo a mille altre voci diverse.
<< Devo dire che quasi mi avete commossa. Quasi>> continuò il proprietario o meglio, la proprietaria di quella voce sfoggiando quel sorriso tanto falso quanto arrogante.
<< Ariel, entra in casa>> ordinai a mia figlia non volendo che respirasse la stessa aria di quella serpe umanoide.
<< No, perché Skylar. L'altro giorno non abbiamo avuto modo di presentarci>> con passo lento avanzò nella nostra direzione; il mio istinto protettivo spinse le mie gambe a muoversi facendo spostare il mio corpo davanti alla piccola figura di mia figlia, come mamma orsa fa con i suoi cuccioli quando si sente in pericolo o minacciata.
<< Ariel, entra in casa>> le dissi nuovamente non staccando gli occhi dalla riccia di fronte a me e che cercava in tutti i modi di stabilire un contatto visivo con colei nascosta alle spalle.
<< Skylar, come siamo noiose, voglio solo conoscere mia nipote>> affermò Jiyeon piegando il capo di lato.
Quell'affermazione, la semplicità con cui pronunciò quelle parole come se lei avesse il diritto di rivendicare quella parentela, mi mandò in bestia; sentì la mia pressione sanguigna schizzare alle stelle, quel liquido vitale iniziò a scaldarsi nelle mie vene creando delle enormi bolle come l'acqua messa a bollire sul fuoco e le mie mani, rimaste per tutto il tempo aperte lungo i miei fianchi, si chiusero in due pugni.
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•Incomplete•
FanficSkylar è una ragazza madre abbandonata dai genitori, costretta a lasciare il suo paese natale si trasferisce in Italia, dove inizierà un nuovo capitolo della sua vita. Youngjo è un giovane ventiseienne che ha paura di amare e di innamorarsi. Cosa ac...