Appena fuori dall'ospedale, la prima cosa che vidi fu il suv nero di Gunhak e lui appogiatovi con la parte bassa della schiena e le braccia incrociate al petto.
Subito i nostri visi si incontrarono, con ancora l'adrenalina e l'emozione nate in seguito alla scoperta di avere in grembo tre gemellini corsi verso le strisce pedonali, che attraversai velocemente, per poi allacciare le braccia attorno al collo del corvino il quale, colto alla sprovvista, mi prese per i fianchi ridacchiando oltre la mia spalla.
<< Sono contenta Gun>> dissi stringendo ancora di più il suo collo, come a volermi inglobare nel suo corpo. Le lacrime che tornarono a velare i miei occhi.
<< Hey, non sapevo che le prime ecografie avessero questo effetto collaterale nelle mamme>> ci scherzò su. Abbassò il suo viso contro la mia spalla posandovi sopra un bacio delicato, ispirando anche un po' del profumo che avevo messo quella mattina.
<< Stanno bene Gun, i piccoli stanno bene>> dissi lasciandomi sfuggire giusto un piccolo dettaglio: avevo parlato al plurale.
<< Aspetta cos'hai detto?>> lo sentì ghiacciarsi, le sue mani si spostarono sulle mie spalle e il mio viso si specchiò con il suo.
Sorrisi. Sorrisi con gli occhi lucidi, mi sentivo come rinata; nei giorni precedenti alla visita il mio tormento più grande era la salute dei piccoli, mi ero trascurata e, anche se inconsciamente, avevo trascurato pure loro. Perciò quando le mie iridi si posarono su quell'immagine e su quei tre piccoli ovali il cui cuore era un piccolissimo puntino pulsante e sentì dire dal medico che stavano bene, era come se mi avesse alleggerito di un enorme peso che non voleva levarsi dalle spalle e quella sensazione di benessere riuscì a realizzarla nel momento in cui vidi Gun; il mio piccolo luogo di evasione.
Lo abbracciai con tutte le forze che avevo in corpo e mi sentì ancora più leggera perché non ero sola, quel periodo così delicato lo avrei passato insieme a lui e agli altri.
Gli accarezzai il viso con una mano, con l'altra gli misi la foto dell'ecografia davanti al naso << Loro, i mini Jo stanno bene>> ripetetti dando a loro un nomignolo grazioso.
Il corvino mi circondò i fianchi con un braccio nel mentre che i suoi occhi studiassero per bene quel fotogramma che per una futura madre risultava essere chiaro come il sole << D-due?>> domandò strabuzzando gli occhi.
<< Guarda bene>> gli dissi e con un dito gli indicai i vari ovali contando anche.
<< C-cosa?!>> esclamò spalancando occhi e labbra.
<< Eh già>> dissi sorridendogli dolcemente riprendendo la foto.
Poi gli posai una mano sullo sterno dandogli un paio di colpetti << Gun, mio caro Gun, dormi finché puoi. Perché quando Qui, Quo e Qua saranno tra noi...>> lasciai la frase in sospeso apposta indietreggiando << ti divertirai>> cantilenai facendo il giro della macchina.
<< Cos- no hey, c-che vuol dire "ti divertirai"?>> chiese con un leggero balbettio, mimando le virgolette con le dita. Se avessi avuto a disposizione un fonendoscopio e gli avessi oscultato il battito, esso sarebbe alle stelle.
Scoppiai a ridere senza però rispondergli, aprì la portiera del posto del passeggero << Allora, vuoi salire o no? Abbiamo un branco di lupetti a cui dare la bella notizia!>> esclamai poggiando un avrambraccio sul tettuccio della macchina, o meglio dire sul bordo di esso, e una mano sotto lo spigolo della portiera.
<< Eh!? Sì, certo>> entrò in macchina e io lo seguì prendendo posto sul sedile, allacciando la cintura di sicurezza e osservando come anche il corvino in parte a me stesse facendo la stessa cosa.
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•Incomplete•
Hayran KurguSkylar è una ragazza madre abbandonata dai genitori, costretta a lasciare il suo paese natale si trasferisce in Italia, dove inizierà un nuovo capitolo della sua vita. Youngjo è un giovane ventiseienne che ha paura di amare e di innamorarsi. Cosa ac...