Capitolo 3 ‹‹ Hai una figlia? ››

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Quella mattina mi svegliai alle 7:00 era una giornata soleggiata, neanche una nuvola in cielo. Mi lavai, mi vestì e iniziai a preparare la colazione per me e Ariel.

Presi la sua amata tazza di "Frozen" insieme al cucchiaio abbinato e la misi sulla tavola insieme al latte e ai suoi cereali preferiti, quelli tutti colorati.

Andai in camera sua per svegliarla. Mi sedetti di fianco a lei e iniziai a chiamarla.

<< Ariel >> la accarezzai mentre la chiamavo con dolcezza.

<< Ariel, è ora di alzarsi >> e subito iniziò a mugolare rigirandosi nel letto fin quando i suoi occhietti a mandorla si aprirono e incontrarono i miei.

<< mh mamma >> si sedette strofinandosi gli occhi con le sue manine.

<< buongiorno tesoro mio >> le dissi baciandole il capo.

<< buongiorno >> disse sbadigliando.

<< la colazione è in tavola, vai a lavarti e poi di corsa in cucina >> le dissi ottenendo un suo annuire in risposta, poi si alzò e si diresse verso il bagno. Mi alzai anche io e iniziai a rifarle letto che sembrava avesse vissuto momenti migliori.

<< certo che è proprio un terremoto >> borbottai tra me e me sorridendo.

Aprì anche la sua finestra tirando su la tapparella facendo cambiare un po' l'aria. Tornai in cucina scaldandomi un po' di latte, nel mentre presi il cappuccino in polvere e ne versai due cucchiaini nella mia tazza con un bustina di zucchero di canna.

Quando il latte fu pronto lo versai nella tazza e iniziai a mescolare.

<< sai mamma, ieri è arrivata una nuova bambina nella mia classe >> mi disse in coreano mentre prendeva una cucchiaiata dei suoi amati cereali.

<< davvero? Come si chiama?>> chiesi curiosa bevendo un sorso del mio cappuccino.

<< Debra e anche lei è coreana, però non so il suo nome coreano >> mi rispose tutta solare come solo una bambina può esserlo alle 7:20 del mattino.

<< ah bene, così hai qualcun altro con cui esercitarti con il coreano no? >> le dissi sorridendole.

<< si! anche perché lei non parla ancora bene in italiano e quindi pensavo che potrei diventare sua amica così da poterla aiutare sempre >> affermò tutta felice ed emozionata del suo nuovo obiettivo.

<< uh la mia bambina sta diventando grande? >> le accarezzai i capelli ricevendo uno dei suoi meravigliosi sorrisi che mi scaldavano il cuore.

Diedi un occhio all'orologio appeso alla parete, si stava facendo tardi.

<< hai finito? >> le chiesi e lei annuì << allora... di corsa in camera a vestirti sennò facciamo tardi >> le dissi facendole il solletico sul pancino.

<< si eomma >> e corse subito nella sua stanza.

Io intanto iniziai a sparecchiare mettendo le stoviglie nel lavandino, le avrei lavate una volta tornata a casa.

Andai in camera a prendere i miei amati anfibi con la suola alta, indossandoli, il cappotto e la borsa.

<< pronta? >> domandai alla mia bambina vedendola alle prese con i lacci delle sue scarpe.

<< si >> indossammo entrambe i nostri cappotti, Ariel prese il suo zaino trolley e uscimmo di casa.

La scuola elementare non distava molto da casa nostra, così ogni volta che c'era bel tempo ne approfittavamo e andavamo a scuola a piedi.

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