Capitolo 22 ‹‹ La sua storia››

42 8 83
                                    


Mi sistemai meglio contro il suo corpo, questa volta tra le sue gambe, così se ne avesse avuto bisogno avrebbe potuto stringermi a sé molto più facilmente.

La mia schiena era contro il suo petto e il capo poggiava sulla sua spalla poco, girai di poco il viso giusto per stampargli un bacio sulla guancia e tranquillizzarlo con lo sguardo.

Prese un respiro profondo e nell'esatto momento in cui iniziò a parlare io gli strinsi la mano che era poggiata sul mio ventre, come un gesto automatico.

<< da dove comincio?>> domandò. Sentivo la tensione nella sua voce, ogni muscolo corpo teso peggio di una corda di violino, sentivo il suo cuore battere velocemente e allora, iniziai ad accarezzare il dorso della sua mano che tenevi stretta nella mia.

Subito lo sentì iniziare a rilassarsi.

<< dal principio>> risposi e lui rilasciò l'ennesimo sospiro.

<< non sono bravo con i racconti>> premesse e io, capendo che stava facendo fatica, mi misi sulle ginocchia fronteggiandolo. Gli presi il viso tra le mani e lo baciai.

<< rilassati, ci sono io qui. Ti bacerò, ti terrò la mano per tutto il tempo se ce ne sarà bisogno>> lo confortai accarezzandogli le guance.

<< posso baciarti ancora? Ne ho bisogno, ho bisogno della tua forza, ho bisogno di te >>

E chi ero io per negarglielo? Mi sedetti sui talloni, avvolsi le mie braccia attorno al suo collo e lo attirai a me.

Lui mi strinse ancora di più al suo corpo avvolgendo la mia schiena con le braccia, i nostri nasi si sfioravano e i nostri respiri si mischiavano.

Poggiai la mia fronte contro la sua e chiusi gli occhi percependo il suo respiro farsi ancora più vicino a me fin quando le sue labbra non si poggiarono sulle mie portandomi via il respiro.

Il mio cuore smise di battere per una frazione di secondo sentendo le sue labbra muoversi sulle mie e riprese a muoversi non appena iniziai a muoverle anche io contro le sue.

Mandai a quel paese tutti i miei propositi sull'andare con calma iniziando a chiedere di più, mi staccai leggermente dalle sue labbra solo per poterne prendere quello inferiore tra i denti.

<< tu mi farai impazzire>> sospirò mordendosi lo stesso labbro che gli avevo intrappolato tra io tra i denti pochi secondi prima.

Portai il pollice sopra di esso così da liberarlo dai suoi denti e baciarlo nuovamente.

<< sei più tranquillo ora?>> gli chiesi e lui annuì.

Tornai a sedermi tra le sue gambe, con la sola differenza che questa volta poggiai la mia testa nell'incavo del suo collo e le mie gambe si sistemarono sopra la sua gamba sinistra.

<< anche io ho passato un'infanzia felice, circondato dall'amore dei miei genitori e di mia sorella. Ero un bambino molto vivace, sempre in movimento e con le labbra perennemente stirate in un sorriso, le mura di casa mia erano sempre rallegrate dalla mia risata.

Quando ero all'ultimo anno di asilo conobbi Gunhak e, nonostante i due anni di differenza, diventammo grandi amici.

Crescendo la nostra amicizia divenne sempre più forte a tal punto da arrivare a considerarci fratelli e anche i nostri genitori diventarono molto amici.

Frequentammo le stesse scuole fino alle superiori ed eravamo sempre insieme, l'unico periodo in cui fummo stati lontani fu proprio quello del liceo io scelsi di studiare lingue e lui optò per lo scientifico.

•Incomplete•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora