Capitolo 79 ‹‹ Tribunale ››

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Skylar pov

Ansia.

Era ciò che provavo.

Ansia e terrore.

Erano i sentimenti che animavano il mio cuore e il mio corpo.

Paura e nervosismo.

Ne ero intrisa, piena. Le dita delle mani tremavano mentre abbottonavo, uno a uno, con precisa attenzione i bottoni della camicia bianca che avevo deciso di indossare quel giorno, insieme ad un paio di pantaloni neri formali, un paio di francesine con il tacco e per concludere una semplice giacca da ufficio dello stesso colore dei pantaloni.

In viso non comparve nessuna traccia di trucco, non ancora almeno, la mia intenzione era quella di rendere più colorito il mio incarnato, magari un tocco leggero di blush sulle guance, una leggera ombreggiatura sugli zigomi e un filo leggero di eyeliner e mascara; ma come avrei potuto farlo se nel giro di pochissimi minuti avevo rimesso un paio di volte tutto ciò che ingurgitai perché Gunhak me lo impose?

<< Non dico che devi fare una colazione coi fiocchi, nemmeno io ne ho voglia, ma almeno manda giù qualcosa sennò rischi di stramazzarmi a terra ancora prima di mettere piede fuori casa>> mi disse e io lo feci, mandai giù solo due fette biscottate lisce, senza niente. Lo feci solo perché lessi la preoccupazione nei suoi occhi che non si staccarono mai dalla mia figura e sinceramente stavo iniziando anche io a farlo.

Avevo smesso di nutrirmi regolarmente non perché decisi di provare una di quelle diete drastiche degli idol coreani, se solo ci avessi provato sarei svenuta nel giro di quarant'otto ore dall'inizio, ma perché non avevo appetito e quando ne avevo rimettevo tutto. Non mi ero mai guardata allo specchio, poiché se lo facevo non solo vedevo quanto fossi sciupata in viso per via delle ore di sonno perse, ma anche perché avrei potuto vedere gli effetti che questo mio malessere stava avendo sul mio corpo, o meglio, quelli che avrebbero dovuto manifestarsi come conseguenza; ero dimagrita, ma non così tanto come immaginavo. Per la prima volta ebbi difficoltà a trovare qualcosa che non mi cadesse giù per le gambe, per la prima volta mi maledissi per aver buttato quella miriade di pantaloni che non mi entravano più per via della pancia lievitata dopo la gravidanza.

Un leggero bussare attirò la mia attenzione e poco dopo la voce seguita dalla testa di Gunhak fece capolino nella stanza.

<< Pronta?>> mi chiese rimanendo sulla soglia, una mano poggiata sulla maniglia della porta leggermente spalancata.

<< Mh>> risposi mugolando mentre allacciavo gli ultimi bottoni, lasciandone aperti giusto un paio << quasi>> aggiunsi lisciando ancora di più il tessuto dell'indumento.

Sospirai, non riuscivo a smettere di tremare, il mio stomaco non la finiva di contorcersi e i miei occhi sembravano interessati a tutto tranne al ragazzo in mia compagnia.

<< Hey>> entrò definitivamente in camera avanzando nella mia direzione << tutto bene?>> mi chiese accarezzandomi la schiena, lungo tutta la spina dorsale.

Scossi la testa sedendomi sul bordo del letto, infossando il capo nelle spalle e chiudendo le mani a coppa sulla nuca. Gli occhi tornarono nuovamente a farsi lucidi, ma il corvino lì presente questa volta non li avrebbe visti, in quanto li avrei asciugati prima di alzare lo sguardo verso il suo.

<< Devi ancora rimettere?>> ormai anche lui aveva capito che in quel periodo davo di stomaco frequentemente, troppo anche per lui che in più di un'occasione restò alle mie spalle accarezzandomi la schiena da sotto la maglietta e io ogni volta rabbrividivo per la sua delicatezza.

Scossi nuovamente la testa, poi presi un respiro profondo, sollevai il capo mantenendo gli occhi chiusi per via delle lacrime che non volevano ritornare da dove erano venute.

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