Capitolo 52 ‹‹ Zio e nipote ››

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Youngjo pov

Mi ero salutato da poco con Skylar quando, tenendo un esemplare di Debra tutta saltellante e febbricitante per le ore che passeremo insieme, arrivai davanti alla macchina.

Tirai fuori dalla tasca del giubbotto nero in ecopelle le chiavi e aprì la macchina tramite l'apposito tasto sul telecomando.

<< Ti aiuto a salire o ce la fai da sola?>> chiesi a mia nipote mentre le aprivo la portiera.

<< Zio ormai sono grande>> rispose guardandomi storto.

Alzai le mani come a dire "se lo dici tu" e la osservai mettere un piede sul poggia piedi, aggrapparsi con entrambe le mani al sedile e darsi lo slancio per poter salire nell'abitacolo, rimanendo per precauzione alle sue spalle.

Una volta sedutasi e allacciate le cinture di sicurezza le poggiai accanto ai piedi lo zaino, chiusi la portiera e aggirai l'auto prendendo posto nel sedile del conducente. Le allungai un sacchetto contenente la sua merenda: due biscotti con la faccina sorridente ripieni di cioccolato e un estathé al limone.

<< Cos'è?>> chiese curiosa afferrando il sacchetto di carta bianca.

<< La tua merenda>> risposi innamorandomi sempre di più della mia nipotina non appena il suo viso si illuminò e trillò di felicità scoprendo che cosa comprendeva la sua merenda.

<< Posso mangiarli ora?>> chiese infatti poco dopo.

<< Sì ma solo se mi prometti che non spargerai briciole e cioccolato per tutta la macchina neanche fossi pollicino okay?>> raccomandai tornando con la mente a ricordi non poi così lontani in cui i sedili della mia macchina avevano visto giornate migliori.

<< Zio! Mi sono sporcata la camicetta>> i lamenti di mia nipote, insieme alle immagini delle innumerevoli volte in cui, ogni volta che mangiava qualcosa farcito con qualsiasi tipo di crema, finiva per macchiarsi la maglietta, la canottiera o la camicetta. E questo capitava ogni volta che indossava qualcosa di chiaro.

Fortunatamente la maggior parte degli incidenti avveniva sempre quando dovevo solamente andare a prenderla a scuola e portarla a casa sua, ma episodi del genere accaddero anche durante uno dei nostri pomeriggi "Zio e nipote", in quel caso o passavamo da casa sua per permetterle di cambiarsi ma solo se il danno era irreversibile, altrimenti ci fermavamo alla prima fontanella dell'acqua, fazzoletti alla mano e le pulivo la macchia.

Ma niente era più doloroso di quando, l'esate prima di conoscere Skylar, portai mia nipote al Mc.

Avevamo ordinato tanta di quella roba da sembrare due morti di fame, e forse in un certo senso lo eravamo.

Sta di fatto che non riuscimmo a terminare tutto il cibo e siccome avevamo un programma lungo quanto un canto della divina commedia decidemmo di impacchettare gli avanzi e di terminarli in macchina, o meglio, lei avrebbe finito il suo panino e le sue patatine mentre io mi sarei limitato a finire la mia sprite.

Scelta sbagliata. Sbagliatissima. Enormemente sbagliata.

Il fine settimana andai all'autolavaggio e quando i miei occhi si posarono sui tappetini, dovetti poggiarmi sulla carrozzeria nera della vettura perché sentivo di star per avere un collasso: il colore nero dei tappetini era stato macchiato dalle numerose briciole di pane mischiate a qualche chiazza oleosa di maionese e ketchup, mentre sotto ai sedili c'erano cartacce di ogni tipo e grandezza.

Sentì il mio cuore stringersi in una morsa insieme alla mia gola ostruita da un gruppo delle dimensioni di una pallina da golf al pensiero di quel giorno.

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