Eccomi qui seduta ad un semplice tavolo di legno in religioso silenzio mentre cerco di trovare le parole più giuste da poter usare per raccontare tutto quel casino che era la mia vita.
Davanti a me, i sei ragazzi erano seduti ognuno ai propri posti; c'era chi mi guardava come a volermi tranquillizzare solo con lo sguardo, era il caso di Hwanwoong e Gunhak, c'era chi tentava di intavolare una conversazione su questioni futili l'importante era parlare, come facevano Dongju e Keonhee, probabilmente perché non sapevano come comportarsi, c'era poi chi non vedeva l'ora di iniziare e finire questa conversazione così da non doverci più pensare per il resto della giornata come Youngjo e Seoho i quali conoscevano tutta e solo qualche aneddoto della mia vita.
<< Sky, davvero, non c'è bisogno che tu faccia tutto questo>> mi disse Hwanwoong allungando una mano nella mia direzione solo per stringere l'ultima nella sua.
<< No Woongie, dopo lo spettacolo di oggi... è giusto che sappiate qualcosa di più su di me>> risposi ricambiando la stretta.
<< Ci teniamo a farti sapere che, comunque non sei obbligata a farlo, non dopo tutto ciò che ti è successo oggi>> aggiunse Gunhak parlando per tutte le sette persone riunite attorno a me come se stessimo per affrontare un'incontro di lavoro.
<< Lo so e non vi sarò mai grata abbastanza per questo>> a parlare in quel preciso istante non ero io, ma il mio cuore.
Stavo riferendo loro tutto ciò che mi veniva dettato dal mio organo vitale.
<< Bene, penso che possiamo iniziare>> annunciai sbloccando il telefono.
<< Volete la versione lunga o la versiona corta?>> chiesi aprendo la galleria.
<< C'è una qualche differenza?>> chiese Keonhee.
<< La versione lunga è più dettagliata e più dolorosa per me da raccontare, a prescindere dagli avvenimenti di oggi. La versione corta è, in soldoni, le tappe principali della mia vita>> risposi aprendo una foto.
<< Racconta quella che per te è meno dolorosa, se si può dire così >> contestò Seoho.
<< Vi dirò una via di mezzo>> dissi poggiando il telefono al centro del tavolo con la foto in questione rivolta verso i loro visi.
<< Questo è l'inizio. In questa foto ci siamo io, i miei genitori, e la famiglia Kim ad una delle tante cerimonie di inaugurazione a cui dovevo, in quanto parte della famiglia Park, partecipare>> recitai iniziando quello che sarebbe stato un lungo discorso, seppure non dettagliatissimo.
<< Loro sono...>> a parlare fu Seoho, il quale sgranò gli occhi riconoscendo le due figure adulte ritratte nella foto alla mia destra.
<< Sì, sono Park Gieun e Mia sandrini. I miei genitori>>
<< Tu sei quella Park Skylar? Tu sei la figlia di Park Gieun?>> chiese sconvolto il moro.
Contestai con un mugugno e un cenno del capo, lo sguardo rivolto verso il basso, verso quella foto che rappresentava il primo incontro con i fratelli Kim.
<< Loro invece sono Jieun>> indicai la ragazzina alla sinistra di un uomo che dedussi fosse il padre << e Youngjo>> indicai il ragazzino che sfoggiava quello che era un sorriso di circostanza, al fianco della sorella.
<< Aish, proprio questa foto dovevi prendere>> si lagnò il corvino facendomi sorridere.
<< Mi stai forse dicendo che se avessi scelto un'altra foto non ti saresti lamentato?>> lo incalzai.
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•Incomplete•
FanficSkylar è una ragazza madre abbandonata dai genitori, costretta a lasciare il suo paese natale si trasferisce in Italia, dove inizierà un nuovo capitolo della sua vita. Youngjo è un giovane ventiseienne che ha paura di amare e di innamorarsi. Cosa ac...