Prologo

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-6 anni prima -

Fin da piccoli si è abituati a pensare al futuro; a che tipo di università iscriversi, a che tipo di carriera lavorativa intraprendere...

Inconsciamente iniziamo a costruire quelle che sono le nostre personalità, i nostri hobby. Iniziamo a capire per cosa siamo portati, che cosa ci piace fare e da tutto questo poi iniziamo a porre i pezzi che portano alla realizzazione del nostro futuro.

Ma tutto questo, i nostri sogni, le nostre ambizioni, può svanire in un battito di ciglia. Basta poco per mandare a puttane tutti i sacrifici, tutto lo sforzo, tutto lo studio di una vita. Basta veramente poco per rovinarsi la vita e dover affrontare un impresa colossale, troppo grande per una sola persona.

Io questo l'ho provato sulla mia pelle.

Avevo sedici anni quando mi innamorai per la prima volta, quando il mio cuore tremò così forte da quasi uscirmi dal petto.

A sedici anni ebbi il mio primo ragazzo e la mia prima volta, ma purtroppo quello che per me era un sentimento vero per lui non lo era, per lui io ero solo una delle tante con cui divertirsi. Io non ero nessuno.

Lui non mi amava, ma io si e il risultato di quella notte di fuoco lo vidi un mese dopo quando ebbi un ritardo delle mestruazioni.

A sedici anni mi ritrovai incinta.

Adesso molti penseranno che io sia stata un'incosciente, che dovevo usare tutte le precauzioni necessarie eccetera. La verità è che io sono stata attentissima ma non è bastato.

Solo quando diedi a lui la notizia vidi il suo vero lui. Fu in quel momento che compresi che io ero solo una delle sue scopate e che non gliene fregava niente se si fosse preso la mia prima volta, quella che pensavo di avere con la persona che avrei amato con tutto il cuore. Perché io si, mi ero innamorata perdutamente di lui ma lui mi ha semplicemente usata come una ragazza come tante fregandosene dei miei sentimenti, del tempo trascorso insieme, dei mesi passati a frequentarci prima di quella fatidica notte

La parte più difficile fu quella di dirlo ai miei genitori e quando trovai il coraggio di sganciare la bomba ricevetti indietro soltanto odio, disgusto e umiliazione. Si perché da quel momento io, per loro, ero diventata la pecora nera della famiglia Park, ero diventata una delusione per loro.

Nonostante tutto riuscì a finire il liceo e a diplomarmi seppure con difficoltà e senza l'appoggio dei miei genitori, i quali, non esitarono a buttarmi fuori di casa.

L'ultima cosa che mi dissero fu che da quel momento in poi io ero morta per loro.

In quegli anni vivevo a Seoul, la quale era anche la mia città natale.

Esatto, io sono nata a Seoul ma sono coreana solo in parte. Mia mamma, infatti, è italiana mentre mio padre coreano.

Si conobbero durante un viaggio di lavoro, mio padre era l'erede di una nota agenzia di abbigliamento coreana della quale ora era a capo mentre mia madre era l'erede di un'agenzia di cosmetici italiana.

Si innamorarono, si sposarono e decisero di ampliare le loro agenzie anche in Corea del Sud ottenendo un enorme successo.

Tuttavia a loro mancava ancora qualcosa, una figlia in questo caso, e così ebbero me.

La mia infanzia fu un periodo felice e nonostante potevo avere tutto ciò che desideravo non diventai una di quelle ragazzine viziate a cui tutto era concesso. Non mi approfittavo mai dei soldi dei miei genitori e non andavo a sbandierare in giro di essere la figlia dei capi di due delle agenzie più famose al mondo.

Mi piaceva viaggiare per il mondo specialmente in Italia, essendo per metà coreana e per metà italiana ero fluente in entrambe le lingue; a scuola studiavo la lingua coreana mentre a casa studiavo da privatista la lingua italiana potendola praticare insieme a mia madre.

Odiavo essere etichettata come la ragazza ricca o la figlia dei capi della Park's Collection, così si chiamava l'agenzia di mio padre, e della Glamour Cosmetics, quella di mia madre.

E ora che ci penso, potrebbe essere stato proprio il mio stato sociale ad aver attirato il ragazzo che mi rovinò la vita.

Sola, incinta e lasciata a me stessa non mi restava che tornare in Italia dove, tra un viaggio e l'altro, strinsi amicizia con una ragazza, Kimberly, colei che si rivelò essere la mia unica amica e persona che non mi diede le spalle e anzi, mi offrì il suo aiuto.

Lei mi accompagnò a ogni visita, a ogni ecografia, a ogni corso pre- parto. Mi aiutò con la gravidanza e quando arrivò il momento di incontrare mia figlia, perché si aspettavo una bambina, fu lei che mi tenne la mano durante il parto, fu lei che le fece da madrina il giorno del battesimo.

Fu lei che mi aiutò a diventare la donna e la mamma che sono ora.

Salve gente,

Allora, questa è la prima fan fiction che scrivo e spero che possa avervi incuriosito e che possa essere di vostro gradimento.

Detto questo, buona lettura! :)

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