Capitolo 26 ‹‹ Dicembre ››

32 6 49
                                    

Dicembre arrivò in fretta e con esso anche il Natale.

Nel periodo che precede questa festività tanto amata dai bambini, Milano si trasforma; le strade vengono addobbate con le classiche luci che formano stelle o scritte, le vetrine dei negozi prendono colore alberi, palline, festoni di tutti i colori compaiono di tra qualche abito o vicino a qualche paio di scarpe, sui vetri compaiono fiocchi e pupazzi di neve, nelle piazze gli alberi vengono addobbati con palline tutte variopinte e luminose, festoni d'oro e luci altrettanto colorate.

Ma è di notte che avviene la magia, una volta calato il sole la città prende vita le strade vengono illuminate non solo dalla luce dei lampioni ma anche da quella delle luci decorative appese per la città, tante piccole lampadine che insieme creano un immagine incantevole in grado di catturare l'attenzione sia dei bambini ma anche degli adulti nella loro semplicità. Io stessa mi perdevo ad ammirare l'essenzialità dietro a quelle decorazioni dai mille colori.

Se chiudevo gli occhi riuscivo a vedere le strade di Seoul, le luci che rendevano la metropoli ancora più viva e abitata. Riuscivo a camminare per i quartieri che ero solita frequentare, riuscivo ad osservare le vetrine dei negozi che ero solita visitare, riuscivo a scorgere il negozio che vendeva, a detta mia, il miglior bubble tea della città e sedermi ad uno dei tavolini esterni.

Riuscivo a vedere i ragazzi che giocavano nelle sale giochi, chi faceva una passeggiata con a braccetto la propria ragazza rubandosi ogni tanto qualche bacio, riuscivo a vedere le madri e i padri mano nella mano con i loro figli indipendentemente dal fatto che avessero le mani piene di buste probabilmente straripanti di regali per i famigliari.

Riuscivo a vedere il vecchio proprietario della pista di pattinaggio allestita al centro della piazza principale; era un uomo alto e robusto, sulla sessantina, cordiale e molto socievole a cui piaceva intrattenere i visitatori con i suoi racconti della sua giovinezza facendo sognare alle ragazzine che ascoltavano i suoi racconti con occhi sognanti immaginando l'incontro con il loro principe azzurro.

Io stessa ero solita frequentare quella pista non perché mi piacesse pattinare, ero proprio negata per quello sport, ma perché adoravo ascoltare le storie di quel signore così tanto gentile e provato dalla vita. Aveva ogni giorno una storia diversa da raccontare e io passavo ore ed ore incantata dal suo modo di narrare e da come non guardasse mai al passato con rammarico, anzi, ribadiva sempre che se avesse avuto la possibilità di tornare indietro nel tempo, avrebbe rifatto tutto allo stesso modo.

Talvolta approfittavo di quelle visite per sfogarmi, liberarmi dal peso che la mia posizione sociale mi caricava continuamente sulle spalle e i suoi saggi consigli non tardavano mai ad arrivare. È grazie a questi suoi consigli se io sono riuscita a superare i peggiori momenti della mia giovinezza stringendo i denti e ripetendomi che prima o poi avrei trovato il modo di ribellarmi e prendere il comando della mia vita.

Una volta riaperti gli occhi, però, la cruda e triste realtà tornava a colpirmi dritta in faccia; i grattacieli sparivano insieme alle loro luci, i bambini e le famiglie si dissolvevano e anche la pista di pattinaggio faceva la stessa fine.

Un moto di tristezza colpì il mio animo, se per molti il periodo natalizio era uno dei più magici e spettacolari dell'anno, per me era il più brutto e triste.

La gente si riuniva con le loro famiglie rivedendo parenti lontani che vivevano in città o paesi diversi, si organizzavano immense tavolate piene di cibo, si mangiava, scherzava, passava il tempo in compagnia e una volta finito di mangiare si sparecchiava e al posto dei piatti e delle posate i tavoli si riempivano di giochi da tavolo e mazzi di carte per le classiche sfide a scala quaranta e rompicapo.

A mezzanotte, infine, ci si augurava un buon Natale e ci si scambiavano i regali che venivano aperti immediatamente talmente era tanta la curiosità di sapere cosa c'era avvolta da quella carta colorata e piena di disegni.

•Incomplete•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora