Skylar pov
Il risveglio dopo un intervento svolto in anestesia generale ti rendeva incredibilmente rincoglionito; si passava da un meraviglioso sonno profondo, di quelli di cui senti il bisogno dopo un'intensa giornata a girare alla rinfusa per le vie della città dopo una mattinata passata a lavorare ininterrottamente, uno di quelli di cui io stessa sentivo il bisogno in diverse occasioni passate ma che al tempo stesso non potevo permettermi perché dovevo mettermi in pari con lo studio, ad aprire gli occhi e percepirli assonnati, troppo pesanti per essere mantenuti aperti insieme alla voglia, desiderio persistente di voler schiacciare un pisolino.
Mi svegliai sentendo le voci dei medici ed infermieri che dicevano il mio nome, erano ovattate e lontane alle mie orecchie eppure essi erano proprio ad un piccolo passo da me. Aggrottai le sopracciglia aprendo con fatica gli occhi, che dovetti sbattere più volte, a causa della forte luce bianca accecante dei neon appesi al soffitto.
Mi sentivo stordita e con un forte desiderio di tornare a chiudere gli occhi e dormire profondamente fino a che non si fosse fatto giorno.
<< Skylar>> ma quelle voci non cessavano di pronunciare il mio nome e pian piano diventavano sempre più vicine e più comprensibili.
<< Skylar, tesoro, svegliati>> riconobbi la voce della mia dottoressa, la donna che si era presa carico di entrambe le mie gravidanze, la donna a cui dovevo porgere mille ringraziamenti perché seguire una ragazza giovane come me senza lasciarsi sopraffare dai pregiudizi non era una cosa da molti e lei rientrava in quella piccola percentuale di medici che riescono a vedere oltre l'età di una persona. Lei non mi aveva mai visto con occhi pietosi, non aveva mai provato tale sentimento nei miei confronti ma solamente pura ammirazione. Volle conoscere la mia storia e una volta saputa con tutti i particolari del caso, mi offrì senza ripensamenti il suo aiuto e il nostro rapporto superò le formalità del suo mestiere, diventando più un rapporto tra amiche che tra medico e paziente.
<< Skylar>> all'ennesimo richiamo aprì gli occhi. La mia vista inizialmente sfocata con il passare dei minuti divenne sempre più definita, i contorni delle figure divennero più marcati e meno sfumati con il colore del soffitto.
<< I bambini?>> fu la prima cosa che chiesi con la voce roca e assonnata, allungando una mano verso l'alto.
<< Stanno bene e non vedono l'ora di conoscere la loro mamma>> disse il medico stringendomi la mano.
Sorrisi, chiudendo gli occhi e sentendo il mio cuore più leggero. Lacrime di sollievo presero a formarsi nelle mie orbite rendendo la mia vista tremolante e quando sollevai le palpebre piegando il viso in direzione di quella donna a cui dovevo mille ringraziamenti per tutto il duro lavoro svolto e i consigli impartitemi, esse presero a scorrere lungo le mie tempie mischiandosi con il lettino sul quale giacevo.
<< Adesso ti portiamo nella stanza adiacente e mentre tu ti riprendi io vado dare la buona notizia a Youngjo>> mia avvisò la donna che solo allora sciolse l'intreccio delle nostre mani.
<< È qui fuori?>> domandai spalancando gli occhi al suono del suo nome.
<< Sì e ha tenuto occupate anche le nostre colleghe di turno in reparto>> rispose una delle infermiere assistenti dei medici, aprendosi in un sorriso che per poco non sfociò in una fragorosa risata.
<< In che senso?!>> mi allarmai tentando anche di alzarmi e mettermi seduta, venendo prontamente bloccata per le spalle dall'anestesista.
<< Tranquilla, pare che sia stato sopraffatto dall'emozione>> continuò il medico che era stato informato dell'accaduto.
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•Incomplete•
FanficSkylar è una ragazza madre abbandonata dai genitori, costretta a lasciare il suo paese natale si trasferisce in Italia, dove inizierà un nuovo capitolo della sua vita. Youngjo è un giovane ventiseienne che ha paura di amare e di innamorarsi. Cosa ac...