CAPITOLO 12

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Charles pov

Ci sono passati che sbiadiscono lenti fin quasi a dissolversi, e altri chesembrano indelebili e pronti a esplodere.

Questa mattina ho avuto un pessimo risveglio. Abbandonare il calore del corpodi Sofia e tornare nella mia camera alle prime luci dell'alba è stato difficile.

Dormire con lei mi è sembrato bello in maniera sconvolgente. Non ho mai avutol'opportunità né la voglia di dormire con una ragazza, ma stanotte è successo,senza il proposito di fare sesso o altro, solo con l'intenzione di volere esserel'ancora di salvezza per qualcuno.

Io, Charles Leclerc, sono stato il puntod'appiglio di Sofia.

È stato strano. Un cambio di rotta nella mia vita fatta di eccessi, sbagli emancanze. Eppure... eppure lei si è fidata di me e, per una volta nella vita, misono sentito utile per qualcuno, quasi necessario.

Spero che quello che è accaduto la porti ad aprirsi con me un passo alla volta,fino a spalancare quell'uscio che ha sprangato per tutti.

A volte ci chiudiamo in noi stessi perché crediamo poco negli altri. Lo soperché io ho sempre fatto così, mi sono chiuso a riccio e non ho permesso anessuno di avvicinarsi, eppure vorrei che fra noi fosse diverso, che lei non miconsiderasse come gli altri e che credesse in me.

Vado a fare una doccia per schiarirmi la mente, ma ho appena il tempo diinsaponarmi i capelli che all'improvviso dal soffione sopra la mia testa non escepiù una goccia d'acqua.

«Che diavolo succede?»

Traffico un po' con la manopola ma non accade nulla, così mi arrotolo unasciugamano in vita e mi dirigo nel bagno in corridoio per vedere se anche lì lasituazione è la stessa.

Mi affretto verso la porta che si trova accanto alla stanza di Sofia. Vorreifermarmi un attimo per capire se è sveglia.

Se sta bene dopo stanotte, ma forse èmeglio che prima mi metta addosso qualcosa.

M'infilo in bagno. Questo ambiente è più sontuoso, e ne resto sopraffatto.

Chi accidenti ha una doccia del genere in casa? Credo che possa ospitare diecipersone! Mentre armeggio con la manopola per vedere se l'acqua c'è, la porta si spalanca ed entra Sofia.

Ha ancora gli shorts e la canottiera che ha indossato per dormire, e fra le manistringe degli abiti ripiegati.

«Oh, accidenti! Scusa...» farfuglia.

I suoi occhi scivolano sul mio corpo e per un attimo si rabbuiano, poi risalgono fino ai capelli e si fanno divertiti quando si accorge di come sono conciato.

Il suo sorriso accende la mia giornata. Non voglio più vederla triste.

Questa è l'espressione che vorrei regalarle ogni giorno, anche se per provocarladovessi fare il buffone.

«Sono rimasto a corto d'acqua. Non c'è niente di divertente nel rischiare lacecità per lo shampoo che ti cola negli occhi.»

Scoppia a ridere di gusto e io sorrido come un idiota.

Quando la sua risata si placa, a un tratto mi sembra a disagio, non sa doveguardare. Realizzo che la situazione, in effetti, è imbarazzante. Io sono mezzonudo e ho solo questo asciugamano avvolto intorno ai fianchi, così afferro unaltro telo e me lo getto sulle spalle.

«Come ti senti?» le chiedo.

«Bene» risponde in fretta, e la sua pelle chiara si colora di un'accesasfumatura rosa. «Grazie per stanotte.»

Dio! È così in difficoltà...

«Non farlo» la imploro.

«Che cosa?»

Tutto il tempo del mondo con te; Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora