CAPITOLO 18

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Capitolo 18

Charles pov

I sogni spaccano i muri, e con lei avevo imparato a sognare.

Così non va bene. Accidenti! Non va bene per niente.

Sofia è dentro lo spogliatoio, davanti a me. È così perfetta che il mio corpo reagisce immediatamente alla sua presenza.

Il desiderio di lei mi sta fottendo il cervello, ma mi devo trattenere a tutti i costi.

Il mio coach mi ha dato una notizia sensazionale. Pare che Stefano abbia abbastanza amicizie nel mondo dello sport da avermi procurato dei provini a mia insaputa.

Ha parlato con un osservatore che si occupa di reclutare piloti per diverse scuderie e senza saperlo sono stato visionato e valutato. Sono venuti a
guardarmi gareggiare nelle ultime tre gare e sono interessati.

A me.

È un sogno che si avvera. È un cazzo di sogno che si avvera!

Questo significa che sono in debito con Stefano, e sua figlia per me è diventata
ancora più intoccabile. Ma vederla qui, accaldata per l'allenamento appena fatto, è una punizione alla mia forza di volontà.

L'uniforme le si appiccica addosso,
rivelando ogni dettaglio del corpo splendido. Il volto arrossato valorizza ancora di più la sua bocca seducente e gli occhioni verde che adesso mi guardano con lo stesso desiderio che provo io. Non può nascondermelo.

«Mi stanno aspettando, sono venuta a cercare questo» agita il telefono.
«Credevo non ci fosse nessuno.»

È nervosa. Si passa la mano fra i capelli e si morde il labbro. È adorabile quando è in difficoltà.

«Ti dispiace aver trovato me, Sofia?»

Perché il suo nome sulle mie labbra adesso suona così immorale?
E perché non riesco a smettere di provocarla?

«Non è questo» mormora abbassando gli occhi sui miei piedi nudi.

Poi la vedo spalancare lo sguardo.

L'asciugamano che indosso mi copre appena i fianchi e non riesco a nascondere quanto la desidero. Mi diverte metterla in imbarazzo. No, non è corretto. Godo quando la metto di fronte a ciò che prova per me. Il che è diverso dall'essere uno stronzo egocentrico, perché in questa cosa ci siamo dentro entrambi.

La vedo arrossire e la incalzo. «Avresti preferito che ci fosse Miles?»

Un bagliore di sfida le accende gli occhi.

«È il mio ragazzo. Non sarebbe poi così strano.»

«Che ci fai con uno come lui, Honey?»
La vedo trasalire. «Sul serio, piccola, che ci fai con uno così quando è chiaro che vuoi me?»

«Come ti permetti?»

Le blocco il polso prima che la sua mano raggiunga il mio viso.

«Sei l'ultimo che può parlare, Charles Leclerc. Sei stato tu a scappare come un codardo.»

Le porto i polsi dietro la schiena con ferma dolcezza, intrappolandoli con una mano. Con l'altra le prendo il mento e la obbligo a guardarmi.

Quand'è incazzata è ancora più bella.

Con il pollice le accarezzo il labbro inferiore e mi sento scuotere dalla forza con la quale la desidero.

È troppo tardi per i ripensamenti e per interrogarmi su cosa provo. Forse lo so
dalla prima volta che le ho posato gli occhi addosso.

Tutto il tempo del mondo con te; Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora