CAPITOLO 4

1K 33 0
                                    


Charles pov

Sono diventato il peggior nemico di me stesso.

L'orologio a pendolo segna le nove del mattino. Osservo le pareti ingiallite di
questa stanza che conosco a menadito.

Un tempo non erano così.

La prima volta che sono entrato qui dentro, mi era sembrato tutto immacolato, così diverso da casa mia, dove la moquette era macchiata e il divano puzzava di piscio e fumo di sigarette.

Avevo osservato i miei calzoncini troppo corti e le mie scarpe logore e mi ero sentito un oggetto d'arredo che stonava con il resto, eppure il sorriso delle ragazze e della dottoressa che erano venute a prendermi in ospedale mi era sembrato così luminoso che per la prima volta nella mia vita mi ero sentito sollevato.

Andrà tutto bene, Charles.

E ci avevo creduto: l'incubo era finito e forse qualcuno si sarebbe preso
davvero cura di me.

Me lo avevano promesso, e riesco ancora a sentire ogni fottuto giuramento non mantenuto.

Non avere paura.

Fidati di noi.

Qualcuno si innamorerà di te, piccolo.

Avrai un'altra famiglia.

Cazzate!

Ho osservato queste mura ingiallirsi sempre di più, come la speranza di
trovare qualcuno che mi amasse al pari di un figlio.

Percorro il mio corpo con lo sguardo.

Ho ancora i jeans strappati, ma adesso
sono alla moda e della taglia giusta. Le mie scarpe da tennis sono ancora consumate, però non sono bucate.
Indosso una semplice maglia nera, con scollo a V e maniche corte, e il mio fisico non è più quello di un bambino di sette anni.

Ne sono passati altri dieci, ma io non sono bianco come la stanza in cui sono
entrato quel giorno e che mi aveva fatto sperare.

Sono nero. Sporco. Marcio.

Tutte le volte che entravo qui dentro con la speranza che avrei avuto una famiglia, puntualmente dopo qualche mese venivo riportato indietro.

Di affido in affido la mia rabbia è cresciuta e ho cominciato a odiare le famiglie che per quattro soldi si professavano amorevoli con me per poi mostrare il loro vero volto.

Mi hanno rovinato, ed è per questo che nessuno mi ha voluto.

Ora voglio solo andarmene.
Manca poco e non mi farò fermare dalla donna di fronte a me.

Osservo con rabbia la dottoressa Lynn.

I lunghi ricci biondi che non ha mai
tagliato, gli occhi chiari dietro una montatura nera e spessa, l'aria dolce e
materna che un tempo mi ha ingannato.

Che cosa vuole ancora da me?

Un anno, un altro fottuto anno e sarò fuori da qui.

Non ho più voglia di ascoltare le sue cazzate.

«Come stai, Charles?»

«Sto» sbuffo fuori, scivolando sulla sedia.

Accavallo le caviglie e incrocio le braccia sul petto.

Ho voglia di una sigaretta e d'istinto mi tocco la tasca dove di solito tengo il
pacchetto.

«Perché sei così scontroso, qualcosa non va?»

La mia vita non va.

«Facciamola finita, dottoressa! Perché sono qui?» taglio corto.

La vedo abbassare gli occhi sui fogli sopra la sua scrivania. Appare dispiaciuta dal mio comportamento, eppure questa donna non ha mai mollato con me. Non ha mai mollato me. E non lo farà adesso. Avrebbe solo dovuto compiere un altro maledetto passo... ma non l'ha fatto.

Tutto il tempo del mondo con te; Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora