CAPITOLO 50

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Capitolo 50

Sofia pov

Perché ti amo, mentre ti sto perdendo?

Perciò è davvero finita? Com'è possibile che mi abbia sostituita?

Corro in mezzo agli studenti, cercando di asciugare le lacrime per vedere dove metto i piedi. Urto qualcuno ma non chiedo scusa. La folla diventa una macchia confusa di colore. E corro.

Corro finché non arrivo al dormitorio, apro la porta e mi fiondo dentro la stanza e poi all'interno della mia camera.

Cosa mi è saltato in mente? Che cosa avevo sperato?

Tolgo la maglia e la getto sul letto. Resto in jeans e reggiseno e mi metto di fronte al grande specchio che tengo in camera. Osservo il mio corpo martoriato. Il mio petto che va su e giù in debito d'aria, le costole che vorrebbero quasi bucarmi la pelle, le cicatrici sulle braccia. Serro gli occhi e ne sfioro una. Risale a prima di incontrare Char, è passato del tempo, ma questo segno non se ne andrà mai.

E poi di colpo ricordo quella sera: io e lui sul tetto di casa mia, a fissare le stelle, aprendoci il cuore.

Quella volta non ho avuto paura di svelare le mie ferite, né quelle visibili né quelle invisibili. Perché stavo con Char. Il mio Char.

L'immagine di una chioma rossa si sovrappone a quel dolce ricordo e
gemo di dolore, stringendo i pugni.

Come ho potuto essere così stupida?

Charles sta andando avanti senza di me. Quei baci, il suo turbamento, sono solo proiezioni nostalgiche del nostro passato, ma è chiaro che non mi vuole più.

A un tratto il mostro che ho dentro sembra più minaccioso e invincibile e sento che non riuscirò mai a sconfiggerlo, perché chi non riesce ad amarsi non lo farà mai e vivrà sempre dell'affetto che saranno disposti a dargli gli altri, ma forse neanche questo basterà.

Mi costringo a non fare niente. A non farmi niente.

Ma è difficile, quando si conosce un solo modo di reagire.

Il telefono vibra nella tasca dei miei pantaloni e spero sia Vale. Sonia e
Denise non ci sono e ho un disperato bisogno di parlare con qualcuno,
prima di fare qualche stupidaggine.

Leggo:
"Qui sul mio cuore, anima crudele
e sorda, vieni, tigre amata, mostro
dalle pose indolenti; le mie dita
tremanti voglio immergere nel fondo
della tua spessa chioma, lungamente;
e seppellir la testa indolenzita
nella tua gonna piena del tuo odore;
come un fiore appassito respirare
dell'amore defunto il tanfo dolce."

Oddio! Ancora Baudelaire.

Il messaggio non può essere di Char, l'ho appena visto con Giada, ma il tempismo è perfetto.

Forse ho sbagliato a credere che fosse Nino il mittente.

Forse.

E infatti è a Charles che ho rivolto il mio primo pensiero.

Potrei rispondergli, fremo dal desiderio, ma se non fosse lui? Darei delle false speranze a Nino, ed è l'ultima cosa che voglio.

Eppure, mentre rileggo le parole del messaggio, penso che nessuna bocca potrebbe pronunciarle. Solo Char, che è dannato come ogni sillaba di questa poesia.

E quindi trovo il coraggio di osare.

"Vieni tu da me..."

Premo invio e aspetto una risposta che non arriva.

Non mi ingozzo per vomitare. Anche se vorrei. Non mi taglio per ferirmi e mettere a tacere un altro tipo di dolore. Anche se vorrei.

Mi sdraio e stringo il cellulare al petto, poi scivolo nel sonno finché dei colpi sordi alla porta mi svegliano.

Tutto il tempo del mondo con te; Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora