CAPITOLO 80

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Charles pov

La vita è strana. Cambia faccia un'infinità di volte, prima di mostrarti il
suo vero volto.

Sgattaiolo via dal suo appartamento di nascosto come un ladro. Non sarei
dovuto venire qui. Non avrei dovuto renderla così vulnerabile agli occhi
di Spector e non avrei dovuto rendermi così debole ai suoi.

È da quel giorno in spiaggia che sento di stare perdendo il controllo.

Quel pick-up rosso mi ha gettato nel panico: non so se era realmente quel bastardo, ma ormai mi basta un niente per far scattare le mie paure.

Sto aspettando come un condannato che lui faccia la prima mossa. Ho
cercato di scoprire il suo nuovo indirizzo, ma non avevo fatto i conti con la politica sulla privacy dell'azienda per cui lavora.

Ho cercato il suo nome su internet, ma non l'ho trovato da nessuna parte, così ho deciso che durante le vacanze di primavera il mio obiettivo sarà scovarlo.

Giada mi sta alla larga, vorrei parlarle ma mi sfugge e questo non fa che aumentare la mia frustrazione.

È l'unica che potrebbe dirmi qualcosa, ma dubito che sia pronta a farlo. Il rapporto che la lega al suo carnefice è confuso e malato, e sono sicuro che lei c'entri con il ritorno di Giovanni. Una parte di me vorrebbe aiutarla, ma poi penso che non riesco nemmeno ad aiutare me stesso.

Tranne che per le auto, mi sembra di girare a vuoto. Nessuno mi ridarà indietro il tempo perso stando lontano da Sofia. Nessuno mi risarcirà per la sofferenza che le sto causando. Ma quant'è vero dio, Spector pagherà per ogni cosa. Torno di fretta al dormitorio.

Andrea è nel suo letto e ronfa alla grande.

Mi farò una doccia prima di andare a lezione e poi chiamerò Sofia per
scusarmi di essermene andato via.

Anche se non so come fare l'amore
con la mia Honey possa essere considerato uno sbaglio, ho il terrore di aver fatto una sciocchezza. Mentre poco fa la guardavo, stesa sul letto,
così perfetta, con i capelli scompigliati e la pelle ancora arrossata dei miei baci, ho realizzato che la sto mettendo in pericolo e mi sono sentito sopraffatto. Sommerso fino ai capelli da quello che provo per lei e nello stesso tempo distrutto da ciò che potrei causarle.

La mia testa è un formicaio impazzito, meglio che mi faccia un giro in macchina per calmarmi.

Afferro le chiavi ed esco.

Non appena individuo la mia auto, però, ho uno strano presentimento, e più mi avvicino, più mi accorgo che ho ragione.

Il parabrezza è in frantumi, i fari sono distrutti e sulla fiancata del
guidatore c'è scritto PUTTANA.

Quello che sono stato io per Spector durante i mesi più orribili della mia vita.

Passo le dita sulle lettere, probabilmente incise con un cacciavite.

Alcuni studenti mi si sono radunati intorno e mi osservano per sondare la mia reazione, ma non c'è niente da fare. Non adesso, almeno.

Ho un piano che fa schifo. Sto procedendo a tentoni, cercando di
agire per il bene di tutti, e questi sono i risultati.

Se fossi stato più lucido, avrei già scovato quel bastardo e lo avrei messo a tacere una volta per tutte.

Mentre osservo lo scempio che ha combinato, realizzo che prendere
tempo per capire cosa fare è stato un errore, perché in tutti questi giorni
Spector ha solo acquisito una maggiore consapevolezza di quanto possa ancora farmi male.

Il vetro del parabrezza non è caduto, così m'infilo in macchina e afferro il volante, cercando di calmare il mio respiro e la corsa folle del mio cuore.

Tutto il tempo del mondo con te; Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora