CAPITOLO 57

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Capitolo 57

Charles pov

Ci vuole più coraggio a perdonare che a portare rancore.

Mentre mi vesto - in realtà cambio solo la maglietta nera con una bianca a maniche lunghe - penso se telefonare di nuovo a Giada per accertarmi che stia meglio. Non posso farci niente, mi preoccupo per lei, ma ho paura di essere il motivo per cui sta male e forse starle lontano è il miglior regalo che io possa farle, quindi temporeggio finché non bussano alla porta.

Ipotizzo subito sia Sofia, che ormai ha preso il vizio di fare incursione nella mia camera, e mi domando per quanto ancora resisterò prima di fregarmene di tutti i buoni propositi che ho fatto su noi due.

Un bacio, due, tre! Stiamo letteralmente esplodendo e non so se sarò ancora disposto a fare il bravo non appena la rivedrò, ma quando apro la porta mi ritrovo davanti Andrea.

«E tu che diavolo ci fai qui? Eri a Parigi solo qualche ora fa!» Lo tiro dentro e lo stringo in un abbraccio.

«Mi mancavi» ammette candidamente.

«Ti mancavo io o Denise, brutto stronzo?»

«Che posso dire?» fa spallucce. «Lei è più attraente.»

«Sa che sei qui?»

«No, è una sorpresa.»

«E bravo il mio fratellino. Stai crescendo.»

Lo prendo in giro, ma sono felice che sia qui.

Allarga le braccia, ostentando il suo fisico scolpito dalle ore in palestra.

«Sono già cresciuto, nel caso non te ne fossi accorto.»

«Oh, dannazione! Va' dalla tua ragazza e mostra a lei la mercanzia. Io non ne ho bisogno» rido.

Si getta sul letto e sospira. «Va tutto bene, fratellone?» mi chiede mettendo da parte il tono scherzoso.

«Sì e no» ammetto. «Io e Sofia camminiamo sul filo del rasoio.»

«Nel senso che?»

«Nel senso che stiamo facendo una faticaccia immane per non saltarci
addosso.»

«Ed è così importante? Che non vi saltiate addosso, intendo.»

Sbuffo e mi scompiglio i capelli.

«Sì, è importante» mi arrendo ad ammettere.

«Spiegami perché.»

«Tu non c'eri quando è iniziato tutto.»

Glielo dico spesso, come faccio con tutti quelli che hanno cercato di dare un'interpretazione al nostro amore, ma non voglio offenderlo e il mio non è un attacco, è solo una constatazione.

Andrea non conosce la portata della nostra storia.

«Abbiamo completamente bypassato l'amicizia, ci siamo voluti dal primo istante ma in maniera malsana. Abbiamo sviluppato una dipendenza l'uno verso l'altra, come per l'alcol o la droga, e ce ne siamo fregati se non eravamo maturi abbastanza per occuparci ognuno della merda dell'altra. I risultati li conosci anche tu.»

«Che cosa è cambiato adesso?»

La domanda è lecita.

«Non lo so. Stiamo cercando di capirlo, e il modo migliore non è ignorare quello che proviamo, ma magari fare un passo indietro sì! Vuoi la verità?»

Andrea inarca un sopracciglio.

«Non ci stiamo riuscendo, l'attrazione reciproca ci manda fuori di testa.»

Tutto il tempo del mondo con te; Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora