CAPITOLO 30

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Capitolo 30

Sofia pov

L'amore è un dono... e allora perché continuo a rifiutarlo?

Non riesco a guardare Char.

Lando ha cambiato posto, probabilmente per far sedere Charlotte accanto al suo
amico.

Si sorridono, lei non perde occasione per toccarlo e mi assale una gelosia feroce, ma dopo quello che ci siamo detti ieri non ho il coraggio di affrontarlo, perché ogni parola uscita dalle sue labbra è stata una verità corrosiva.

Mi sento una codarda.

Sto combinando un disastro dietro l'altro.

Cos'altro potrei dirgli adesso?

Non riuscirò mai a scrollarmi di dosso le aspettative che la mia famiglia ha su di me. E non posso prendermi la responsabilità che Char rinunci, per me, a una vita migliore. Lo sto accettando con ogni ferita che mi infliggo.

In classe oggi si soffoca, o è lo sguardo che gli nego a togliermi il respiro.

Non sento nemmeno il suo su di me, e forse è questo che mi manca come l'aria.

Sapere che sta regalando i suoi splendidi occhi a un'altra.

«L'amore, inteso come dono, è uno dei fenomeni più noti.»

Perché diamine io prof sta parlando di questo?

«Ognuno di noi ne ha fatto esperienza e conosce l'appagamento che ne deriva, o il senso di vuoto e di nostalgia provocato dalla sua assenza.»

Non guardare Char, Sofia.

C'è Nino accanto a te. Concentrati su di lui.

«Vorrei che approfondiste il concetto e che lo faceste analizzandolo da punti di vista diversi: quello di un uomo e quello di una donna. Lavorerete in coppia. Voglio leggere una vostra relazione per la settimana prossima.»

Dalla classe si leva un brusio di malcontento generale, ma il prof non si scompone.

Nel frattempo il prof forma le coppie ed io naturalmente dovrò fare questo compito con Charles.

Dannazione!

Dopo che Char gli ha soffiato il posto in squadra, è stato difficile calmarlo.

Non credo che lo riavrà più, ma Nino è convinto che il giudice lo abbia punito e
che, una volta che avrà messo la testa a posto, la cosa si risolverà. Non ho avuto
il coraggio di contraddirlo, tuttavia dubito che il prof abbia preso questa decisione solo per punirlo. La realtà è che nel momento in cui Charles entra in pista non ce ne è per nessuno.

Nino serra la presa sulla sua matita finché la spezza e Charles ... non fa nulla. Non sorride, e non fa battutine per provocarlo. È impassibile e continua a prendere appunti.

La sua indifferenza mi ferisce.

«Dobbiamo parlare» sibila Nino. «Tu non la fai questa cosa con lui, Sofia.»

«Non adesso» lo prego. Non voglio che pianti una scenata davanti a tutti.

Sto per riordinare i miei appunti, ma lui mi afferra di colpo un polso. «Ho detto che non la fai.»

Sono scioccata. Il suo viso è stravolto dalla collera come quella sera in auto e, seguendo un istinto irrazionale, cerco Char.

Adesso ci sta guardando e fissa i suoi
occhi gelidi sulla mano di Nino attorno al mio polso. Un tic nervoso gli attraversa la mascella, tiene i pugni chiusi sopra il banco. Si sta trattenendo e, nonostante dentro di me gioisco del suo atteggiamento protettivo, non posso davvero pretendere che faccia qualcosa.

Tutto il tempo del mondo con te; Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora