CAPITOLO 35

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Capitolo 35

Charles pov

L'ho persa e non si degna di dirmi perché.

Forse è vero che se si è troppo felici ci pensa il karma a riequilibrare tutto, ma
non riesco a capire perché la mia ragazza mi eviti come la peste.

Sono due giorni che non mi parla e non risponde ai miei messaggi. Adesso sono rintanato nella mia camera, aspetto che Linda esca per le sue commissioni, così potrò entrare nella stanza di Sofia e stavolta dovrà starmi a sentire.

Anche se non è venuta a scuola e ha saltato i suoi allenamenti, non ci credo
che stia male.

La sua porta è sempre chiusa e ho l'impressione che abbia chiuso anche il
cuore, ma perché?

Tiene la finestra aperta, però. Come se non riuscisse a concepire l'idea di escludermi del tutto dalla sua vita. La sento parlare quando Sonia e Denise vengono a trovarla.

La ascolto piangere e disperarsi per qualcosa che non vuole condividere con me e mi sento impazzire.

Mi sembrava che fra noi fosse tutto a posto, abbiamo messo il cuore l'uno
nelle mani dell'altra, ci siamo detti che ci amiamo, ma adesso mi sta tagliando
fuori come se fossi il suo male.

Scendo al pianterreno per accertarmi che Linda non ci sia. In effetti, la casa è
vuota. Titti se la sta prendendo comoda dai suoi e Stefano è a un convegno medico a Los Angeles.

Non sono sicuro che Sofia sia sola. Di solito Sonia e Denise si alternano per farle compagnia, ma è un rischio che correrò.

Risalgo in camera mia, spalanco la finestra e mi arrampico sul tetto. Lo percorro fino alla sua stanza. La finestra stavolta ha gli scuri sbarrati, mi accovaccio per picchiettare il pugno sul vetro, poi mi nascondo perché a questo punto penso che se Sofia mi vedesse non mi aprirebbe.

È Sonia a guardare attraverso le stecche, ma non vedendo niente di fronte a sé si allontana dalla finestra.

Allora lo rifaccio: picchietto, stavolta più forte, e finalmente le imposte si aprono.

Salto dentro, prima che possa fermarmi.

«Brutto stronzo!» urla. «Mi hai fatto prendere un colpo, Char.»

Non bado a Sonia, né all'insulto.

Sofia è sul letto, e non appena si accorge di me, stringe al petto un peluche grande quanto lei. Non mi guarda. Non mi parla. Sembra che la mia presenza le provochi dolore fisico e resto atterrito.

Ma che diamine...

«Va' via, Char. Non vuole parlarti. Per favore.»

Sonia si posiziona davanti a me a braccia incrociate, ma sono troppo concentrato a osservare la ragazza che amo. È distrutta, così pallida. Porta una maglia a maniche lunghe, ed è il dettaglio che mi fa preoccupare più del resto.

Ha ricominciato a tagliarsi?

E perché sento di esserne in qualche modo la causa?

«Levati di mezzo» intimo a Sonia. «Non lascerò questa stanza se prima non le avrò parlato.»

«Ha bisogno di stare da sola, Char. Ti prego, rispettala.»

«Solo due parole» ringhio. «Poi la lascerò in pace.»

«Perché, Honey?» mi rivolgo a lei da sopra la spalla della sua amica. «Perché stai così male? Sono io la causa? Parlami Sofia, ti prego. Sto impazzendo.»

Geme e stringe le labbra fino a farsele sbiancare.

«Honey, tesoro...»

«Char, non posso» sussurra fra i singhiozzi. «Non sono ancora pronta.»

Tutto il tempo del mondo con te; Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora