CAPITOLO 84

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Charles pov

Il suo volto è scavato e trasformato dal delirio, e la sua anima è troppo
lontana.

Beach. Abbiamo guidato per più di tre ore e la mia rabbia non è scemata di una tacca.

La macchina di quel bastardo è parcheggiata lungo il vialetto. C'è solo la luce della cucina accesa, per il resto la casa è al buio.

Questa casa .

Quante volte l'ho rivista nei miei incubi?

È ancora la stessa, non è cambiato niente. C'è perfino quel buco che io e Andrea abbiamo aperto nella rete di recinzione, quando scappavamo di notte per respirare un po' d'aria pulita.

Quando il rischio di soffocare era
concreto. Quando l'unica soluzione a cui pensavamo era quella corda, nel
garage del mostro, legata al nostro collo per porre fine ai nostri incubi.

Andrea ferma l'auto e apro subito la portiera, ma lui mi afferra per un
braccio. «Vengo con te.»

«Non è necessario» sibilo.

Fatico a riconoscere la mia voce. Sono fuori di me e va bene. Accolgo il mio furore come una benedizione, non m'importa nulla di quello che potrà succedere.

Mi libero dalla sua stretta, ma Andrea scende dalla macchina e mi si para di fronte. «Non puoi affrontarlo in questo stato.»

«Non posso più aspettare. Lo voglio fuori dalla mia vita.»

«E come?» Il mio amico cerca di farmi ragionare, tuttavia vedo ancora rosso. «Rischi di ucciderlo se non ti calmi.»

«Forse è proprio quello che voglio fare» ammetto con un ghigno, e la cosa più spaventosa è che lo penso davvero.

«Merda, Char!» Andrea mi afferra per le spalle e mi costringe a guardarlo. «Che cazzo dici, fratello?»

Siamo cresciuti insieme. Stessa casa famiglia, stessi problemi, stessi
drammi e stessa anima ferita. Ma in questo momento mi sembra di
guardare un estraneo.

Con la testa indico la casa degli orrori.

«Te la ricordi, non è vero?»

Lui deglutisce, abbassa gli occhi sulle sue scarpe, poi scuote il capo e butta fuori l'aria.

«Ecco cosa faremo» mi dice mentre continuo a osservare quella finestra
accesa. «Verrò con te e cercheremo di parlare con quel bastardo.»

Gli scoppio a ridere in faccia. «Questa sarebbe la tua soluzione?»

«Siamo in due» puntualizza. «Ci starà a sentire.»

«Io non voglio farmi sentire proprio per un cazzo» ribadisco.

Sento la rabbia scorrermi sotto pelle, non riesco a fermare il tremito che mi scuote il corpo. Sono un fascio di nervi e non sono lucido.

«Vuoi vendetta» constata.

«L'ho lasciato vivere, Andre. Dopo che si è preso tutto quello che di innocente mi era rimasto.»

Deglutisce di nuovo e osservo i suoi occhi cambiare, riempirsi di lacrime.

«L'ho lasciato vivere, anche quando me ne sono andato da qui a pezzi, dandogli i miei sogni in cambio di un corpo abusato nel peggiore dei modi.»

Ansimo e stringo i pugni fino a conficcarmi le unghie nella carne. «È
tornato, e continua a fare del male. A Giada, la figliastra che avrebbe dovuto amare. E a me. Vuole spedirmi all'inferno e vuole trascinarci dentro tutte le persone che amo. Credi ancora che speri mi stia a sentire?»

Tutto il tempo del mondo con te; Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora