CAPITOLO 64

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Capitolo 64

Sofia pov

La vita mi ha insegnato che anche l'odio talvolta può proteggerci.

Dopo una settimana dal nostro spiacevole incontro, il ricordo di Nino
inizia a sbiadire.

Ci sono giorni in cui cammino e parlo, e faccio tutte le cose che ho sempre fatto, ma sono avvolta da una bolla di esaltazione perché io e Char stiamo finalmente insieme.

E poi ci sono giorni in cui sono troppo angosciata per lui, e questo pensiero mi occupa tutta la testa.

Spesso mi fermo a dormire a casa sua, il che significa essere testimone dei suoi spaventosi incubi. La scena si ripete ogni notte, ed è terribile vederlo così fragile. In quei momenti, quando si dimena fra le lenzuola e il corpo gli si irrigidisce come se provasse un dolore fisico, sembra un bambino intimorito.

Vorrei conoscere le sue paure, ma quando provo a scavare più a fondo lui si chiude a riccio, mi taglia fuori e al contempo si aggrappa a me, abbracciandomi, dormendo con il viso tuffato nel mio collo, i nostri corpi praticamente fusi. Non mi lascia spazio e a me va bene. Restiamo in silenzio finché non si riaddormenta fra le mie braccia.

Mi sento la sua àncora ed è una sensazione nuova; amo essere quella che riesce a strapparlo dai posti orribili in cui lo conduce il suo inconscio, ma non dorme bene e si vede. Ha le occhiaie e l'aria stanca.

Gli ho consigliato di venire con me dalla dottoressa Jackson, ma cocciuto com'è non vuole saperne di raccontare i fatti suoi.

Ogni volta mi dice che non si ricorda cosa ha sognato, ma sono certa che sappia cosa inneschi i suoi incubi. Nei suoi occhi vedo il terrore provocato da quelle immagini, e capisco che mi sta mentendo. Sono anche sicura che a tenerlo in ostaggio sia qualcosa che appartiene al suo passato. Un passato di cui so poco e niente.

Ho chiesto ad Andrea se mi può aiutare a capire, ma non ha voluto dirmi nulla.

È un amico troppo fedele per tradire la volontà di Char.

Adesso siamo seduti sul prato, fra poco abbiamo lezione e aspettiamo i ragazzi per stare un po' insieme. Ultimamente ci siamo un po' isolati da tutti. Oggi va meglio, Char è rilassato. Stanotte è riuscito a dormire otto ore di fila e le ombre scure sotto i suoi occhi si notano appena.

«Domani voglio andare a fare surf, sempre che non piova» mi dice a
un tratto guardando le nuvole scure che si stanno addensando all'orizzonte. «Vieni con me?»

«Non lo so. Mi vuoi con te?» rispondo.

So che il surf lo aiuta a sgomberare la mente e che, quando la testa è così ingarbugliata da non dare pace, si ha bisogno di restare un attimo da soli, quindi voglio che si senta libero di dirmi che ha bisogno di quell'attimo.

«Ti vorrei con me, se ne hai voglia.»

L'insicurezza che avverto nella sua voce è qualcosa che non gli appartiene; mi assale il dubbio che possa pensare che mi stia stancando di avere a che fare con questo lato di lui, quindi gli sorrido e gli do un bacio casto sulla guancia, ma non appena lo faccio il suo atteggiamento cambia.

«Che cos'era quella roba?»

«Cosa?» chiedo. Sono confusa. Che cos'ho fatto?

Char mi afferra il mento e preme la bocca contro la mia, facendomi correre la lingua lungo le labbra. «Apri la bocca, Sofia.»

E capisco cosa gli ha dato fastidio.

Accidenti! Un bacio sulla guancia?

Ha avvertito un cambiamento in me, come se ci stessi andando piano con lui, come se avessi davanti un bambino fragile da trattare con i guanti.

Tutto il tempo del mondo con te; Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora