CAPITOLO 21

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Capitolo 21

Sofia pov

Perché sei dentro. L'altra parte di me.

Perdere l'amore danneggia chi siamo.

Questa privazione ha ferito me e Charles come la carezza crudele di mille lame.

Chissà se anche lui sta provando le mie stesse sensazioni?

«È l'unico spettacolo che mi lascia senza fiato.»

Ha lo sguardo rivolto al cielo. La sua voce è calma. È strano sentirla così. Di solito Char è caotico, la sua rabbia traspare e a volte addirittura esplode.

«Non hai molte pretese» lo rimbrotto.

Mi incanto a seguire la linea del suo profilo. Mi fermo sulle sue labbra piene e la mia fantasia comincia a galoppare. Quando azzardo a spostare lo sguardo sui suoi occhi, lui mi sta fissando intensamente.

«Non è vero, Honey. Ho molte pretese, invece...»

Parla di me. Ne sono certa.

Restiamo un attimo a fissarci senza aggiungere altro. Poi lui deglutisce e
torna a fissare le stelle.

«Guarda là» indica un punto. «Quella è la costellazione di Andromeda. Si possono vedere chiaramente Cefeo e Cassiopea: sono ricche di stelle. Le vedi?»

Sono sicura che potrei, ma adesso sono così concentrata sulla sua espressione
che non riesco a distogliere lo sguardo dal suo viso.

«Sembri molto esperto di astronomia. Dove hai imparato?»

Lui fa spallucce. «Nel posto dove sono cresciuto non c'era granché da fare e i
tetti delle case mi sono sempre piaciuti. Specialmente di notte.»

Scorgo una nota di dolore in quello che mi sta dicendo e vorrei sapere di più, ma ho paura che se chiedessi lui si richiuderebbe a riccio.

«Io e Andrea avevamo il nostro posto.»

Per fortuna non lo fa.

«Chi è Andrea?»

«È mio fratello.»

Oh!

«In verità non lo è, ma è come se lo fosse. Noi... noi siamo fratelli.»

Ciò che mi sta rivelando è importante. Il suo affetto per questo ragazzo traspare in maniera netta ed è bello sapere che in questo tempo non è stato solo.

«Vuoi parlarmi della tua infanzia?»

È un azzardo, lo so, ma sento l'urgenza di sapere di più per decifrare Charles Leclerc, perché la verità è che mi sento vicina a lui come non mi era mai successo con nessuno.

Si porta un braccio sotto la testa, l'altro sfiora il mio. Come una stupida mi
illudo che lo lasci lì apposta.

«Ti racconterò qualcosa, solo se lo farai anche tu.»

Questo sarà difficile, ma la mia curiosità ha la meglio così annuisco.

«I miei genitori erano degli sbandati» comincia con un sospiro. «Non so come
abbiano fatto a crescermi fino a sette anni senza che i servizi sociali intervenissero. Credo che, in qualche modo, quella specie di negozio di fiori che avevano messo in piedi abbia camuffato la loro incapacità di occuparsi di un bambino.»

Non lo interrompo, voglio di più.

«Mio padre mi picchiava.» La sua voce si abbassa. «Sempre. Dio, non ricordo
una sola carezza, solo le botte.»

Tutto il tempo del mondo con te; Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora