CAPITOLO 76

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Charles pov

Non riesco più a sentire nulla.

Sogno di essere sporco. Lo ero spesso da piccolo, mia madre non si curava di me, ma nei miei incubi - e questo è uno di quelli - non ci sono i miei abiti sudici, né la moquette macchiata o i piatti sporchi da giorni nel lavello della cucina. Non c'è nemmeno la doccia con le tubature arrugginite o le lenzuola luride del mio letto. C'è lui. E lo schifo
che mi ha appiccicato addosso nel momento in cui mi ha toccato per la
prima volta.

Trattengo la rabbia insieme ai ricordi.

Tutte quelle orribili immagini mi
svolazzano intorno come avvoltoi su una carcassa. E mi sento così: morto dentro, in decomposizione.

Non voglio che nessuno veda quello che sto attraversando. Nessuno tranne Sofia. Perché lei è qui. Sento il suo profumo, anche se non riesco ad aprire gli occhi. E mi ha visto. Lo ha fatto stanotte e le ho dato il peggio, anche se non ero in me. È come se le avessi fatto violenza e vorrei trovare la forza di uccidermi con queste mani.

Cazzo! Ho combinato un casino, ma lui era lì e la mia mente è andata in cortocircuito. L'ho visto, in mezzo alla folla, durante la festa.

Mi fissava. Non appena mi sono accorto della sua presenza, è fuggito da vigliacco qual è. L'ho rincorso come quella volta nello spogliatoio, finché
non mi sono reso conto di stare inseguendo il nulla, ma ho di nuovo realizzato che essere insieme a Sofia mette pure lei in pericolo.

Forse sto delirando. La paranoia è aumentata a causa dell'alcol e sono
diventato il deficiente di merda di un tempo. Quello che usava le ragazze per superare il trauma e i ricordi. E per una volta, la prima, non ho pensato a lei.

Questa è la cosa che mi sconvolge di più. Il fatto di non aver messo Sofia al primo posto nei miei pensieri è peggio di aver tentato di dimenticarla dopo la morte di Lando.

Il dolore, se condiviso con chi ti ama, si dimezza, è quello che tenta di farmi capire la mia Honey. Ma io non le do ascolto.

La testa mi pulsa, sento male dappertutto. È quello che mi merito.

Avrei bisogno di un altro bicchiere di Jack per alleviare questo martellare alle tempie, ma ho paura di svegliarla e che, una volta realizzato chi sono davvero, mi abbandoni.

Cerco di fare piano e mi alzo dal letto.

Sofia dev'essere davvero distrutta, non si muove nemmeno. E questo mi riporta a stanotte e a quanto dev'essere stato difficile per lei far finta che quelle ragazze non esistessero. Non le stavo incoraggiando, ma non cambia nulla. Il risveglio non sarà tranquillo come lo è adesso il suo sonno.

Se volessi proteggerla per davvero dovrei lasciarla andare via da me, ma il problema è che, per quanti giri stia compiendo la mia mente per tenerla al sicuro, il mio cuore non vuole allontanarla.

A volte non si riconosce subito la persona giusta, altre invece è così
lampante che è come se l'asse inclinata del tuo mondo tornasse a posto.

È come una deflagrazione che anziché distruggere costruisce, una specie di Big Bang dell'anima che dà vita a un nuovo universo.

È quello che mi è successo con Honey.

Ed è esattamente quello che vorrei significare per lei.

Ma mentre entro in bagno e non riesco a star dritto nemmeno per pisciare, dubito di poter essere quel posto.

Mi trascino in cucina. Da qualche parte dev'esserci una bottiglia di whisky. Per fortuna non devo impegnarmi molto per cercarla, la trovo subito dietro altre bottiglie d'acqua e succhi di frutta.

Tutto il tempo del mondo con te; Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora