CAPITOLO 45

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Capitolo 45

Charles pov

Sofia è la mia anima. Dentro porto il suo nome.

Ma che cosa accidenti si è messa in testa?

Per quale motivo è venuta qui a ricordare il nostro passato, come se bastasse uno stupido nomignolo a mettere a posto le cose?

Ma la domanda che mi faccio è insensata come quello che ho fatto.

Perché è bastato proprio quello e sentire il suo corpo contro il mio, i suoi gemiti, il profumo del suo shampoo e il sapore del suo lucidalabbra.

Cazzo, sì che è bastato!

E per questo l'ho cacciata via.

Ho menzionato Giada per ferirla, perché la sua determinazione a restare mi ha terrorizzato.

È ora che io lo ammetta: Charles Leclerc ha una fottuta paura di rivivere tutto da capo, di riaprire il suo cuore ad Sofia Kerper, la ragazza che glielo ha fatto a pezzi.

Ho visto i suoi tagli, avevo già capito tutto dai bracciali che indossava quella sera al Monkey. È stato come se avesse voluto mostrarmeli.

Vedi cosa mi fai fare? Questo urlavano quegli orrendi ninnoli. Mi taglio per te.

Lo fa ancora e il suo corpo non è più morbido come un tempo, il che mi fa pensare che i suoi problemi con il cibo siano più reali che mai e che nessuno la stia aiutando. È probabile che non stia seguendo nessuna terapia e che ai suoi genitori continui a non fregargliene un cazzo.

A me non dovrebbe importare e invece importa ancora. È questo che lei vuole: che m'interessi a lei.

Fisso il mio riflesso allo specchio.

Dannazione! Ce l'ho stampato in faccia che l'ho baciata: per poco non le mettevo di nuovo la mia anima fra le mani. Sono un idiota con un sacco di guai, e il più grosso si chiama Honey.

Spacco la lampada del comodino contro il muro e poco dopo Andre fa irruzione nella mia stanza. È preoccupato, ma non appena si accorge che sto bene - almeno fisicamente - rilassa le spalle.

Non mi parla, non pretende che io dica nulla, il che mi fa supporre che c'entri qualcosa con la visita di Sofia. Incrocia le braccia al petto e si appoggia alla parete, in attesa.

Tiro un calcio alla sedia vicino al mio letto. Rotola a terra, insieme ai vestiti che ci ho lasciato sopra.

«Dirti che sono ancora innamorato di lei fa di me uno sfigato pazzo, ma è come mi sento, Andrea. La amo. Amo Sofia Kerper di un amore che mi paralizza il cuore e in questo istante mi serve che tu mi impedisca di andare da lei e fare l'ennesima cazzata.»

«Non posso.»

«Puoi, cazzo! Sei mio fratello o no?» urlo.

«Va' da lei »

«Aaah!» tiro un pugno alla parete, incrinando il cartongesso. «Fottiti! Va' via, anche tu.»

«Non ti servirà distruggere tutto, Char. La vuoi, lei ti vuole questa lontananza non vi sta facendo bene, tutt'altro.»

«Sei stato tu» lo accuso, riservandogli il mio sguardo peggiore.

«Diciamo che avrei potuto contribuire al suo proposito di venire a cercarti, ma l'idea è stata sua.»

Mi bastano due passi e gli sono addosso. Gli spingo un braccio sotto il
mento per immobilizzarlo e spingo, spingo, spingo

«Sai quanto fa male? Sai quanto mi ha fatto male quella sera al bar? Sai quanto cazzo ha fatto male per tutti questi mesi?»

Tutto il tempo del mondo con te; Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora