CAPITOLO 58

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Capitolo 58

Sofia pov

Dimmi che mi ami, torna a tormentarmi.

Il telefono vibra di nuovo nel mio palmo. Vorrei tanto ignorarlo ma la
curiosità ha la meglio e sbircio. Stavolta è un messaggio.

"Tanto più t'amo quanto più mi fuggi, o bella."

Ancora un aforisma, ancora Baudelaire. Possibile sia Nino?

Charles è rimasto indietro a parlare con Andrea e d'istinto mi volto a guardare se ha il cellulare in mano.

In effetti, lo sta riponendo proprio adesso nella tasca del suo giubbotto, ma è tutta la sera che lo controlla, come se aspettasse un messaggio o una chiamata e io non posso fare a meno di pensare a Giada e al rapporto che li lega.

Ci amiamo come i grandi, sperando sia la volta buona, e lo facciamo come i bambini, stupendoci dell'effetto che ci fa l'amore. A volte riponiamo nell'altro tutta la fiducia di questo mondo, altre, invece, siamo insicuri di ciò che ci lega.

A quanto pare adesso è una di quelle volte.

La solita morsa di gelosia mi stringe lo stomaco, e per tranquillizzarmi ripenso a quel momento di poco fa in piscina, quando Char mi ha fatto capire di amarmi.

I miei occhi scivolano di nuovo sul messaggio. Nino. Chi altro può essere se non lui?

Ma perché non mi lascia in pace? Sono stata chiara l'ultima volta che ci siamo sentiti.

Tuttavia lui continua a chiamarmi e a mandarmi queste poesie da un
numero anonimo - sempre che i messaggi siano davvero suoi -, quindi
che cosa vuole ancora da me?

È finita. La nostra storia è morta molto prima dell'arrivo di Char nella mia vita.

Deve farsene una ragione, specie adesso che le nostre strade si sono divise e abbiamo messo tutti questi chilometri fra di noi.

Un'altra vibrazione, un altro messaggio; stavolta prima di aprirlo
lancio un'occhiata a Char.

Sta discutendo animatamente con Andrea, e in mano non ha niente.

«Devo andare a fare pipì», Denise saltella sul posto.

Sonia si guarda intorno nell'atrio del casinò che si sta pian piano svuotando.

«Ti accompagno. Vieni con noi?» mi chiede.

«No. Vi aspetto qui.»

Quando si allontanano, prendo di nuovo il telefonino per aprire il
messaggio che mi è arrivato. È un vocale. Il mittente è sconosciuto e
ancora una volta la mia curiosità ha la meglio.

Non penso minimamente ad abbassare il volume. Non ci penso, dannazione! Così, una volta che parte il messaggio, rimango prima stupita, poi inorridita da ciò che sento.

"Così, Sofia. Lo vuoi? Sì che lo vuoi. Avanti, piccola. Dimmi che ti piace. Dimmelo!"

È la voce di Nino, la sera che abbiamo fatto sesso sulla sua auto, la prima volta che mi ha picchiato e che ho visto il mostro che era in realtà.

Oddio!

Mi porto una mano alla bocca. Non m'importa se un bel po' di gente mi si è fermata vicino, incuriosita. Non m'importa nemmeno delle risate di scherno che provengono da qualche parte accanto a me.

Sono inorridita.

"Dimmi che mi ami, Sofia. Che ami solo me. Dio, impazzirei senza di te. Non devi lasciarmi. Hai capito? Mai, tesoro. Non te lo permetterò."

Tutto il tempo del mondo con te; Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora