CAPITOLO 77

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Sofia pov

Ti ho sempre amato fortissimo.

Quando si è innamorati si spera sempre di rendere felice la persona che si ama. Per me e per Char non è mai andata così, ci siamo fatti del male nei modi più disperati e i momenti belli sono stati così rari che ne abbiamo attinto a piene mani perché sapevamo quanto fossero preziosi.

In quest'ultimo periodo ho deciso di far diventare l'eccezione la regola, sperando di poter rappresentare per Char una fonte costante di felicità, ma vederlo in questo stato senza poter fare nulla mi sta gettando nello sconforto.

Sto lavorando sodo per essere forte, la terapia che affronto con la dottoressa Jackson è impegnativa. Mi obbliga a scavare dentro me stessa e a sviscerare tutti i motivi del mio disagio, ma ora che so quanto dura sia stata l'infanzia di Charles, quando vado a ritroso per analizzare le mie difficoltà emotive ogni cicatrice lasciata sulla mia pelle mi pare quasi una richiesta d'aiuto esagerata e fuori luogo.

Vederlo così confuso è straziante e, per quanto mi sforzi di stargli vicino il più possibile, non riesco a trovare un modo per fargli capire che se solo si aprisse con me, forse il peso di ciò che ha vissuto diventerebbe più lieve. Ma è come se non avessi il diritto di chiedergli di condividere con me quello che ha passato. Come se, dall'alto della mia vita agiata, non potessi avvicinarmi al suo dolore. E per certi versi è davvero così.

Mi è mancata una madre che mi capisse e un padre che mi sostenesse a prescindere dalle mie inclinazioni, ma i miei genitori ci sono stati e per quanto anaffettivi non hanno mai alzato un dito su di me. Adesso capisco che mi è toccato il male minore fra i tanti che avrebbero potuto capitarmi. Il fatto che questo abbia influito in maniera così negativa sulla mia psiche è disarmante e mi mette di fronte alla mia vulnerabilità.

Proprio adesso che invece dovrei essere forte.

Per lui. Per quello che abbiamo costruito con le unghie e con i denti.

In questi giorni, però, Charles mi tiene a distanza. Dopo quella brutta nottata e il disastroso risveglio del giorno dopo, si è rifugiato nello sport, ha cominciato ad allenarsi anche con la Ferrari e questo lo tiene impegnato sei giorni su sette. Non parla con nessuno, nemmeno con Andre, e ciò ci preoccupa.

È come se la sua mente fosse in costante fermento; ogni tanto osserviamo i suoi occhi scurirsi e i suoi pensieri si fanno così tangibili che abbiamo paura possa commettere qualche sciocchezza.

Di Giovanni sembra non esserci più traccia, ma Andre sospetta che Char sia andato alla segreteria dell'università per chiedere informazioni sull'impresa di giardinaggio che si occupa del campus.

A quanto pare ha rimediato un nome e un indirizzo, Andrea li ha visti appuntati su un foglio di carta nel loro appartamento, e siamo sicuri che non si fermerà qui. Andrà a cercare quel bastardo, è solo questione di tempo. O quel bastardo tornerà a cercare lui, e a quel punto potrebbe succedere di tutto.

Oggi sono andata dalla dottoressa Jackson, per cui adesso mi trovo dentro un autobus affollato, sulla strada del ritorno.

Le paranoie di Charles sono diventate le mie e continuo a sentirmi osservata, a volte anche seguita; per questo cerco di non restare mai da sola, specialmente di sera, ma devo recuperare alcuni testi per preparare un esame e, visto che anche oggi Charles mi ha dato buca con la scusa degli allenamenti, non mi rimane granché da fare, a parte organizzare il mio piano di studi.

Il sole scende piano. Attraverso i vetri sudici lo seguo scomparire dietro le case. È passato un altro giorno e penso a quanto sembrino lontani i momenti a Montecarlo Beach, quando Charles e io ci siamo ritrovati.

Tutto il tempo del mondo con te; Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora