CAPITOLO 69

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Sofia pov

Odio chi doveva proteggerlo e non l'ha fatto.

È da quando ho varcato la soglia del mio appartamento che ho una strana sensazione addosso. Me la sono portata dietro da casa di Char, dal momento in cui Giada ha fatto il suo ingresso, ma la
gelosia c'entra solo in parte e non riesco a capire che mi prende.

La valigia di Sonia giace ancora vicino alla porta della stanza che condivide con Denise. Da quando siamo tornate da Montecarlo Beach, quella pigrona non l'ha ancora disfatta.

Non so dove sia, forse a lezione. Denise ed Andrea, invece, sono rinchiusi in camera e sono abbastanza sicura che non stiano dormendo.

Per ingannare il tempo decido di farmi un tè e, mentre metto sul fuoco il bollitore, Andrea esce dalla stanza con indosso solo i pantaloni di una tuta. Ha l'aria soddisfatta e i capelli arruffati, e mi regala un sorriso fraterno.

«Come mai non sei con Char? Non vi staccate nemmeno un secondo in
questi giorni!»

«Be', eravamo insieme fino a poco fa» cerco di eludere la domanda.

«E?» Andre non demorde.

«E poi è arrivata Giada» rispondo cercando di mostrarmi tranquilla.

«Capisco » è il suo commento criptico.

«Tu stai bene?

Lancio un'occhiata al mio cellulare.

Non c'è nessuna chiamata e nessun messaggio.

Sto bene?

Presumo che debba stare bene per forza.

«In questi mesi Giada per lui è stata un conforto. Non posso fare la stronza, Andre. È normale che abbia bisogno di chiudere con lei alla sua maniera.»

Andre inarca un sopracciglio. «E qual è la sua maniera?»

Il bollitore fischia e spengo la fiamma.

«Ne vuoi un po'?» gli chiedo.

Lui annuisce e preparo un'altra tazza.

«Sei suo amico o no?» lo provoco.

«Sono più di un amico. Sono suo fratello, Sofia.»

«E allora cosa stai insinuando? Che potrebbe tradirmi?»

«Mi hai frainteso» si affretta a spiegare, mentre soffia sul liquido caldo che gli metto davanti. «Charles ti ama più della sua vita. Nessuno può dirtelo meglio di me. Negli anni l'ho visto distruggersi e distruggere chi cercava di tendergli una mano, ed è rinato solo per te.»

Non dice "grazie a te", ma non me la prendo. Visti tutti gli errori che ho commesso durante la nostra storia, sarebbe una menzogna colossale.

«Non capisco qual è il punto, Andre.»

Lui sospira e mi guarda, scuotendo il capo. «Hai aperto il suo cuore e questo significa che Charles ne darà un pezzo a tutti, perché è fatto così. Si sacrifica sempre. Fin troppo, maledizione!»

Sussurra le ultime parole, deglutisce e serra gli occhi.

So a che cosa si sta riferendo: dev'essere straziante convivere con il
senso di colpa per aver permesso a Char di farsi violentare al suo posto, ma
non posso dire nulla perché Andre non sa ancora che lui mi ha raccontato tutto.

«Troverà il modo per allontanarla» affermo.

«Non ho dubbi. Spero solo che quella ragazza capisca che deve mettersi da parte.»

La sincerità è una delle doti che apprezzo di più in lui. Non importa
quanto possa fare male, Andre ti dirà la verità a costo di farti soffrire proprio perché ti vuole bene.

«Lo spero anch'io» affermo.

Una delle mie paure è che Giada decida di complicare ancora di più una situazione disastrosa.

Gli eventi delle ultime ore hanno destabilizzato Charles. Non lo avevo mai visto così. Ogni ferita ha ripreso a sanguinare e non si è preoccupato nemmeno di nascondermi il suo dolore.

Odio Giovanni Spector.

Odio i suoi genitori che lo hanno abbandonato.

Odio chi doveva proteggerlo e non l'ha fatto.

Odio che tutto il suo passato gli si sia rovesciato addosso come un'onda cattiva.

Vorrei tanto parlarne con Andre, forse riuscirei a sapere delle cose che dalla bocca di Charles non usciranno mai, però non posso tradire la fiducia di Char.

L'arrivo di un messaggio fa evaporare la mia curiosità. Controllo di nuovo il telefono, ma non c'è ancora nessuna notifica. «Non è il mio» dico.

Andre si infila una mano in tasca ed estrae il suo cellulare. «È il mio, infatti.»

Lo vedo concentrarsi sul display e un leggero tic gli contrae la mascella. Sono sicura che il mittente del messaggio sia Charles.

Qualunque cosa gli abbia scritto lo ha turbato.

«È lui?»

«No» dice troppo in fretta. «Ma devo andare.»

Si dirige verso la camera di Denise e ne riemerge vestito in un attimo.

«Alla confraternita hanno bisogno di me.»

Alla confraternita, certo.

Faccio finta di credergli, tanto ho intenzione di chiamare Char una volta che Andrea sarà uscito di qui. E vaffanculo se sembro una fidanzata gelosa. Ci siamo appena ritrovati e una tempesta ci ha travolto.

Non ci serve anche Giasa a peggiorare il disastro.

«Devo andare. Mi aspettano» si congeda.

Annuisco, ma poi non riesco più a trattenermi.

«Risolvi la tua emergenza» gli dico perentoria.

Si blocca con la mano sulla maniglia, ma evita di guardarmi. Ha le spalle rigide e lo sento inspirare fra i denti.

«Lo farò» mi rassicura. «Puoi contarci, Sofia.»

Tutto il tempo del mondo con te; Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora