Adolescence.

1.5K 64 2
                                    

Mi mordo un labbro guardando Dylan sporco di terra. È nell'età dell'adolescenza eppure si comporta come un bambino di 6 anni a pari con Lexi.
-Sono un'adolescente.- dice Dylan sorridendomi e spiegandomi così del perché ha un carattere bipolare. Identico a suo padre.
-Questo non spiega niente. Io non ero così.- dico incrociando le braccia al petto.
-Infatti, tu eri peggio.- dice mamma sorridendo per poi continuare a lavare i capelli a Lexi. Aggrotto una sopracciglia.
-Mamma!- mi lamento mettendo il broncio.
-Rachel, sei una donna di 30 anni con due figli e metti ancora il broncio?- mi riprende mia madre lanciandomi un'occhiataccia.
-Niall!- urlo con voce esasperata. Niall arriva e mi guarda.
-Vuoi un'abbraccio?
-Cosa? No!- dico scandalizzata mentre mi allontano da quel gruppetto di matti che sono.
Esco fuori dopo aver indossato la giacca e un capello. La neve cade per terra e sul mio capellino blu. Sono cambiate mille cose negli ultimi tre anni, anzi nei ultimi 10 anni.La nascita di Dylan, poi il rapimento di Harry e poi la nascita della mia piccola Lexi e adesso sono nuovamente incinta e sono un po' preoccupata. Se con Dylan ho dovuto sopportare le penne dell'inferno perché mio marito era stato rapito con Lexi ho dovuto subire i cambiamenti di mio marito, da uomo dolce a uomo "non mi interessa di niente". Non voglio lo stesso destino per questo bambino. Voglio che lui abbia una vita serena e una famiglia che lo ami.

Niall.
-Vostra madre, all'età di Dylan, era una vera rompiscatole. Mamma, ti ricordi quando ha dato fuoco alla macchina di papà perché non voleva comprarle non mi ricordo cosa?- chiedo girandomi verso di mia madre. Dylan e Lexi mi guardano incantati mentre mi rigiro verso di loro.
-Oh, già, una vera piccola peste.

-Rachel, dove vai?- chiedo guardando mia sorella di 12 anni uscire di casa con la sua enorme borsa dove porta con sé il suo diario, i libri e qualche altra cosa da femmina.
-Esco, per un attimo.- dice sorridendomi per poi chiudersi la porta alle spalle. La seguo e la trovo vicino alla macchina di papà mentre cerca qualcosa dentro la sua enorme borsa. Aggrotto la fronte e la guardo incuriosita.
-Cosa stai facendo Rachel? Rachel!- urlo quando mia sorella butta sulla macchina dell'alcol.
-Non attirare troppo l'attenzione, Nì.- dice lei continuano a lavare la macchina con l'alcol. Mi spaventa.
-Rachel, cosa stai facendo?- chiedo guardandola senza sapere esattamente cosa fare. Prende un'accendino da dentro la borsa per poi portarsi la piccola fiammella davanti agli occhi.
-Vendetta, Niall, vendetta.- risponde per poi buttare l'accendino sulla macchina che prende fuoco. Dio santo, che cavolo ha appena fatto?
Resta lì ferma come incantata dalle fiamme. La sposto in tempo prima che la macchina salti in aria.
-Rachel?
-Sto bene.

-La mamma ha davvero dato fuoco alla macchina del nonno?- chiede Dylan guardandomi stupito mentre io annuisco e mia madre ride dietro di me. La porta di casa si apre ed entra Rachel con una busta in mano.
-Mamma, hai dato fuoco a una macchina?- chiede Lexi che è la più schietta della famiglia. Dice le cose senza peli nella lingua. Un po' come Harry anche se lui sa mentire su certe cose, Lexi le dice senza pensarci due volte.
-Cosa? No, assolutamente... sì.- risponde mia sorella confusa e poi ricordandosi l'episodio della macchina andata a fuoco.

Rachel.
Non posso credere che Niall abbia raccontato quel episodio ai miei figli. È ora di vendetta.
-Venite qui, che mi racconto una bella storia sullo zio Niall.

Entro nella camera di mio fratello e comincio a tossire per via di una puzza enorme.
-Niall?- chiedo muovendo una mano davanti agli occhi per far andare via il fumo. Niall tossisce così capisco che è sul letto. Accendo la luce.
-Sono qui. Uh, guarda un'unicorno che vomita arcobaleni.- dice mio fratello muovendo la testa come se fosse un'idiota. Ed è un'idiota.
-Sul serio, Niall? Sul serio? Ti stai facendo una canna mentre di sotto ci sono tutti?- chiedo guardando male mio fratello che scoppia a ridere.
-Oh, avanti, Leslie, ho 17 anni.
-Mi chiamo Rachel. Rachel. R-A-C-H-E-L.- dico sillabando le lettere del mio nome visto che a quanto pare mio fratello non se lo ricorda.
-Rachel. Mi piace.
-Andiamo, idiota.- dico prendendolo per un braccio per farlo alzare. Vi pare normale che una ragazzina di 16 anni si deve occupare del fratello che si è appena fatto una canna mentre tutti sono giù a mangiare?
Niall vede la porta e comincia a correre fuori dalla stanza. Santo Dio!
-Niall.- urlo correndogli dietro ma arrivo troppo tardi. Sta annusando gli invitati come se fosse un cane in cerca di un'altro cane.
-Guarda, Rachel, tanti unicorni.- dice sorridendo agli invitati. Mi batto una mano sulla fronte.
-Niall, scendi.- dico indicando il pavimento visto che il mio adorato fratellino è appena salito sul tavolo improvvisando un balletto. Gli invitati lo guardano come se fosse impazzito.
-Uh, arcobaleni.- urla scendendo dal tavolo ma cade per terra sbattendo la testa.

-Niall, ti sei fatto uno spinello il giorno di Natale?- chiede mamma che quel giorno non era presente. Io spalanco gli occhi e Niall mi lancia un'occhiataccia. Mi aveva fatto promettere che non lo avrei detto ad anima viva e lo ho detto a tre anime vive.
-Nooo.
-Sììì.- dico io interrompendo mio fratello.
I bambini sono cosa ho combinato io a 12 anni, cosa ha combinato Niall a 16 perciò la mia domanda è, cosa ha combinato Harry Styles nella sua adolescenza?

Harry.
La mia adolescenza non è stata come tutti credono. Si dia il caso che ero un bravo ragazzino, anche se i miei genitori avevano appena divorziato.

-Hai intenzione di aiutarmi o di restare lì come uno scemo?- chiede Gemma con il suo solito tono da madre.
-Sì, scusa.- dico posando il libro per poi avvicinarmi a lei. Comincia a mettere dentro una ciotola tutti gli ingredienti che servono per fare i pancakes.
-Allora, misura la farina.- dice sorridendomi. Faccio come dice.
-Gem?- chiedo con lo sguardo rivolto verso la ciotola con la farina. Non ho il coraggio di guardarla.
-Sì?- chiede lei tranquillamente e girandosi verso di me.
-Ti manca mai la mamma?- chiedo come se lei fosse morta e invece si è trasferita dall'altra parte del mondo con il suo nuovo fidanzato.
-No, ci ha abbandonati Harry. Cresci un po'.
-Ho solo 12 anni.
-Bene e io ne ho 13 e sono più matura di te.- dice facendomi la linguaccia per poi mettere il tutto su una pentola.

-No, non ci credo.- dice Rachel incrociando le braccia al petto e lanciandomi uno sguardo di fuoco.
-Credici, perché è così.
-Tu stai mettendo.
-Ti pare che menta? Chiedi a Gemma.
-Uh, ti odio! Noi siamo stati le pecore nere mentre tu eri l'agnello. Beh, non sei meglio di noi.- dice venendo a sedersi accanto a me sul letto. Non so perché se la prenda tanto se io ero un angelo quando avevo 12 anni. Mi sa che a lei non andrà mai giù il fatto che prima di vedere il ragazzo cattivo quale ero lei non si immaginasse che ero un bravo bambino. La mia povera piccola.
Le metto una mano intorno alle spalle per poi avvicinarla di più a me. Appoggia la sua testa sulla mia spalla.
-Domani abbiamo la prima ecografia.
-Già. Sei felice? Cioè, ti immaginavi che avremo avuto tre figli?
-Uh, no! Ero così nervosa quando ho scoperto di aspettare Dylan. Poi è nata Lexi e adesso questo piccolo. E sì, sono felice.- risponde mettendosi una mano sulla pancia.
-Sono felice che tu sia felice, amore mio.
-Harry?
-Sì?
-Harry, io ti amo... Ti amo dal primo giorno.- dice ricordandosi di quando glielo dissi io la prima volta. Un bel po' di anni fa.
-Piccola, anche io ti amo dal primo giorno.- dico dandole un bacio sulla testa per poi ritornare a guardare il legno che brucia sul camino.

A Beautiful Disaster 2.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora