A Moment Like This.

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-Dove siamo?- chiedo guardando un'enorme edificio con su scritto "Karaoke's Bar".
-È un karaoke.- dice Nate prendendomi la mano e trascinandomi dentro.
-No! Io non ci entro là dentro.- dico togliendo la mia mano dalla sua e incrociando le braccia.
-Avanti, non eri tu quella coraggiosa?- chiede Nate facendomi ricordare un momento particolare della mia vita.

Parcheggio la macchina per poi chiudere la portiera. Louis e Rose sono fuori mentre guardano la casa andare in fiamme.
-Dov'è Harry?- chiedo guardandomi intorno ma del riccio nemmeno l'ombra.
-Dentro, suppongo.- risponde Louis tossendo e tenendo stretto a se sua figlia.
-Bene.- commento avvicinandomi alla porta per poi entrare. Mi si presentano davanti le fiamme che bruciano tutto quello che trovano.
-Rachel!- sento urlare Louis dietro di me ma io mi sto già dirigendo al piano di sopra.
-Harry!- urlo facendomi spazio tra le fiamme. Comincio a tossire e la mia vista diventa annebbiata. Sento dei rumori ed entro nella stanza, trovandomi Harry davanti agli occhi mentre cerca di aprire una finestra.
-Harry! Dio!- dico passandomi una mano sul viso. Harry si gira verso di me e mi lancia un'occhiataccia.
-Sei impazzita per caso?- chiede con tono irritato mentre si avvicina a me e comincia a tossire. Tossisco anche io. Non rispondo ma mi dirigo verso un'enorme martello, per poi colpire la finestra.
-Perché sono fottutamente più intelligente io?- chiedo tappandomi la bocca con la giacca.
-Ah-ah.- commenta Harry uscendo dalla finestra e quando me ne accorgo è già per terra.
-Avanti, piccola, salta.- urla per farsi sentire da me.
-Io... io prenderò le scale.- dico girandomi ma poi mi rendo conto che le scale sono andate a fuoco e che molto probabilmente non si può passare. Ah, porca troia!
-Avanti, piccola! Non eri tu la coraggiosa, tra noi due?
-No, io sono l'intelligente tra noi due.- lo correggo chiudendo gli occhi per poi saltare. Atterro sulle braccia di Harry che mi guarda sorpreso.
-Brava, cervellona.- mi prende in giro mettendomi in piedi.
-Solo perché al liceo avevo bei voti non vuol dire che sia una cervellona.- dico e mi sembra un deja-vu visto che ho già detto queste stesse parole.

Il destino è bastardo. Ha fatto di tutto per farmi perdere Harry eppure siamo sempre riusciti a stare insieme.
-No, io sono l'intelligence tra noi due.- dico smettendo di mordicchiarmi l'unghia ed entrando dentro il bar con tutto il coraggio che ho in corpo.

Harry.
Prendo il cellulare visto che sta suonando da mezz'ora, credo. Ma sono troppo stanco per rispondere ma devo rispondere, potrebbe essere importante.
-Pronto?
-Signor Styles, sono Connor. Siamo in grossi guai.
Sono atterrato a Miami adesso. Sono corso fuori quando Connor mi ha detto che lui, Ellie e i bambini sono nei guai.Non voglio allarmare Rachel perciò preferisco che se ne stia a Los Angeles con suo padre e Nate.Non la sto tenendo all'oscuro, la sto solo proteggendo per il suo bene e per il bene dei bambini.
-Connor.- urlo scendendo le scale del jet e lui corre verso di me con il fiatone.

Rachel.
Dopo aver cantato qualche canzone e aver mandato giù più di dieci bicchierini di Vodka siamo più che brilli perciò decidiamo di andarcene.
Sto ridendo come un'idiota da mezz'ora e Nate non è di meno visto che è piegato in due dalle risate... e non so nemmeno perché stiamo ridendo. Sto per cadere ma due braccia forti mi fermano. Un ragazzo biondo mi guarda con due paia di occhi azzurri. Non blu, azzurri.
Mi sveglio con la testa che fa male e che gira.
-Irresponsabile.- borbotto mettendomi il cuscino sopra la testa. Questo è quello che direbbe mia madre. Che sono una ragazzina irresponsabile che ha quattro figli a cui badare e che ha 30 anni compiuti.
-Sei sveglia?- chiede Nate entrando nella stanza. Mi tolgo il cuscino dalla faccia e lo guardo.
-È tutta colpa tua.- mi lamento girandomi e dandogli le spalle. Nate ride per poi andarsene.
Io e Nate non abbiamo i ricordi d'infanzia che io e Niall abbiamo. Lui non mi ha mai protetta contro i bulli, lui non mi ha mai difesa, lui non ha mai litigato con uno dei suoi migliori amici solo perché mi aveva tradita. Nate non ci è mai stato per me e non è vero che il legame di sangue è più forte dei ricordi. Io non sento di volere bene a Nate come ne voglio a Niall.
Niall è il mio fratellone, Nate è solo entrato a far parte della mia vita.
Mi alzo dal letto mettendomi le ciabatte. Non sento Harry da quando sono atterrata a Los Angeles e mi ferisce il fatto che non abbia voluto chiarire con me. Sua moglie. La madre dei suoi quattro figli. La sua anima gemella. La sua parte migliore.
Dopo due ore mi ritrovo a singhiozzare a telefono con mia madre che continua ad assicurarmi che è stressato e che andrà tutto bene. Che lui mi ama e altre cose che non fanno altro che farmi piangere più di prima.
-Rachel?
-Sì?- chiedo singhiozzando e tirando su con il naso. Prendo un fazzoletto e mi asciugo le lacrime.
-Sei incinta?
-Cosa? No, assolutamente no! Sono solo i postumi della sbornia.- dico stendendomi sul letto con il cellulare appoggiato all'orecchio.
-Postumi della sbornia? Cosa vuol dire Rachel?
-Niente.- dico mordendomi un labbro e spalancando gli occhi.
-Passami tuo padre.
-È uscito.- mi invento una balla per non farle parlare con mio padre perché si metterebbe a dirgli molte cose così io mi ritroverei nei guai anche a 30 anni.
-Rachel...
-Ciao, mamma, salutami Nì.- dico riattaccando e buttando il cellulare da qualche parte nella stanza. Guardo il soffitto come se fosse la cosa più interessante.
Recupero il cellulare dal tappeto e prendo il mio diario dalla borsa. Stampo la foto che ritrae me e Nate al Karaoke's Bar per poi attaccarla su una pagina del diario dove sotto scrivo "Un momento come questo non è da dimenticare". Sotto la frase scrivo la data, 17 Giugno 2024.
Sorrido alla foto per poi chiudere il diario e metterlo dentro la borsa. Mi alzo e prendo un pezzo di foglio di un quaderno che ho trovato sulla scrivania. Scrivo una lettera dove mi scuso del perché non posso restare a Los Angeles e la lascio attaccata alla porta per poi trascinare giù la valigia. Recupero la borsa che ho lasciato sul divano ed esco di casa senza guardarmi indietro. Mi sento una stronza ad andarmene così ma voglio chiarire le cose con Harry prima che vadano dove io non posso più aggiustarle.

Louis.
Guardo lo schermo del computer dove c'è un Harry con l'aria stanca, i capelli spettinati, gli occhi contornati da cerchi neri segno che non ha dormito molto la notte scorsa.
-Mi stai dicendo di mentire a l'unica persona alla quale ho promesso di non mentire mai?- chiedo posando la tazza con il The caldo che ho dovuto fare perché Harry ha detto una stronzata, dopo stronzata il che non mi sorprende perché è lui ma venire a sapere dal mio migliore amico che i suoi figli sono in pericolo e che non lo devo dire alla madre dei bambini è scioccante per chiunque. Anche per qualcuno che conosce Harry meglio delle sue tasche.
-Sì, Louis, sì. Per questa volta lo devi fare.- risponde Harry passandosi una mano tra i capelli spettinati e parlando con voce stanca.
-Non posso farlo, Haz. Conosci Rachel, se lo verrà a sapere non so come reagirà. Sembra forte ma è la persona più fragile che io conosca, Haz.- dico guardando tutto tranne che lo schermo con la faccia di Harry. Lo sento sbuffare.
-Tu fallo e basta. A mia moglie ci penso io.- risponde arrabbiato e chiudendo la chiamata. Alzo lo sguardo e trovo Rose con in braccio Harry che mi guarda curiosa.
-Così, Dylan, Lexi e i gemelli sono stati rapiti ma zio Harry non vuole che zia Rachel lo venga a sapere. Figo.- dice Rose posando Harry per terra. Sospiro. Questa ragazza è troppo intelligente per essere mia figlia.
-Sì e non glielo dirai, chiaro?- chiedo chiudendo il pc e guardandola. Rose mi guarda con quei suoi occhi che sono identici ai miei, come diceva sua madre quando era ancora con noi.
-Cristallino, papà. Oh, mi ha chiamato la mamma per farmi gli auguri per il mio debutto nel mondo della danza.- dice Rose come se niente fosse. Prendo Harry e la seguo fuori dalla mia camera da letto.
-Cosa? Perché non me la hai passata?- chiedo mettendo Harry nel suo passeggino. Lola me lo fa tenere due weekend al mese è pur sempre mio figlio no?
-Eri occupato. Questione zio Haz.- risponde Rosie prendendo una tazza per poi versarci del latte e poi i cereali.
-Rosie, tra poco si mangia.
-Si mangia la pizza?
-No!
-Allora preferisco i cereali.- dice portandosi un cucchiaio pieno di cereali.
-Se mangiamo la pizza smetterai di mangiare i cereali?
-Sììì.
-Bene, ordina la pizza.- dico girandomi per poi uscire dalla cucina spingendo il passeggino di Harry.
-Sìììì!- urla Rose felice e saltando va in salotto a prendere il cellulare per ordinare la pizza. È proprio fissata con al pizza. Beh, però meglio la pizza che i ragazzi.

Rachel.
-Ehilà!- urlo come una pazza entrando in casa e buttando tutto per terra. Non c'è nessuno nemmeno qui. Sono andata alle Imprese Styles e li mi hanno detto che Harry non si vede da due giorni, ormai. Marcus esce dalla cucina con dei fogli in mano e alza lo sguardo verso di me. Si toglie gli auricolari.
-Porca troia.- dice un con voce un po' troppo alta. Aggrotto una sopracciglia. Adesso mi deve delle spiegazioni.
-CHE COSA?- urlo guardandolo con occhi spalancati.
Harry me la pagherà per non averlo detto.

A Beautiful Disaster 2.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora