Capitolo 2 - parte 2

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Kim sta riprendendo lentamente coscienza, dopo essersi svegliato emette qualche suono e si muove cambiando posizione.

Pian piano si rende conto che c'è qualcosa di diverso, c'è troppo spazio intorno a sé: questo non è il mio letto pensa.

Dove sono? Sono al centro del letto quindi sono solo.

Kim allarga le braccia per avvalorare la sua tesi, questo però non basta a rassicurarlo.

*Annussa*

Odore di lenzuola pulite e qualcosa che sembra un disinfettante di quelli che usano in ospedale.

Trattiene per un attimo il respiro; non si sente alcun rumore.

Il ragazzo sta rimandando il momento in cui aprirà gli occhi perché ha paura di essere catapultato in una situazione difficile.

Alla fine si da coraggio spalanca gli occhi e si mette a sedere, ma il gesto troppo repentino gli causa una fitta dolorosa alla testa.

Alza le mani per massaggiarsi le tempie e nota degli evidenti segni rossi sui polsi.

"Shia"

Immagini frammentate inondano la sua mente: ieri ho seguito un sconosciuto nella sua camera e ho trascorso la notte con lui.

"Marda, merda merda, che diavolo ho combinato?"

Tutte le decisioni della sera prima sembrano ora irragionevoli.

Kim passa in rassegna le parti del suo corpo, oltre ai polsi, il petto è leggermente arrossato mentre sente un fastidio nelle spalle e un dolore al fondo schiena; perfino gli angoli della bocca gli bruciano.

Colto dal panico l'unica cosa che vuole è tornare a casa e lasciarsi quella follia alle spalle; una notte di trasgressione che deve rimanere tale: solo una notte.

Si mette seduto con le gambe penzoloni, sul comodino qualcuno gli ha lasciato del latte un po' di frutta e un busta della farmacia.

Kim scosta il vassoio stizzito.

Mi lascia qui da solo con del cibo manco fossi un cane.

Si alza ma questo aggrava tutti i suoi dolori e quasi cade. Si lascia andare sul letto.

Non tocca cibo dalla cena con i suoi amici e ha dormito solo qualche ora, se non mette qualcosa nello stomaco non crede che arriverà a casa.

A malincuore avvicina il vassoio e mangia frettolosamente qualcosa, mentre lo fa legge le descrizioni sulle scatole: un antibiotico generico, un antidolorifico e una pomata cicatrizzante.

Su una scatola c'è un bigliettino:

"Scusami, sono dovuto uscire presto, torno appena possibile. "

Torno appena possibile.

Credi che resterò qui ad aspettarti? phuf.

Gira la scatola di antidolorifico nelle mani:

e se fosse un sonnifero? o qualche tipo di droga?

La testa gli scoppia, se mi avesse voluto fare qualcosa lo avrebbe fatto ieri pensa. Inoltro il suo corpo sembra pulito e la stanza in ordine come se qualcuno si fosse preso cura di lui mentre non era cosciente.

Apre la scatola e butta giù un paio di pillole prese dal blister.

L'antibiotico a che servirà?

Si tira su e si appresta a cercare i suoi vestiti, al primo passo sente come una ferita riaprirsi e un senso di umido nel suo canale posteriore.

Cazzo, ecco a che servono l'antibiotico e la pomata.

Unforgotten night (a modo mio)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora