Capitolo 19 - parte 2

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POV Kim

Pol mi osserva dallo specchietto retrovisore, immagino di non avere una buona cera.

Appena arrivati in villa entro in casa alla ricerca di Kamol ma vengo fermato dalla governante che insiste per farmi pranzare.

"Oh Khun Kim, è rientrato? Ha pranzato? Da apparecchia immediatamente".

Cerco di rifiutare e proprio mentre sono nel bel mezzo della discussione vedo arrivare Kom.

"Khun Kim" mi saluta con la solita riverenza.

"Oh Phi Kom, posso sapere dove e Kamol?" chiedo temendo di essere liquidato in modo evasivo dal capo delle guardie.

"Khun Kamol è impegnato in questo momento, perché non ascolta zia Nee?"

Scruto Kom per capire se sta cercando di tenermi lontano dal suo capo.

"Staremo qui fino a domani mattina" aggiunge cercando di rassicurarmi.

Ho molta fiducia in Kom decido così di dargli ascolto e di pranzare nell'attesa che Kamol si liberi.

Sorseggio la zuppa che con il suo calore mi riempie lo stomaco e porta via un po' di spossatezza e agitazione.

Sento la porta principale aprirsi e dei passi, mi alzo velocemente da tavola passo in cucina per congedarmi e mi precipito al piano superiore.

La porta della camera in cui ho dormito da solo in queste notti è socchiusa, la scosto silenziosame ed entro; resto immobile a guardare Kamol di spalle che allenta il nodo della cravatta e si contorce nel suo abito scuro come se volesse scivolare via da qualcosa che lo costringe fisicamente.

Che uomo sei Kamol?

Si sfila la giacca e la butta sulla poltrona, si volta, noto una certa sorpresa nei suoi occhi. Deve capitare molto di rado che qualcuno gli si possa avvicinare a sua insaputa.

Che uomo sei Kim?

Osservo il suo viso teso e gli vado incontro: non conosco la risposta alle mie domande ma so che in questo momento abbiamo bisogno l'uno dell'altro.

Chiudo gli occhi e appoggio le mie labbra sulle sue, resto così fermo temendo che mi allontani appena i nostri sguardi si saranno incrociati nuovamente.

Kamol rende quel contatto più profondo e intenso e in me cresce il desiderio di toccare la sua anima.

Inizio ad aprire i bottoni della sua camicia, lui esita un istante e poi lentamente incomincia a fare lo stesso.
Sento i polpastrelli delle sue dita sfiorami il petto e la mia pelle diventa ruvida e i miei peli si rizzano.

Ogni sensazione è così intensa che quasi dubito di averla mai provata prima.

Completamente nudi uno difronte all'altro i nostri corpi si comportano come magneti con la stessa carica. Un passo in avanti di Kamol mi fa arretrate della stessa misura.

Poggio la mia schiena sul letto e divarico le gambe, il desiderio contrae i miei tendini facendo fremere le mie membra, trattengo il fiato nell'attesa di quell'attimo in cui Kamol si farà strada in me.

La punta del suo membro teso segue la mia erezione, sfiora il perineo e i miei occhi girano nelle orbite: inarco la schiena e gemo.

Il fastidio al mio ingresso mi causa una scarica di piacere, Kamol inserisce la sua asta quel tanto che basta ad evitare che il mio spintere reagisca.

Lo guardo dritto negli occhi, sento la sua asta uscire e rientrare quasi per intero ad ogni affondo. Ogni spinta è una nuova penetrazione impedendomi così di fare crescere quel piacere che conduce all'appagamento.

Unforgotten night (a modo mio)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora