Capitolo 24 - PC

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Questo capitolo riprende la storia di Phi Chai e Pupfai appena rientrati dall'ospedale.
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POV Pupfai

Continuo a camminare nervosamente su e giù per il salone aspettando che Pejong riscenda, quando sento la porta chiudersi al piano superiore tiro un sospiro.

L'infermiere scende le scale barcollando e coprendosi la bocca con la mano mentre fa un grosso sbadiglio.

"Allora?" domando in ansia.

"Beh è stato complicato - boffonchia - comunque la ferita è stata maltrattata ed era infiammata. L'ho ripulita e applicato della crema antibiotica, se gli dovesse salire la febbre chiama un medico torno domani a controllare. Ora sta dormendo e penso che lo farà per un po'".

Salgo da Phi Chai, entro in silenzio e lo trovo profondamente addormentato proprio come aveva detto Pejong.

Il bagno è un vero disastro ci sono vestiti sul pavimento ed il lavabo è sporco di schiuma da barba, inizio a riordinare e ripulire. Mi ci vuole un po' di tempo ma alla fine riesco a sistemare i pochi oggetti di Phi Chai fra le mie creme e i mie trucchi, una volta terminato ammiro il risultato finale.

Prendo il termometro dal comodino, libero la fronte del ferito da una ciocca di capelli e gli misuro la temperatura. È leggermente alta bisognerà aspettare che l'antibiotico faccia effetto e poi finalmente mi decido ad andare via.

I ragazzi sono a scuola e Ait ciondola dentro casa, mi annoio non riuscendo a concentrarmi su nessuna attività.

Finalmente due ore sono passate questo è il tempo per cui mi ero imposta di non salire nella mia camera.

Come in precedenza entro in silenzio ma questa volta Phi Chai è sveglio e seduto a mezzo busto nel letto.

"Scusami devo aver fatto un casino ma non avevo la forza di ripulire, Pejong sarà anche un ottimo infermiere ma è un pessimo aiutante".

Phi Chai mi sorride dolcemente proprio come faceva quando durante le pause dagli addestramenti eravamo soli e per un istante mi ritrovo nel giardino della residenza Paurat in un giorno di primavera.

"Non preoccupati, ho pensato io a tutto".

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POV Chai

"Non preoccupati, ho pensato io a tutto".

Abbasso la testa cercando di soffocare l'ilarità che l'affermazione di Pupfai mi ha scatenato, cerco di riprendere il controllo mentre indico la busta sul letto.

"Lo vedo ma al momento sono troppo mal concio per usarli, grazie lo stesso per il pensiero".

Pupfai sembra non sapere cosa contenga e quando tira fuori un paio di riviste per adulti impreca verso qualcuno di nome Ikato.

"Scusami ho mandato una delle mie ragazze...la barista ho mandato la barista a fare le commissioni evidentemente ha frainteso i miei ordini .... Hai fame? Preparo qualcosa da mangiare".

La padrona di casa ripone il sacchetto di plastica in un tiretto del comodino e va via lasciandomi da solo.

Il profumo delicato di una zuppa arriva fino alle mie narici così capisco che deve essere pronto da mangiare, non mi va però di consumare il mio pasto a letto così mi metto in piedi faticosamente e scendo al piano di sotto.

Pupfai non si volta ma continua ad armeggiare con i fornelli, i capelli raccolti in modo disordinato le lasciano scoperta la nuca.

"Che ci fai qui? Dovresti salire di sopra, tra poco sarà pronto" mi rimprovera.

La ignoro e mi guardo intorno per farmi un'idea della struttura dell'abitazione.

"Hai una bella casa".

"Non affaticarti: unico punto di accesso, sulla destra stanza di Aika a seguire quella di Ait, zona giorno e scala che accede al piano superiore. Lo so, l'elemento più debole non dovrebbe essere così vicino alla porta ma una quindicenne insoddisfatta può essere molto difficile da gestire di un intrudo e comunque la sua camera da letto è a tutti gli effetti una panic room".

"E quella?" indico una piccola porta che sembra un ripostiglio.

"Quello è il punto di accesso allo Cherry Pink si apre solo dall'interno. Se sei soddisfatto ora mangia".

Pupfai mi porge un piatto fumante di porrige ai funghi e si ferma ad osservarmi.

"Scusami è solo un abitudine".

"No, non lo è, si tratta quasi di un bisogno fisico. Sono passati quindici anni e ancora oggi ogni volta che entro in una stanza ne studio la struttura i punti di fuga, quelli sicuri e quelli utili per un agguato".

"Sei sempre stata molto brava nell'anticipare le mosse dei nemici".

"... peccato che non lo sia stata altrettanto con quelle degli amici o che ritenevo tali per lo meno".

"Mi dispiace per quello che è successo".

"Dovrei essere io a scusarmi e soprattutto a ringraziarti, certamente Kamol non è venuto di sua iniziativa a tirarmi fuori dal quell'inferno in cui mi avevano cacciato".

Pupfai si avvicina mi guarda dritto negli occhi e senza alcun preavviso mi confessa i suoi sentimenti di un tempo.

"Ti amo"

Resto immobile, non so che dire sono così confuso che dubito perfino di quello che ho sentito, Pupfai invece sembra sapere ciò che sta facendo.

"Scusa, è solo che mi sono ripromessa che se mai un giorno avessi potuto te lo avrei detto".

Il rumore della pesante serratura della porta di ingresso preannuncia il ritorno dei ragazzi.

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"Ragazzi aspettate un attimo..."

Aika si ferma quando vede Phi Chai nella sala da pranzo, prima dell'arrivo di Baiboon gli unici uomini a cui era consentito entrare in casa era Ait e Blod se necessario.

"Non stare lì impalata".

"Phi Chai!!!"

Baiboon corre verso il volto amico".

"Aih"

"Cosa è successo Phi?"

"Nulla stai tranquillo"

"Sei ferito? E gli altri? E Phi Kom come sta?"

"Sta bene tranquillo" risponde sorridendo l'istruttore.

"Ait per favore riaccompagna Baiboon" ordina Pupfai cercando di riportare un po' di tranquillità nel suo santuario ormai violato dai membri della famiglia Paurat.

(Una volta giunti alla residenza Paurat il ragazzo si fionda in casa scaraventandosi su Phi Kom)

"E lui?" Aika indica l'uomo in pigiama nel suo soggiorno.

"Lui è Phi Chai, si fermerà da noi finché non si sentirà meglio".

La ragazza smette di fare domande e si congeda per ritirarsi in camera sua, non è sicura che quell'uomo sia il misterioso Phi di cui ha sentito parlare dalle ragazze dello Cherry Pink quando ubriache spettegolavano sulla loro datrice di lavoro.

"Ne è dispiaciuta?" domanda Chai non sapendo interpretare la reazione di Aika.

"Tranquillo se lo fosse stata te ne saresti accorto" sghignazza Ait servendosi una ciotola di minestra.

"Ti accompagno di sopra"

Pupfai insiste per aiutare l'infermo a salire le scale nonostante ora sia in grado di muoversi da solo se pur con difficoltà.

Unforgotten night (a modo mio)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora