Capitolo 19 - parte 1

81 6 2
                                    

POV Narratore

"Khun, il signor Daniel farà scalo in Thailandia domani".

"Prepara i documenti di vendita".

"Di quali proprietà?"

"Tutte eccetto la villa".

"Anche del Mirror?"

"Sì"

Kom esce dall'ufficio per eseguire l'ordine che gli è stato impartito.

È il momento.

[Pronto] (in russo)

[Khun]

[Sei tu] (in thai)

[Possiamo incontrarci?]

[Domani sera al solito posto].

La chiamata si chiude bruscamente ma non è questo ad impensierire Kamol, tutte le telefonate con il magnate russo sono terminate in quel modo nel corso degli anni, bensì è la totale mancanza di curiosità da parte di Daniel a fare pensare al boss Paurat che il suo capo sia a conoscenza delle sue intenzioni.

Nel corso della propria esistenza capita che si crei una spaccatura dovuta ad un cambiamento drastico e irreversibile che definisce un prima e un dopo.

<Nulla potrà essere uguale da domani> questo è il pensiero di Kamol mentre si dirige verso la casa di Pol per parlare con i suoi uomini.

Deciso ad andare avanti in ogni caso, Kamol sa bene che la possibilità di riuscita del suo piano dipende in gran parte dalla fedeltà delle sue guardie.

----

POV Kamol

Le persone che sto cercando sono nell'appartamento di Pol anche se lui è fuori con Kim.

Busso alla porta e una voce dall'interno mi invita ad entrare.

"Khun, come mai è qui?"

Kit sorpreso per la mia presenza nei loro alloggi sembra essere in buono stato.

"Ho bisogno di parlarvi".

"Poteva farci chiamare saremmo venuti da lei".

"Preferisco farlo qui, fa venire anche Tee per favore".

Kit bussa alla porta della camera e avvisa il ragazzo della mi presenza.

"Tee, Khun Kamol è qui vuole parlarci".

"Khun Kamol" vengo salutato da Tee che mi oltrepassa per andarsi a posizionare di fianco a Kit.

Senza mezzi termini vado subito al punto, voglio che ognuno di loro abbia il tempo di riflettere sulla mia proposta.

"Domani pomeriggio incontrerò Daniel per contrattare l'uscita della famiglia Paurat dagli affari".

Kit prende il pacco di sigarette sul tavolo e me lo mostra chiedendo così il permesso di fumare, acconsento con un lieve cenno della testa.

I gesti della più spietata delle mie guardie sono lenti e precisi, senza alcuna sbavatura che possa indicare un qualche segno di ansia o confusione.

Inspira profondamente rendendo più accesso il colore del tabacco che brucia.

"Cosa è venuto a chiederci con esattezza Khun?"

Tee guarda sorpreso Kit per il tono confidenziale con cui a posto la domanda; il solo annuncio fra quelle quattro mura ha già indebolito la mia immagine e modificato l'assetto gerarchico con le mie guardie.

"Sono venuto a chiedervi di unirvi a me".

Per quanto le mie guardie possano essermi fedeli non è conveniente per loro rischiare di morire per qualcuno che da lì a breve non avrà più alcuna influenza nel loro ambiente ed è per questo che sono venuto a cercare degli alleati e non ad impartire ordini a dei sottoposti.

Unforgotten night (a modo mio)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora