Capitolo 11 - parte 2

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Ho avuto un po' di difficoltà con questo capitolo: le feste non mi danno ispirazione.

Spero vi piaccia, nel prossimo ritroveremo Baiboon prima che si scateni l'inferno fra Kim e Kamol.

Buona lettura

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Una leggera luce filtra nella camera, Kim si tira su e si mette seduto, guarda il pigiama di seta senza ricordare di averlo indossato, in realtà, non sa neanche come sia rientrato la notte precedente.

Apre l'acqua nella doccia, torna in camera e scosta le tende; la luce intensifica l'emicrania che lo accompanga da quando si é svegliato.

Dove sarà Kamol?

Come successo dopo la notte trascorsa al King Palace, sente che le decisioni prese il giorno prima non sembrano più così sagge il giorno seguente, ma mentre quella volta le sue scelte hanno avuto come risultato che Kamol entrasse nella sua vita, che conseguenza avrebbero avute quelle prese questa volta?

Bip Bip

Kim prende il telefono.

[K] Ti aspetto in ufficio.

Kim lascia cadere lungo il fianco il braccio stringendo nella mano il cellulare.

Bip bip

Kim tira su il telefono e lo volta, senza didascalia la foto di lui semi addormentato poggiato sulla spalla di Jim riempie lo schermo.

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Pol lascia la stanza non prima di aver riservato un'occhiataccia al nuovo arrivato.

"Entra. Hai mangiato?" domanda Kamol.

"Non ancora" risponde Kim disorientato della calma di suo marito mentre percorre i pochi metri che lo separano dalla scrivania dove è seduto Kamol.

"Aspetta un attimo per favore".

Kim fa come gli viene chiesto, ma dopo alcuni minuti inizia a muoversi nervosamente.

"Vuoi che torni dopo?" domanda leggermente spazientito.

"No per favore, resta lì".

Fermo in piedi Kim riesce a trattenersi solo altri pochi minuti prima che la frustrazione per l'atteggiamento di Kamol esploda.

"Vuoi punirmi facendomi stare qui in piedi?"

L'uomo che non ha distolto per un attimo l'attenzione dai documenti che ha in mano interrompe finalmente il suo lavoro e lo guarda.

"Qualcosa non va?"

Kim ha tracciato la via e ora non può tornare sui suoi passi così è costretto a percorrere il sentiero fino in fondo sperando che non finisca in un precipizio.

"Ho fame e sono stanco di stare fermo qui!" sbuffa spazientito.

"Sai dirmi quanto tempo sei tato fermo li?"

"Perchè è importante?"

Kamol si alza dalla poltrona e il diaframma costretto dalla postura curva ora è libero di espandersi conferendo alla sua voce un tono profondo e severo.

"Hai trascinato Pol e Tee in quel locale solo per un tuo capriccio senza alcun riguardo per loro!"

Kim stringe i denti: è in torto e lo sa bene.

"Sono qui per essere a nostra disposizione ed è per questo che sta a noi prenderci cura di loro, mi sembrava di aver già chiarito questo punto".

"Beh tu non sei da meno" gli urla di ritorno Kim.

Unforgotten night (a modo mio)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora