Capitolo 2

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Nell'attimo in cui firmo il contratto ci vogliono solo un paio d'ore per farmi uscire in tailleur nero, esattamente come ci sono entrata, dalla porta principale con un arrivederci pronunciato a denti stretti dalla guardia carceraria all'ingresso. Sul ciglio della strada Castillo mi aspetta appoggiato alla sua macchina vecchia grigia fumando un sigaro, sorretto dal solito bastone "Com'è?" mi chiede mentre mi avvicino a lui.

"Che cosa?" gli chiedo in un sorriso spontaneo mentre respiro aria di libertà e mi godo i raggi del sole che mi colpiscono direttamente il viso senza più le sbarre che ne impediscono il passaggio.

"La libertà" mi risponde tirando fuori dalla tasca dei pantaloni un pacchetto di sigaretta.

Ne prendo una e lui me l'accende, sbuffo una nuvola di fumo e mi guardo intorno. Orizzonti infiniti intorno a me "Meravigliosa" rispondo con lo sguardo sognante mentre faccio fatica a rendermi conto che sono davvero fuori, sono libera.

Gira il polso e butta l'occhio sul suo orologio "Mi dispiace rovinarti il momento ma.."

"Dobbiamo andare" dico finendo la frase al suo posto.

"Sali in macchina, Maca" mi ordina bonariamente mentre spegne il sigaro sotto la scarpa mentre io faccio gli ultimi tiri di sigaretta mentre salgo davanti dal lato del passeggero. Mette in moto e sgommiamo via, i miei occhi guardano fuori dal finestrino il panorama che non è sicuramente un granché ma per una che è stata anni in carcere tutto quello che non è un muro di cemento armato è spettacolare "Dentro al cruscotto trovi un dossier con all'interno le informazioni raccolte" lo apro e ne tiro fuori un fascicolo sottilissimo.

"Non molto" commento mentre lo apro e ne ispeziono il contenuto.

"Ha sorpreso anche me, avere un secondino dalla sua parte le ha aperto un milione di possibilità in più. Abbiamo ragione di credere che ha una disponibilità economica di un certo livello ed è con questa, unita alle sue conoscenze e alle sue capacità, che ha attraversato il confine" mi informa mentre tiene lo sguardo ancorato alla strada "Non sappiamo che cosa voglia fare, non è il tipo a cui piace starsene con le mani in mano, dovrai scoprirlo tu"

"Ma per poterlo fare, prima devo trovarla.. Le sue ultime tracce?" chiedo mentre leggo i fogli, informazioni del tutto inutili, questo spiega perché hanno bisogno di me.

"Lisbona" mi risponde ma dal tono capisco che lui non crede che sia più lì, mi guarda e si accorge del mio silenzio "A che cosa pensi?"

"L'ultima volta che sono evasa con lei aveva agganci in Marocco.. io trovai un cellulare e chiamai Fabio bruciandole il piano.. non tornerebbe mai lì perché sarebbe scontato e troppo prevedibile.. ovunque si trovi, ha scelto una città conosciuta con agganci vicino a lei.. devo andare a Lisbona, nell'ultimo posto in cui avete avuto sue notizie, e poi vedrò" chiudo il fascicolo e me lo tengo sulle gambe "Non sono un agente, non sono sicura che riuscirò a farcela, Castillo"

"Come ti ho detto, hai tutto il tempo a disposizione.. devi solo tenere quel cellulare con te" indica il cruscotto e trovo i miei documenti, dei soldi e un cellulare nuovo "C'è il mio numero salvato, l'unico contatto sarò io, non voglio metterti in pericolo. Non avrai registratori, microspie o auricolari.. è la prima cosa che controllerà ma è anche vero che non avrai un appoggio vicino" mi informa serio e concreto come non l'ho mai visto, mi sta parlando in veste di agente e non di vecchio amico, mi fa strano vederlo vestire questi panni.

"Sono abituata ad essere sola.. se non mi mettete in pericolo, posso accettare il fatto di non avere una copertura" mi guardo intorno mentre cerco di capire dove siamo diretti "Lei non si fida di me.. e, visto quello che sto facendo, ha ragione.. le ho già fottuto un'evasione, non mi aspetto che mi accolga a braccia aperte"

Si ferma al semaforo rosso e ne approfitta per guardarmi negli occhi "Fai in modo che si fidi di te.. conosco il vostro trascorso, so che non sarà facile ma ho ragione di credere che alla fine, se saprai giocare bene le tue carte, lei riporrà la fiducia necessaria per rivelarti tutto ciò che serve"

Sbuffo una risata mentre il semaforo torna verde e la macchina riparte "Come fai a sapere che si fiderà di me? Stiamo parlando di Zulema Zahir.. sarà già tanto che non mi uccida non appena poserà gli occhi su di me"

"Te lo spiegherò un giorno.. quando scoprirò che questa sensazione è vera e reale.. non voglio dirti nulla per evitare di influenzarti" mi risponde sorridendomi divertito, è come se fosse al corrente di ciò che capiterà nel mio futuro.

"Perdona la domanda ma.. dove stiamo andando?" Chiedo non riconoscendo più la strada.

"Devi andare a Lisbona no? Il tuo aereo parte tra quaranta minuti" mi informa così tranquillo nel comunicarmelo che mi spiazza completamente.

"Ho bisogno di una doccia e di cambiarmi, che cosa vuol dire che ho un aereo tra quaranta minuti?!" Chiedo in panico non appena realizzo che non sta scherzando.

"Sul jet troverai una valigia con vestiti puliti della tua taglia e scarpe.. c'è un po' di tutto, consideralo un regalo della polizia e un incentivo per non perdere di vista l'obiettivo.. inoltre in bagno potrai sistemarti come vuoi" prende una via laterale che porta fuori città e subito il mio sguardo cade su delle indicazioni verso un aereoporto piccolino "Non ti preoccupare per le tue di tracce, abbiamo costruito una serie di informazioni facilmente verificabili che giustificano il fatto che sei uscita.. cavilli legali agevolati anche dal tentativo di omicidio che hai subito.. cazzate legali che qualsiasi persona comune che non è un avvocato crederebbe"

Guardo davanti a me sapendo già come potrebbe reagire la mia nemica "Zulema farà domande, le altre saranno solo contente di vedermi mentre lei.. vorrà risposte"

"E tu avrai occasione di fornirle tutte le giustificazioni del mondo.. credo che tu la conosca meglio di noi, andrà bene Maca" mi assicura mentre entriamo in una pista privata con una fila di jet parcheggiati da un lato "E per qualsiasi cosa, chiamami" parcheggia e scendiamo dall'auto "Il volo dura tre ore, il pilota è uno della marina.. è un aereo privato, più facile da spostare.. avrai modo di muoverti con facilità. Lui sarà la tua ombra, almeno all'inizio.. dopodiché sarai sola" guarda il suo orologio e ci rendiamo conto che il tempo è denaro.

Un uomo alto e dal fisico asciutto in divisa ci raggiunge "Tutto a posto, pronti al decollo, signore"

"Molto bene, Johnson.. ti presento la tua unica passeggera" gli risponde Castillo indicandomi.

Ci stringiamo la mano "Grazie per il passaggio"

"Ordini" mi risponde con un sorriso ampio "È un piacere"

"Perfetto allora.. ci sentiamo Maca" abbraccio Castillo prima di salire sull'aereo subito dopo il mio pilota, non appena entro in cabina mi rendo conto che la missione non è semplice ma che ne vale sicuramente la pena.

Mi siedo su uno dei sedili in pelle beige e allaccio le cinture per il decollo.

L'avventura è appena iniziata.

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