Capitolo 70

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ZULEMA (Il giorno dopo)

Le ore passano lentamente quando sei dietro le sbarre e ti sembra di rimanere bloccato nel tempo, quando tutto il resto va avanti. Preferivo morire piuttosto che tornare qui. L'avvocato che mi hanno assegnato è un'incapace, non ha saputo nemmeno dirmi quando mi trasferiranno. Mi sento un leone in gabbia. La rabbia e il risentimento stanno alimentando il mio corpo. Ma non posso negare il fatto che in un angolo remoto e soffocato della mia mante ci abita ancora lei, insieme a tutto ciò che la riguarda.

Mi ha tradita. La odio.
Mi ha ferita. La detesto.

Eppure il suo viso di tanto in tanto spunta come immagine nella mia mente facendomi un male tremendo.

Soffro.
E più soffro, più mi impongo di dimenticare.

Rivederla non ha fatto altro che lacerare maggiormente le mie ferite. Non mi interessa cercare di capirla, non voglio più averci niente a che fare e spero che dopo l'ultima visita si sia convinta a lasciarmi in pace.

Un battere sulle sbarre mi fa spalancare gli occhi, quel secondino viscido che mi ha fatto qualche avance mi guarda con quel sorrisetto schifoso sulle labbra. Mi ricorda Hierro e no, non è un complimento "Zahir, il tuo avvocato nerd vuole vederti" mi alzo in piedi un po' confusa e perplessa ma non lo mostro esternamente, non avevo alcun appuntamento con lui. Mi ammanettano i polsi e mi scortano fino alla sala interrogatori 5.

Appena entro però mi accorgo che quello non è affatto il mio avvocato "Potete levarle le manette? Deve revisionare dei fogli e fare qualche firma, non ci riuscirà ridotta così" ordina e viene eseguito come da sua richiesta. Mi massaggio i polsi mentre aspetto che la porta si richiuda, lasciandoci soli.

"Fill" sorrido scaltra mentre lo guardo negli occhi fiera "Che sta succedendo?" Chiedo sedendomi sul tavolo, lui mi passa una sigaretta e poi fa scattare l'accendino davanti al mio viso. Una nuvola di fumo si divampa bella stanza e ringrazio la qualità scadente di questo edificio, che non ha nemmeno l'allarme antincendio e i rivelatori di fumo.

"Tu.. stai per uscire" risponde con un ghigno sul viso "Ecco quello che faremo"

MACARENA (durante la notte precedente)

Raduno tutti. Avremmo bisogno di ognuno di loro. La squadra Liv, Fill e Tristan, Saray e Riccia e chiamo ancora Mark, il nostro autista/maggiordomo/cuoco e chissà cos'altro.

Ci raduniamo intorno ad un tavolo in casa e sento i loro sguardi giudicanti addosso "Allora so che non vi fidate di me e probabilmente avete ragione ma è anche vero che non avete altra scelta" prendo una cartina enorme e la distendo sul tavolo "..questa è la planimetria"

"Chi l'ha disegnata?" Chiede Liv vedendo che sono delle linee perfette in penna.

"Io" ho fatto in modo di memorizzare quel posto nel più piccolo dettaglio.

"Pazzesco" commenta Fill.

"Conosco quel posto a memoria" elenco tutti i livelli di sicurezza, evidenziando sia i punti forti che quelli deboli, mi serve più di un'ora per spiegare tutto "Uno di voi interpreterà l'avvocato di Zulema, le interazioni avvocato cliente non sono registrate per motivi di privacy e vi darà la possibilità di aggiornarla su quello che stiamo per fare.. Fill.. sarai tu" punto lo sguardo nel suo e mi accenna un gesto con la testa per dirmi che è pronto "Per prima cosa imporrai alle guardie di levarle le manette.. farai in modo che possa essere più libera dei movimenti.. e nasconderai questo in valigia" gli metto una parrucca marrone e un cambio di vestiti eleganti, gli stessi che mi costrinsero a indossare "La farai cambiare.. non può girare nell'edificio con quella tuta, sarebbe come un cazzo si semaforo luminoso"

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