Capitolo 39

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Siamo state per settimane in questa bolla rosa nel quale abbiamo dato sfogo ad ogni più intimo desiderio. Ci siamo baciate così tanto da consumarci e ho perso il conto delle volte in cui i nostri corpi si sono fusi in un unico fuoco ardente. Ci siamo lasciate alle spalle quel limite che avevamo saggiamente tracciato senza mai chiederci se stessimo facendo la cosa giusta, nemmeno una volta. Perché quell'insieme di errori, uno dopo l'altro, avevano il gustoso sapore del proibito.

Così, più mi avvicinavo a lei e più perdevo me stessa.

La desideravo in modo cieco e viscerale, come se ogni cellula del mio corpo fosse schiava del suo tocco.

Avevo letteralmente mangiato il frutto proibito e la valanga di conseguenze aveva iniziato a formarsi, sassolino dopo sassolino. Io non la vedevo ma sapevo dentro di me che prima o poi sarei stata travolta.

"Chiunque ti stia seguendo, deve avere un motivo" mi dice lei stando alla scrivania "Possibile che non ti venga in mente nulla?" Scuoto la testa mentre cammino avanti e indietro nel suo ufficio, tormentata dai miei demoni "Macarena, tu sei sincera con me?"

Mi blocco e la guardo in panico "E perché adesso mi fai questa domanda!?" Le chiedo aprendo leggermente le braccia "Ti ho detto che non lo so! Ma ho la soluzione a questo.."

"Ne abbiamo già parlato.. e ho già detto di no!" mi risponde categorica mentre incrocia le braccia al petto "Non lascerò che tu faccia da esca per vedere se abboccano"

"Starai in agguato, pronta a a intervenire.. non sono sola, è la soluzione giusta e anche l'unica" mi fermo davanti alla finestra e guardo il cielo ricoperto da nuvole grigie "Questa cosa va risolta"

"Lascia che me ne occupi io" la sua voce arriva lontana ma il tono determinato resta invariato.

"Non puoi rinchiudermi qui" scuoto la testa incrociando le braccia al petto "È dal giorno della cascata che non metto un piede fuori casa ed è passata più di una settimana!"

"A me non sembrava che tu avessi tutta questa voglia di farti delle passeggiate all'aria aperta.." allude alle intense sessioni di natura sessuale che abbiamo avuto nelle ultime settimane, lo dice per provocarmi e un leggero sorriso divertito nasce sul mio viso "Anzi.. ad essere sincera.. non mi sembrava che tu volessi uscire proprio dal letto"

Mi volto e la guardo intensamente negli occhi "Zulema.. per quanto adori stare con te.. ho bisogno di uscire" ho scritto a Johnson e lui non mi ha più ricontattata, probabilmente aspetta che io metta un piede fuori da quella cazzo di porta ma non posso farlo se lei veglia su di me come un falchetto. Scosta la sedia dalla scrivania e mi avvicino a lei, sedendomi sulle sue gambe, incrocio le braccia dietro le spalle "Per favore" aggiungo in un sorrisetto scaltro mentre avvicino le labbra alle sue "Immagini i modi in cui potrei ringraziarti?" Sussurro piano e sento il suo corpo accendersi.

Le sue mani mi accarezzano la schiena, scendono sul mio sedere e si intrufolano sotto il vestito "Indossi sempre degli abiti troppo corti" mi sussurra mentre sento le sue mani accarezzarmi il sedere e ci pianta le unghie facendomi gemere.

Le mie labbra sfiorano il suo orecchio mentre le sussurro "A me non sembra che lo disprezzi.. mi spogli con gli occhi e poi.. è più facile farlo.. vedo solo benefici"

"Non sono solo io a guardarti.." mi prende il viso con forza e mi stringe il mento "Tu sei solo mia"

Rido "Non sono affatto tua" le sue unghie mi graffiano il sedere "Non ti appartengo" aggiungo e lei mi morde forte il collo "Non siamo nulla" le sue labbra scendono sulla mia scollatura e mi morde una parte del seno lasciata scoperta "Non hai alcuna voce in capitolo"

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