Capitolo 27

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MACARENA

Mi volto nella direzione della voce. Hierro sulla soglia della porta mi sta squadrando con occhi furenti. Non so cosa gli stia passando per la testa ma la verità è che mi spaventa. Farò di tutto per non mostrarlo.

"Ho risolto quelle questioni e siamo a cavallo.. c'è voluto un po' per convincerli ed è il motivo principale per cui abbiamo fatto tardi" la voce di Lei, in una bugia non del tutto convincente, mi arriva alle orecchie prima che il possa realizzare qualcosa.

"Poi, visto che ci metteva troppo, ho fatto un giro per la città.. mi sono persa e, non avendo modo di contattarla, ha perso tempo per cercarmi" aggiungo io, condendo la bugia con altre bugie.

"Avrei voluto lasciarcela ma aveva lei le chiavi dell'auto" mi appoggia Zulema, facendo ridere le nostre amiche.

Lui sembra crederci, siamo brave a fare un fronte unito ed è una cosa che ormai sappiamo da anni. Siamo ottime nemiche ma quando giochiamo in squadra siamo imbattibili "L'importante è che sei a casa, amore" trattengo una smorfia quando sento pronunciare l'ultima parola. La guarda come un gatto famelico e avanza nella sua direzione, so già cosa sta per fare e io abbasso lo sguardo perché non voglio vedere. Ho bisogno di non guardare. Arriva davanti a lei e i miei occhi puntano l'angolo opposto della stanza "Che fai? Non mi saluti!?" Mi volto di scatto e la guardo mentre lei ha il viso totalmente girato dalla mia parte. Non lo ha baciato. Ha mantenuto la promessa e ha scostato il viso all'ultimo. La guardo, un po' sorpresa e un po' grata mentre lei accenna un impercettibile sorriso mentre ricambia il mio sguardo. Ci siamo capite senza dire nemmeno una parola.

"Ciao" gli sorride falsamente e fa un passo indietro, sottraendosi nuovamente al bacio che mi aspettavo arrivasse.

Hierro assottiglia lo sguardo "Mi prendi in giro?" Rispettare quella promessa la sta mettendo in seria difficoltà, lui avanza nella sua direzione e lei non si lascia sfiorare sotto gli sguardi stupefatti delle altre.

Vederla così a disagio e tesa mi spinge a mettermi in mezzo "Che c'è Hierro? Se non ricevi il tuo bacino non sei contento?" Provocazione così fastidiosa che farebbe incazzare chiunque, ed è quello che voglio, che lui si incazzi con me e che lasci stare lei.

Il suo sguardo adirato scatta nel mio, già pronto per sfidarlo "Tu!"

Scoppio a ridere "Più che a un secondino, sembri più un bambino... Fa anche rima" scatta verso di me e mi prende per la gola stringendo forte, mi sbatte contro la parete con forza, mi fa male tutto ma continuo a sfidarlo con un ghigno sul viso "È questo che sei non è vero? Violenza, prepotenza, aggressività.. eri perfetto per quel lavoro.. castigare per sfogare il marcio che hai dentro" stringe la presa ma non mi fa paura, ho un sorriso soddisfatto sul viso "Ma sei anche un viscido.. perché ti permetti di farlo solo con chi è più debole, chi non si può difendere.. sei un vigliacco.. ed è per questo che sei morto dentro.."

"Se non stai zitta, ti giuro che ti spezzo il collo" ringhia a un centimetro dal mio viso mentre io continuo ad avere quel sorrisetto sulle labbra.

I rumori metallici delle pistole delle mie amiche sono la risposta, ridacchio nel vederle tutte e tre puntare le armi alla sua testa "Non lo hai ancora capito? Non sei tu che comandi qui" lui si guarda intorno e capisce la situazione, prima di concentrarsi nuovamente su di me "Non vali un cazzo, Hierro. Sei sacrificabile. Il fatto che tu sia ancora in piedi sulle tue gambe, che tu possa ancora respirare, non significa proprio un cazzo"

"Antonio.. mollala" l'ordine dello scorpione arriva a spezzare pochi istanti di silenzio. Tutte e tre mettono il colpo in canna "Mollala" ripete in un ringhio così furente da fare tremare anche me. Lui lascia andare di colpo la presa. Crollo a terra e inizio a tossire.

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