Capitolo 65

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Non mi sono medicata le ferite, non mi importa un cazzo del male che mi fanno. Anzi, quel male in un certo senso mi fa stare bene. Le nocche sono ridotte male, le mani sono doloranti e non escludo di aver causato qualche lesione. Scendo in cucina, loro sono già a tavola. Mi siedo al mio posto guardando ovunque tranne davanti a me.

"Vuoi un po' di pasta?" Mi chiede Riccia sfiorandomi il braccio.

"No..grazie" guardo il mio piatto vuoto davanti.

"Se vuoi in frigo c'è.." propone Saray.

"Sono a posto" mi alzo senza aver toccato cibo, la sola idea di mettere qualcosa sotto i denti mi fa venire la nausea. Metto a posto piatti e posate, così lucide che potrei specchiarmi.

"Non dovresti continuare a saltare i pasti" mi rimprovera bonariamente Riccia.

"Non ho fame" rispondo uscendo dalla cucina.

Non riesco a stare con loro.
Non ce la faccio.

ZULEMA

La guardo uscire dalla cucina senza aver toccato cibo. Qualcosa non va e non me lo dirá mai.

"Ok.. che le hai fatto?" Saray si rivolge a me con l'assoluta certezza che sono la causa di questa sua chiusura.

"Niente!" Esclamo quasi offesa "Stanotte è.. andata molto bene e stamattina è uscita che stava bene.." spiego semplicemente sentendo lo sguardo severo di entrambe addosso "È rientrata che era già così"

"E non hai pensato di chiederglielo?" Mi propone Riccia un po' infastidita.

Rido "Hai ragione, cazzo.. non ci avevo proprio pensato.." rispondo ironica e tesa "Non si è nemmeno lasciata sfiorare da me"

"Ha paura per stasera" dice sicura Saray giocherellando con le sue lunghe ciocche more "Perderti è come perdere se stessa.. tu invece sembri tranquilla quando sai che questa cosa è una cazzata.. sai bene che le probabilità di uscirne vive è minima.. lei non è un'idiota e lo ha capito.. pare che l'unica che non vuole ragionare sei proprio tu, Hermana"

"Voglio fare questo colpo, nessuno l'ha obbligata a venire" rispondo nervosa sbattendo una mano sul tavolo mentre mi alzo. Getto il piatto nel lavello rompendolo "Nessuno le ha imposto di rischiare"

"Lo sta facendo per te" mi volto di scatto e guardo Riccia. Non posso credere che proprio lei mi stia parlando di questo "Vuole venire per assicurarsi che tu ne esca viva perché ti ama.. cosa cazzo non capisci?" Si alza e mi guarda, severa in volto "Lei è la cosa migliore che ti sia capitata e ogni minuto che passo con te è il costante promemoria del fatto che tu non ne sarai mai degna"

Abbasso la testa sospirando. Mi passo una mano sul viso e mi rendo conto che non posso cambiare ciò che sono e che forse lei ha ragione. Non siamo fatte per stare insieme "Devo parlare con lei" esco dalla cucina e la cerco. Nella sua camera, in sala e poi esco in veranda. La vedo camminare sulla spiaggia con i capelli mossi dal vento. È la creatura più bella che abbia mai visto. Così assorta nei suoi pensieri che nemmeno si accorge che sono accanto a lei.

Finché non alza la testa e incontra il mio sguardo "Se non fossi stata chiara.. adesso te lo dico esplicitamente.. ho bisogno di spaz-" la afferro e la tiro a me in un bacio. La sorprendo e all'inizio non reagisce. Tengo il suo viso saldo attaccato al mio mentre muovo le nostre labbra in quel incastro perfetto che è il nostro amore. La mia lingua si insinua fino a incontrare la sua. Mi ricambia. Mi tiene a sé. Non può evitarlo come non posso io.

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