Capitolo 11

249 20 14
                                    

Cos'è il rischio? Quella sensazione di adrenalina forte che ti prende lo stomaco e riempie la pelle di brividi di emozione, la testa si annebbia e la gola si secca.

Ecco cos'è.
Adrenalina.
Pericolo.
Brivido.

Sai che tutto potrebbe andare bene oppure no.
Una combinazione di probabilità mosse anche dalla fortuna e tutto può verificarsi in un modo o nell'altro diametralmente opposto.

Sto vivendo insieme di rischi e per adesso sembra tutto oscillare in un equilibrio precario ma non so per quanto ancora la bilancia riuscirà a rimanere stabile.

Esco dalla mia camera dopo aver dormito un paio d'ore, che poi dire di aver dormito è un'esagerazione.. diciamo che ho riposato gli occhi.

Il suo profumo.
La sua prepotenza.
Il mio corpo.

Sapevo che giocare al suo gioco mi avrebbe subito in una posizione di svantaggio, mai avrei pensato che mi sarebbe piaciuto così tanto.

Paura.
Ho molta paura.
Non di lei, di me.
Ho paura di me, di ciò che mi sembra di sentire, del mio imprevisto interesse.

Incrocio nel corridoio, esattamente come ieri mattina, quel topo di fogna che non appena mi vede, mi sorride "Buongiorno"

"Hierro" rispondo glaciale, ancora più fredda e tagliente della prima volta.

"Io non ti piaccio proprio eh" commenta alle mie spalle, con un atteggiamento piuttosto divertito che mi spinge a voltarmi per guardarlo.

"No ma.. Ti tollero" rispondo con un sorriso talmente falso che potrebbe sembrare una sorta di paralisi.

"Perché?" Chiede realmente interessato, come se non fosse assolutamente abituato ad avere persone che mostrano il mio stesso atteggiamento nei suoi confronti.

"Non c'è una ragione" mento spudoratamente sapendo che se aprissimo questo vaso di Pandora scoppierebbe l'ennesimo caos.

"Bugia.." ed era chiaro perché nessuno adotterebbe mai questa freddezza senza motivo, si avvicina a me pur mantenendo una sorte di distanza di sicurezza "Dimmelo, non mi offendo"

Resto a guardarlo negli occhi, è chiaramente marcio fino al midollo ma non è pericoloso, è solo uno smidollato "Un'altra volta magari"

La mia risposta non gli piace per niente infatti mi prende per le spalle e mi sbatte contro la parete del corridoio con prepotenza sovrastandomi con il suo corpo, la sensazione che provo è di disgusto e rabbia "Che devo fare per farti parlare?"

Serro la mascella e lo fulmino con lo sguardo, lo odio e questo sentimento non fa altro che crescere "Intanto allontanati" ringhio.

Lui ovviamente non mi dà retta, alza una mano e mi accarezza il viso che scosto disgustata, porta una ciocca di capelli dietro all'orecchio e una parte di me si chiede come cazzo fa Zulema ad andare a letto con uno così "Sei di una bellezza disarmante"

Punto lo sguardo nel suo e sento la rabbia percorrermi l'intero corpo, come se mi scorresse direttamente nelle vene e la sentissi circolare sotto la pelle, nella mia carne "Sono anche parecchio disgustata"

Sbuffa una risata mentre mi tiene contro la parete "Da me?"

Lo spingo via con tutta la mia forza e riesco a liberarmi dalla sua presa "Tu sei un viscido"

Ride più rumorosamente "Wow.. dritta al punto"

Se il caos deve proprio abitare questa nave, voglio dare io l'inizio di tutto. Sfogo perciò la mia rabbia dando voce ai miei pensieri "Lei non è una santa.. anzi direi che è l'esatto opposto di una santa ma ti tratta con un minimo di dignità.. e non ti ha fatto un cazzo mentre tu.." gli punto il dito contro mentre mi avvicino con la rabbia che, invece di diminuire, aumenta esponenzialmente "Tu dov'eri quando Fatima veniva stuprata? Dov'eri quando l'hanno ammazzata?" Io non c'ero ma le mie compagne mi hanno raccontato tutto, per filo e per segno, nel minimo dettaglio. Lui. Lui sapeva e non ha fatto nulla.

True LiesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora