Capitolo 44

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Scelgo di farmi una doccia, lavarla via e tutti i pensieri che le dedico. Mi ripeto che è una stronza, una figlia di puttana senza cuore, una persona a cui mai mi sarei dovuta avvicinare in quel modo. Me lo ripeto senza sosta come una sorta di mantra. Me lo ripeto perché ho bisogno di credere che niente ha avuto valore, che i miei sentimenti non erano reali e che noi abbiamo solo dato sfogo a una chimica che c'era. Mi racconto una sacco di storielle, per renderlo anche solo più sopportabile. Quando esco, lascio i capelli umidi piovermi sulle spalle e indosso un paio di pantaloni con un maglietta, roba semplice senza impegno. Mi trucco quel tanto che basta per mascherare le occhiaie che si sono formate a causa delle notte insonni ma soprattutto il gonfiore dal pianto. Perché la verità è che ho versato una quantità indescrivibile di lacrime per lei. E questo.. va a smontare proprio tutto quello che mi racconto.

Scendo le scale e trovo Saray, che per prima cosa mi abbraccia forte "Tu sei sempre bellissima"

"E tu sei sempre una bugiarda" rispondo facendola ridere.

"L'ha spedita via immediatamente con fermezza.. ha cercato di abbindolarla ma senza successo.. non si è concessa né niente.. l'ha cacciata via con la promessa di non vedersi mai più.. saresti stata fiera di lei" mi risponde portandomi una ciocca dietro l'orecchio. Mi informa pur sapendo che non ho chiesto nulla, forse inconsciamente avevo bisogno di saperlo.

"Già" abbasso lo sguardo, fa male. Fa così male da non riuscire a respirare "Saray io.. credo di.."

"Lo so" risponde senza lasciarmi parlare "Ti avevo detto di stare attenta.. ma in fondo credo che arrivare a questo punto fosse inevitabile.. glielo hai detto?" Scuoto la testa tenendola bassa.

"Saray, voglio solo che finisca" mi passo una mano sulla fronte "Voglio voltare pagina"

"Okay.. allora stasera usciamo" mi dà una leggera pacca sulla spalla "Vediamo di togliere una certa mora dalla testa e dal cuore di una certa bionda" mi circonda le spalle con il suo lungo braccio e mi trascina in cucina.

"È quasi pronta" ci informa Riccia guardandoci con il sorriso "Qualcuno chiama Zulema?"

"Non ce n'è bisogno.. sono qui" la sua voce viene alle mie spalle, mi sorpassa con indifferenza e si siede a tavola. La maschera. La protezione. Io uso la rabbia mentre lei usa questa e io ho sempre pensato che la sua facesse un male terribile.

Ci sediamo a tavola insieme a lei e iniziamo a mangiare. Il tutto accade in un profondo silenzio dove nessuno ha il coraggio di spezzare. Io non ho voglia di interagire e le altre sembrano in seria difficoltà. Saray è la prima a rivolgersi a Zulema con una spensieratezza disarmante le rivela le nostre intenzioni "Hermana, io e Riccia portiamo la biondina nel nuovo locale che hanno aperto sulla spiaggia.. il dress code di questa sera è rosso" fa una leggera pausa e mi guarda, lei è una fantastica stronza che non perde occasione di evidenziarlo "Farai sicuramente colpo.. ti dona quel colore!" Accenno ad un sorriso gentile prima di riportare la testa sul piatto.

Lei impugna le posate stringendole, per un attimo ho creduto che si stessero per spezzare, poi prende il suo piatto e nell'alzarsi da tavola dice "Divertitevi" non ha più motivi per trattenermi qui e lei lo sa. La gelosia che sta cercando di controllare è evidente a tutte. Zulema è un gigantesco mistero irrisolvibile e sono stanca di cercare motivazioni nei suoi atteggiamenti.

"Ottimo" Saray mi guarda facendomi di nascosto l'occhiolino, è evidente che l'ha notato anche lei "Tutte d'accordo quindi" mi regala un sorriso d'incoraggiamento mentre a me si è appena chiuso lo stomaco, di nuovo.

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