Capitolo 42

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Si baciano davanti a me.

Zulema la stringe a sé mentre Helena si muove sul suo corpo. Chimica. Passione.

Non ero nulla. La sostituta. La brutta copia.

Che ingenua di merda.

Abbasso lo sguardo, incapace di dire o fare qualsiasi cosa. Sono bloccata. Immobile. Non so cosa dire, cosa fare, cosa pensare. Sono rotta. Un giocattolo rotto.

Inizio a scuotere la testa confusa, amareggiata, delusa, ferita, nervosa, arrabbiata. Tutte emozioni negative messe insieme come un vortice che mi colpisce levandomi il fiato e l'unica frase che mi viene in mente è..

Lo sapevo, sono un'idiota.

Ci ho sperato davvero fino all'ultimo. Ho sperato di sbagliarmi. Ho sperato che quello che abbiamo vissuto per mesi avesse avuto un valore. Ho sperato che lei di ricordasse di me. Se la speranza è davvero l'ultima a morire, le ho appena celebrato il funerale.

Saray si sposta al mio fianco, la guardo e nel momento in cui lo faccio una lacrima scivola sulla mia guancia. La prima di molte che silenziose si fanno strada. Mi ero innamorata. Lo sento dentro che qualcosa si è spezzato, probabilmente il mio cuore.

"Mi dispiace" è tutto ciò che mi dice e lo pensa davvero, glielo leggo in quello sguardo mortificato.

Poi non so come sia possibile ma Zulema si accorge di me.

Sposta Helena dal suo corpo e inizia a camminare verso di me. Non sono in grado di affrontare nessuna delle due ora come ora "Saray, non voglio parlarle adesso" rientro dentro e mi rifugio in camera.

ZULEMA

Non so nemmeno come sia potuto accadere ma Helena mi ha spinta a terra e mi ha baciata. Nel momento in cui lo ha fatto, tutto mi è parso più chiaro. Non ho provato assolutamente nulla. L'ho lasciata fare per un po' e anche le sue mani, che sfioravano il mio corpo, non mi davano alcuna sensazione. Erano ricordi che avevo idealizzato. Adesso ho molto di più, posso avere di più. Poi qualcosa dentro di me mi ha spinta a guardarmi alle spalle. Cosa? Semplicemente lo sguardo di Macarena, che ogni volta brucia sulla mia pelle. Ho sentito quella sensazione e nel momento in cui mi sono girata, l'ho vista guardarmi.

Spingo via Helena dal mio corpo e devo attraversare tutta la spiaggia per andare da lei, che è rientrata in casa. Faccio i primi gradini sotto lo sguardo giudicante di Saray, si mette sulla mia strada "Ha detto che non vuole vederti"

"Lasciami passare" le ordino "Devo parlare con lei".

"No" non ho mai sentito quel tono provenire dalla gitana. La guardo negli occhi e vedo una profonda delusione "Noi da quanto tempo vi conosciamo?"

"Devo fare il conto?" Chiedo ironica.

"Sì per favore" il per favore lo dice tra i denti.

"Credo.. ventinove anni più o meno" le rispondo pensandoci bene.

"E in ventinove anni quante volte non mi hai trovata dalla tua parte a difenderti anche quando era impossibile farlo?" Mi chiede incrociando le braccia al petto.

"Nemmeno una" rispondo diretta, lei è sempre stata al mio fianco.

"Tu non hai visto la sua faccia" non è il cosa ma il come lo dice, un sottile tono di voce che mi entra dentro scalfendo le mie mura e mi lacera il petto "Sembrava aver appena visto un fantasma! Non se lo merita.." scuote la testa incredula.

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