Capitolo 23

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"Mi fai entrare?"

Ricordo che ero divisa a metà. Una parte di me era davvero contenta di vederla mentre l'altra voleva solo chiuderle la porta per lasciarla fuori dalla stanza, non perché avesse fatto qualcosa ma perché dentro di me iniziava a cambiare qualcosa.

Mi appoggio alla porta e la guardo, i miei occhi si posano sul suo corpo per un istante prima di riportarli nei suoi "Perché?"

"Voglio parlare con te" mi spiega, quattro parole che non significano molto messe insieme. Eppure riescono a farmi battere il cuore come un adolescente alla prima cotta, sensazione sgradevole e inopportuna viste le circostanze.

"È tardi, va a dormire" provo a chiederle la porta in faccia, con la volontà di allontanarla. Fisicamente, mentalmente ma soprattutto emotivamente.

Con il piede la blocca, costringendomi a riaprirla. Alzo lo sguardo al cielo sbuffando e sento il suo tono farsi più duro "Fammi entrare, Macarena"

Le volte in cui mi ha chiamata con il mio nome completo posso contarle sulle dita di una mano sola. Sbuffo una risata nervosa mentre mi allontano dalla porta, lei entra e la richiude alle mie spalle. Non la guardo, le sto dando le spalle perché sento il nervoso riaffiorare, incrementato anche dal fatto che mi odio per averle permesso di entrare nella mia corazza "Quello che è successo.."

"Mi hai messo tu in questa situazione!" Esclamo voltandomi di scatto per puntarle il dito contro.

"Lui non ha il diritto di aggredirti" sembra arrabbiata quanto me. Mi chiedo se lei ha i miei stessi problemi, i miei stessi pensieri. Vorrei sapere se lei, proprio come me, non sa come gestire la situazione e ne ha paura. Mi piacerebbe sapere se lei ha paura come me. Mi farebbe sentire meno sola e anche molto meno scema.

"Lui ha il diritto di fare una scenata! È il tuo ragazzo! Mi vede come una minaccia senza sapere nemmeno quante ragioni ha per odiarmi! Ha il diritto di fare quello che fatto e detesto difenderlo ma è questa la verità.." continuiamo a litigare a bassa voce per non farci sentire. Ma nonostante i toni, è evidente che entrambe siamo molto nervose.

"Lui mi ha portato via tutto.. non è niente e sai bene perché è qui, il motivo te l'ho già spiegato" si siede sul letto e mi guarda, sembra calmarsi e il suo modo di fare cambia drasticamente "Che devo fare?" È una domanda retorica ovviamente, ha fatto un patto con il diavolo e adesso deve rispettarlo. Chi meglio di me può capire?

"Lui.. ti continua a portare via.. pezzi di te" mi passo la mano sul viso sapendo che lei merita una tregua. Lei non è cattiva, è solo persa, sola e tremendamente sfortunata "So che vuoi svicolarti, tornare indietro e non accettare simili condizioni, so che vuoi che le cose andassero diversamente.. ma il fatto è che non puoi" non so più se sto parlando di me o di lei "Forse la cosa migliore è evitare di rendere le cose ancora più difficili"

Aggrotta la fronte mentre mi guarda, le servono qualche istante per capire che mi sto riferendo a quello che non c'è ma che ci potrebbe essere fra noi "No"

"Zulema.." provo a dirle andandole davanti, lei è più alta di me e da seduta siamo quasi alla stessa altezza.

"Finalmente sto facendo qualcosa per me" mi prende una mano e inizia a giocare con le mie dita "Di qualsiasi cosa si tratti.. probabilmente è solo una chimica forte o attrazione fisica o come lo vuoi chiamare ma ci fa bene.. lo vedo che fa bene ad entrambe"

Le accarezzo il viso, mi sembra così piccola in questo momento "Più andremo avanti e più sarà complicato da gestire.. ti ho già detto che.."

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