Prologo

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OGGI

Sorseggio il mio the tiepido al profumo d'arancia in piazza San Marco a Venezia con un vestito succinto rosso e i tacchi a spillo vertiginosi. I capelli mossi lunghi biondi che mi incorniciano il viso cadono morbidi sulle spalle lasciate scoperte dall'ampia scollatura dell'abito e la pelle è leggermente dorata dal sole caldo di metà giugno.

Sono cambiata.
Lo sento dentro di me che tutto ormai è diverso, quando un amore potente ti distrugge in quel modo tutto ciò che puoi fare è spegnerti.
L'indifferenza è la miglior medicina per curare un cuore spezzato, l'ho imparato a mie spese e devo dire che una vita senza emozioni è mille volte meglio di una vita governata dai sentimenti.

Non mi importa di niente e di nessuno.

Sono superiore ad ogni cosa e tutto di me lo lascia trasparire, sono semplicemente inarrivabile.

Non ho amicizie e spesso questa mia aria arrogante allontana la maggior parte delle persone, solo qualche stupido spavaldo a volte tenta un approccio da due soldi.

Capita che li lascio vincere per regalarmi un paio d'ore di sollievo da me stessa ma, con la stessa velocità in cui entrano nel mio letto, escono senza più farci ritorno.

Non voglio legami.
Non voglio relazioni.
Non voglio niente di tutto questo perché credo di aver raggiunto l'apice della passione struggente, tutto ciò che posso provare è al di sotto delle mie aspettative e perciò insignificante.

Come se non bastasse, so per certo che nessuno reggerebbe mai il confronto.

Tanto vale non confrontare.

Ciò che è accaduto è stato straordinariamente meraviglioso anche se a tratti drammatico e doloroso. Non ricapiterà con nessun altro. Lo so bene, l'ho accettato e vivo di conseguenza

Sono diventata questa.
Non mi soffermo a capire se è positivo o negativo, è così e basta.

La Maca ingenua è morta in carcere.
La Maca dolce è morta dopo quell'esperienza.

Ora esiste solo il mio corpo e la mia mente, il cuore si limita a svolgere la sua funzione di organo vitale chiuso nella gabbia toracica e siamo tutti più tranquilli, io per prima.

Una figura passa accanto a me e si siede al mio tavolo, il bastone e l'odore di sigaretta mi indicano chi è senza nemmeno obbligarmi ad alzare il naso dal mio giornale "Che vuoi, Castillo?"

"Non te la passi poi tanto male sperperando i suoi soldi" la sua voce roca nel pronunciare questa frase si incrina maggiormente, io invece resto impassibile fingendo che non abbia scalfito minimamente la mia corazza protettiva quando invece ha toccato l'unico tasto dolente.

"Ti ho fatto una domanda" gli ricordo alzando appena lo sguardo e incontrando il suo prima di tornare sull'articolo che ormai ha perso tutto il mio interesse.

"Lei.. non si trova da nessuna parte" le mie labbra dipinte di rosso si allargano in un sorriso compiaciuto. È sempre stata brava in questo, averne l'ennesima conferma mi dà una leggera sensazione di sollievo.

"E pensi che io sappia dove si trova" deduco senza troppi problemi, piego il giornale e lo appoggio sul tavolino mentre alzo lo sguardo su di lui per un istante "Mi spiace ma non ne ho idea" non mento, non la vedo da almeno un anno e non ho intenzione di cercarla "Però trovo ironico, squallido e paradossale il modo in cui le forze dell'ordine continuino imperterrite a chiedere aiuto a un'ex carcerata per trovare un'altra ex carcerata.. non siete proprio in grado di svolgere da soli il vostro lavoro, eh?"

"Bada bene a ciò che dici, ci metto un secondo a riportarti dentro" mi minaccia serrando la mascella in una smorfia piena di rabbia mentre la sua gamba trema dal nervoso sotto il tavolo. È un tipo irascibile, lo è sempre stato, il che rende tutto molto più divertente.

"Il nostro contratto era piuttosto chiaro.. lei per la mia libertà" alzo leggermente le spalle fregandomene del resto e puntualizzo in un sorriso divertito ma anche orgoglioso "Ho svolto la mia parte in maniera impeccabile, motivo per cui ci troviamo qui e non dentro una sala interrogatori di un carcere.. Il fatto che non riuscite a tenerla dentro non è un problema mio"

"Mi vuoi far credere che vivi con i suoi soldi ma non hai contatti con lei?" domanda piuttosto interessante e lecita, ma le cose stanno davvero così. Lei se n'è andata e mi ha lasciata sola, seppur nel lusso, ma sola. Mi ha lasciata, portandosi via i pezzi più importanti di me. C'è voluto un anno per rimettermi in piedi e diventare quello che mi sembra essere soltanto l'ombra di ciò che ero un tempo. Sbuffo annoiata, finendo il mio the ormai freddo mentre osservo l'uomo davanti a me "Come ha fatto a comprarti?"

Rido divertita da questa assurda domanda "Comprarmi? Lei non mi ha comprata" mi schiarisco la voce "Mark" il mio autista si palesa accanto a me, io continuo a guardare Castillo mentre ordino "Prepara l'auto, ce ne andiamo" mi alzo in piedi e lascio i soldi sul tavolino "Prendi quello che voi, offro io" gli passo accanto e lui mi afferra per un polso.

Mi blocca, lo guardo negli occhi interrogativa "Maca.. non sei più tu" mi sussurra vestendo i panni di un genitore preoccupato, ruolo che spesso ha rappresentato negli anni in cui ne avevo più bisogno ma adesso, viste le circostanze, lo trovo solo assurdo e fastidioso "Non eri così figlia di puttana una volta"

Sorrido nuovamente mentre indosso i miei occhiali da sole, nascondendo il mio sguardo dietro le lenti scure "Infatti non mi sono mai sentita meglio" mi libero dalla sua presa e attraverso il marciapiede prima di salire a bordo sulla mia Range Rover nera.

Mark mi chiude la portiera e inizia a guidare, solo allora seduta sui sedili posteriori della mia macchina spengo quel sorriso da stronza che non mi appartiene affatto e una sola lacrima copiosa scende silenziosamente rigando la mia guancia. La scaccio via con un gesto veloce, ricordando a me stessa che non sono più così debole e che ormai si tratta solo del passato. Un passato doloroso pieno di errori commessi imperdonabili ma pur sempre passato. Mi distraggo guardando fuori dal finestrino, consapevole che se sono questa adesso è solo per colpa mia.

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