Capitolo 48

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Passiamo tutta la giornata insieme.
Come se non volessimo perdere nemmeno un istante. Non facciamo solo l'amore ma parliamo. Tantissimo. Di cose stupide, cose importanti, cose scontate, piccoli segreti. Le racconto di quando ho detto a mio fratello che Babbo Natale non esiste e i miei mi hanno messa in castigo. Lei ride. Con me ride davvero tanto e mostra quel lato che non pensavo esistesse. Lei mi racconta del suo periodo ribelle. Mi racconta gli episodi divertenti. Lasciando nello scatolone ben chiuso tutto il dolore che deve aver provato nella sua vita. La sua sofferenza. Mi parla delle cose belle, perché ci sono state anche quelle e mi fa sorridere ogni volta che le si illuminano gli occhi. Lo fa sempre quando i ricordi sono belli. Come se fossero piccole pietre preziose alle quali si aggrappa con tutta se stessa. Mi innamoro di lei ogni minuto che passa. Del suo sorriso. Della sua voce. Del suo modo spontaneo con cui mi accarezza il corpo senza alcuna malizia mentre mi parla. Del suo sguardo quando non diciamo nulla ma i nostri cuori sono impegnati in lunghe conversazioni.

Innamorarmi è stato difficile, amarla invece è facile.

Come se la difficoltà fosse stata solo nell'accettare il fatto che lei, proprio lei, mi era entrata nel cuore.

Entriamo in cucina sentendo Riccia e Saray discutere ad alta voce, restiamo sulla soglia. Lei mi abbraccia da dietro e io mi abbandono a lei. Mi accarezza la pancia e io porto le mani sulle sue, intrecciando le nostre dita. Quelle due litigano da morire ma si amano. Mi chiedo se anche noi apparivamo così. E per così intendo due deficienti orgogliose che preferiscono scannarsi piuttosto che ammettere che si vogliono bene.

"Tu non provi nulla per me!" Urla Saray gesticolando come una pazza.

"Non ho mai detto questo!" Risponde l'altra battendo una mano sul tavolo.

Tutto va avanti in una manciata di minuti, minuti che vanno sprecati secondo il mio parere. Ho come la sensazione che non sanno nemmeno il motivo per cui stanno urlando. Mi guardo con Zulema. Bisogna intervenire. Con un gesto del capo mi invita a fermare questo casino.

"Ehi!" Urlo e si zittiscono all'istante, si voltano per guardarmi un po' perplesse. Nessuno in questa casa si è mai intromesso così nelle discussioni delle altre. Ma immagino che ci sia una prima volta per tutto "Zitte e baciatevi, ora!" ordino e si guardano indecise, un po' imbarazzate e soprattutto confuse "Non sto scherzando.. andiamo!" Le indico come per evidenziare le mie parole.

Zulema mi stringe più a sé orgogliosa del mio atteggiamento aggressivo "Gitana.. devo mettermi a fare gli urletti d'incoraggiamento come le cheerleaders o fai senza?" Chiede arrogante come il suo solito. La amo da morire. Lei e il suo cinismo. Sorrido cercando di nasconderlo il più possibile ma lei si accorge sempre di tutto.

È Riccia a fare un passo. Si baciano.

Sento il suo respiro sul mio orecchio "Siamo schifosamente cadute in basso se ci mettiamo a fare Cupido per gli altri" mi fa ridere questa sua giusta e inopinabile osservazione.

Mi giro tra le sue braccia per guardarla negli occhi "A volte serve qualcuno che ti dica che cosa fare" rispondo seriamente mentre le accarezzo il viso "Saray.. ci ha aiutato entrambe e questo lo sai" lei annuisce confermando silenziosamente quello che ho sempre saputo. Siamo sempre state in tre. Io, lei e la nostra terapista di coppia. Mi sorride come se stesse pensando lo stesso. Appoggia la fronte contro la mia e mi stringe a sé con la paura che tutto potrebbe improvvisamente andare a rotoli "La parte più difficile è accettare di provare qualcosa" sussurro più a me stessa che a lei.

"Impossibile.. visto chi siamo" mi sussurra mentre entrambe ci rilassiamo, trovando la nostra dimensione "Ma alla fine.." mi sorride maliziosamente. Un sorriso che vuol dire molto.

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