Capitolo 29

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Nell'esatto momento in cui i suoi occhi hanno incontrato i miei ho capito che niente era reale.

Si alza da me con un ghigno stampato sul viso, cosa che mi porta a sedermi sul letto comprendo il mio corpo con il lenzuolo bianco. Mi sento nuda. Il mio corpo e i miei sentimenti sono privi di barriera adesso, sono vulnerabile. La guardo e non posso credere di averci creduto davvero. Mi sono una stupida e una parte di me, quella più irrazionale, crede ancora che lei possa rinsavire e aggiustare la situazione "Zulema mi sembra di averti detto più di una volta che non sono come tutti gli altri.. quindi ciò che dirai e farai adesso cambierà tutto, ti consiglio di pensarci bene"

La vedo rivestirsi con calma come se il suo compito fosse terminato, con lo sguardo di un'arrogante bastarda che ha appena mangiato la sua vittima "Allora vediamo.. mi hai detto che non potevo domarti o sottometterti.. entrambe cose che ho fatto e che mai e poi mai sarei riuscita a portarti a letto.. tre su tre.. se poi contiamo la questione che sono riuscita a baciarti quando ancora stavo con un altro.. direi quattro su quattro.. le tue promesse non valgono poi tanto, Biondina"

Assottiglio lo sguardo sbuffando una risatina isterica "Quindi cos'era? Una sfida? Vedere fino a che punto sarei arrivata prima di crollare? È questo quello che hai fatto?"

Appoggia le mani sul materasso arrivando vicina al mio viso e decisamente troppo vicina alle mie labbra che sento gonfie a causa sua "Ho voluto dimostrarti che tu... Sei esattamente come tutti gli altri" la voglia di tirarla uno schiaffo è così alta che tenermi risulta difficile, ma riesco tenendo le lenzuola nei pugni e mordendomi l'interno della guancia.

"Sai Zulema.. sì, hai ragione.. sei riuscita a fare tutto e mi congratulo. Davvero un bel lavoro" annuisco piano in un mezzo sorrisetto finto mentre vorrei spararle in testa e ballare sul suo cadere immerso in una pozza di sangue sul pavimento "Sai non ho mai pensato che provassi forti sentimenti per me ma credevo che almeno in questo saresti riuscita a portarmi un minimo di rispetto ma.. stiamo parlando di te.. una stronza egoista e non potevi certo perdere un'occasione simile.." rido passandomi una mano sul viso, mi porto i capelli all'indietro, scoprendomi il volto. Prendo atto che tutto è accaduto solo nella mia testa e rincontro il suo sguardo, ghiaccio. Ecco che cosa trasmetto: il gelo "Hai avuto la tua vittoria.. io ci ho guadagnato un buon orgasmo.. tutte soddisfatte.. ora però puoi anche andartene"

Alza le spalle menefreghista e superficiale come è sempre stata "Possiamo sempre rifarlo"

Rido "La differenza tra me e chi di solito ti scopi è che non mi piace essere usata.. hai frantumato l'unica occasione che avevi, congratulazioni" sguscio via dal letto, portando con me il lenzuolo, prendo dall'armadio vestiti puliti con l'intenzione di farmi subito una doccia "Davvero un'ottima giocata"

"Mi lavi via, Bionda?" Mi chiede osservandomi nei dettagli.

"Mi faccio una doccia sì.. ma non per causa tua.. non sei valsa poi molto alla fine dei conti" mi dirigo in bagno con un'indescrivibile voglia di lavare via ogni ricordo di lei e del suo corpo. Lei è rimasta ferma nella stanza, vestita. Sento il suo sguardo addosso e rido appena scuotendo la testa, voglio tornare fuori ciò che sto pensando e lo faccio appoggiandomi alla porta del bagno "Sai? Forse dovrei essere sorpresa o addirittura ferita.. e invece un po' me lo aspettavo. Era come se una parte di me sapesse che tu non puoi fare a meno di mandare a puttane tutto quanto, il mio rapporto con te non fa di certo eccezione.. ti ringrazio"

Non si aspettava che dicessi questo con un tono così calmo che avrebbe spiazzato chiunque. Un tono consapevole. "Per cosa?" Mi chiede mantenendo lo sguardo nel mio.

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