Capitolo 49

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Zulema amava sentirsi desiderata. Ma allo stesso tempo non era abituata a fare lo stesso. Era su un piedistallo sempre, con la cattiva abitudine di considerarsi sempre al di sopra degli altri. Ma quella sera la forzai a scendere dal suo trono per venirmi a riprendere. Gelosa. Era così gelosa che avrebbe ammazzato quel ragazzo davanti a tutti. In un certo senso lo fece con lo sguardo. Il suo bisogno di chiuderci in bagno fu solamente l'inizio di qualcosa di straordinario.

"Che cazzo era quello?" Mi chiede puntando lo sguardo nel mio con un'ira cieca, avanza nella mia direzione come una pantera a caccia. Indietreggio nel vederla così incazzata ma un sorriso soddisfatto è tatuato sulle mie labbra.

"Ballavo" rispondo alzando appena le spalle come se non vedessi il problema "C'è qualche problema?"

A questa domanda lei risponde scattando contro di me. La mia schiena sbatte contro la parete mentre la sua lingua si intrufola nella mia bocca con possessività. Stringe il mio viso al suo e faccio lo stesso. Le sue mani mi stringono il seno e gemo sulle sue labbra, cerco di toccarla ma non me lo permette. Mi volta e il mio viso si appoggia alle piastrelle fredde mentre le sue labbra finiscono sul mio collo. Mi morde. Mi riempie di morsi e segni. Mi lascia una scia di succhiotti marchiandomi. Sono sua, vuole che tutti lo sappiano. Gemo di dolore e incredibile eccitazione "Le sue mani su di te" mi morde e ci passa subito la lingua per alleviare il dolore "Le sue labbra su di te" le sue mani mi stringono il seno e il sedere "Macarena, cazzo" mi spinge contro il lavandino e la sua mano finisce davanti tra le mie gambe. Mi reggo al bordo mentre scosta le mie mutandine "Sei bagnata" mi accarezza con prepotenza "Per lui o per me?"

"Secondo te?" Non rispondo alla sua domanda, cosa che la fa incazzare in una maniera incredibile. Entra dentro di me mentre l'altra mano, si fa strada fra la scollatura e stringe i miei seni.

"Non porti nemmeno il reggiseno" pianta le unghie nel mio seno e gemo. Gemo quasi urlando mentre mi fa sua in un modo così violento e passionale da non riuscire nemmeno a descrivere il senso di eccitazione che mi pervade corpo e anima "Tu sei mia!" Mi morde l'orecchio mentre le dita iniziano a spingere dentro di me. Gemo con la bocca aperta per darle maggiore soddisfazione. Voglio che senta. Voglio che mi senta. "Guardati.. sei solo mia" attraverso lo specchio vedo l'eccitazione di entrambe ma anche la sua rabbia, nessuno le ha mai tenuto testa e questo è il risultato. Mi chiedo come si possa sottostare a una persona che ti dà per scontata, non potrei mai. Voglio che lei si ricordi che esisto anche io. E lo farà. Da adesso in poi. Sono schiava del suo tocco così come lei è schiava dei miei comportamenti. Un rapporto equilibrato.

"Ti ho fatta incazzare?" Le chiedo con il respiro spezzato mentre aggiunge un altro dito e incrementa il movimento. Gemo. Gemo fino a portare la testa indietro appoggiandomi al suo corpo "Sei gelosa?" Le continuo a chiedere mentre nella mia testa ci sono soltanto le sue mani che mi stanno toccando ovunque.

"Gelosa è riduttivo" mi sussurra lasciandomi una scia di baci che hanno l'amaro sapore della rabbia. La sua lingua. I suoi denti. Il suo respiro affannato ed eccitato per vedermi così prostrata ai suoi piedi. I miei occhi guardano il nostro riflesso. Vedo la chimica, passione e rabbia. Un meraviglioso quadro che ci contraddistingue. Siamo fuoco e dinamite. Siamo bellissime. Continua a spingere e nel momento in cui le mie pareti iniziano a stringersi "Hai mai provato la sensazione di un orgasmo interrotto?" Chiede e la paura che possa farmi questo mi pervade. So che me la farà pagare e inizio a chiedermi se proprio questo sarà il modo "È come ingoiare un tizzone ardente, totalmente frustrante e al limite della pazzia. Il corpo sente l'esigenza di esplodere ma non lo fa e tutta quell'attrazione sessuale, la tensione che senti resta totalmente insoddisfatta rimanendo a circolare nel tuo corpo. È una tortura.. una sorta di.." sfila le dita e manco totalmente l'orgasmo "Punizione"

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