Capitolo 32

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MACARENA

Due fari accesi contro di me è l'unica cosa che vedo prima di essere spinta via di lato all'ultimo momento. La macchina passa velocemente mentre rotolo via dalla strada. Sento male a tutto il corpo per la caduta ma serebbe andata molto peggio se non fosse stato per Lei. Alzo la testa e la vedo poco distante da me. La raggiungo mentre controllo preoccupata se sta bene. I nostri sguardi si incontrano, entrambe con il fiatone e lo sguardo perso. Nel buio della strada non vedo nulla ma sento che il suo cuore potrebbe a momenti saltarle fuori dal petto "Zulema.. il tuo cuore.."

"Ho avuto paura, cazzo" mi dice con il fiatone, passandosi nervosamente la mano tremolante sul viso.

Rido appena "Zulema Zahir non ha paura di nulla" Sbuffa e alza lo sguardo al cielo. Sta male. Non mi sta prendendo in giro "Zulema" le richiamo guardandola negli occhi seria e decisa "Sto bene.. okay?" Mi avvicino a lei "E tu?" Le chiedo altrettanto preoccupata.

"Sto bene, Bionda, ma sono atterrata sulla spalla" il mio sguardo ci cade sopra e vedo la ferita riaperta "Quando la prossima volta ti urlo di fermarti.. fallo" aggiunge con un tono severo, rialza subito i suoi muri e indossa le sue maschere. Ho visto per un attimo la sua vera debolezza e poi è tornata da stronza di sempre. Difficile stare dietro ai suoi repentini cambiamenti d'umore.

"Non credevo che ti riferissi a questo" le dico quasi mortificata.

Il suo sguardo cade sul mio braccio "Sei ferita" Mi guardo e vedo un lungo taglio di cui non mi sono minimamente accorta, dal quale esce un po' di sangue.

"Almeno so che tu davvero non c'entri" rido appena tirandomi su in piedi e aiutando lei a fare lo stesso "Oppure hai deciso di farci fuori insieme"

"Sì, esatto, mi hai beccata.. come Romeo e Giulietta.." commenta ironica, trovo divertente il fatto che abbia preso ad esempio una tragedia romantica "Andiamo.. ho la macchina poco più avanti"

"Come sei riuscita a guidare da sola?" Le chiedo confusa.

"La verità? Non ho mai avuto problemi a guidare.. mi piaceva averti intorno" saliamo a bordo e lei si mette alla guida.

"Wow.. non c'era proprio assolutamente niente di vero.." commento acida mentre mi allaccio la cintura.

"Sì.. anche qui mi hai beccata" risponde con lo stesso tono ironico e cinico di prima "Non ne sbagli proprio una eh"

Guida fino a casa, percorso nel quale restiamo in totale silenzio.

Quando rientriamo, lei prende la cassetta del pronto soccorso. Faccio per prendergliela ma lei mi dà un leggero colpetto sulle mani "Io curo te, così poi tu cuci me"

"So farlo benissimo anche da sola" le dico scocciata "Non ho bisogno di te"

I nostri sguardi si incontrano, sono più arrabbiata con me stessa che con lei ma prendermela con Zulema è decisamente più facile "Lo so" mi fa sedere sullo sgabello della cucina "Ma voglio farlo io, quindi stai zitta" eseguo l'ordine e ne approfitto per osservarla. Mi piace da morire guardarla, il modo in cui prende del cotone e lo inzuppa con il disinfettante. Tutto così elegante.

Le sue dita mi tengono il braccio e poi lo passa sulla ferita, pulendola. Ogni tanto gemo di dolore e stringo i denti. Appoggia il cotone su un punto dove seriamente mi fa più male e d'istinto le afferro il braccio senza stringere. Lei si ferma di colpo e mi guarda negli occhi. Lascio subito la presa "Scusa"

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