Capitolo 63

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Ricordo il rientro a casa come un gigantesco pugno allo stomaco. Lei era fatta così. Amava il brivido ed era amante del pericolo. Non avrei mai dovuto pensare che potessi cambiarla perché certe cose semplicemente non si possono cambiare. La amavo nonostante tutto e quel nonostante.. si stava rivelando un gigantesco pericolo per entrambe.

Varco la soglia incazzata come mai prima d'ora, ho bisogno di calmarmi ma non ci riesco. Non ce la faccio. Attraverso tutto il piano con l'intenzione di sedermi in veranda per osservare il mare. Ho bisogno di quella sensazione di libertà e pace come non mai. Ma Saray, compare proprio davanti a me con un sorriso talmente finto da rischiare di scambiarlo con una paralisi "Ehi Bionda"

Mi basta uno sguardo più attento per capire "Risparmia fiato, come minimo lei ti ha già chiamata" la sorpasso ed esco. Lei mi segue, sento i suoi passi alle mie spalle.

"Ha tutta la situazione sotto controllo" le sento dire la cazzata più grande del mondo.

Mi giro di scatto con gli occhi lucidi. Non ho alcun controllo delle mie emozioni "Come aveva Hierro sotto controllo?" Punto lo sguardo nel suo, nervosa e tesa. Preoccupata e terrorizzata. Lei abbassa lo sguardo e silenziosamente mi dà ragione "Mi vuoi prendere per il culo, Saray?" Le chiedo spalancando le braccia. Quei corpi. Quelle immagini. Quel sangue "Lei non ha niente sotto controllo" aggiungo rassegnata e delusa.

Gli occhi della gitana tornano nei miei "Lo sai che è difficile da ammazzare, meglio di chiunque altro.."

Scuoto la testa sentendo il livello di nervoso crescere sempre di più, la rabbia scorre nelle mie vene più densa del sangue "Taci.." le rivolto le spalle. Mi aggrappo alla ringhiera in legno, piantandoci le unghie. Digrigno i denti mentre chiudo gli occhi con forza nella speranza di risvegliarmi da questo gigantesco incubo.

"Lei è spericolata, ama questa vita fuori dalla normalità.. ha bisogno del rischio" continua a giustificarla con questo modo di fare del cazzo. È sempre stata poco obiettiva quando si parla di Zulema ma mai avrei pensato che l'avrebbe felicemente accompagnata al patibolo solo perché così la può appoggiare nelle sue decisioni del cazzo.

Esco letteralmente fuori di testa e nel rivoltarmi verso di lei sfogo ogni cosa "Saray, porca troia! Ma tu non ti rendi conto? Non posso rischiare di perderla!" Urlo. Urlo di rabbia mentre le lacrime ormai scendono senza controllo. Ho perso il controllo.

"Perché?" Mi chiede alzando i toni, forse sentendosi aggredita.

Lo urlo. Non riesco più a tenermelo dentro "Perché io la amo!"

Ricordo quell'urlo pieno di disperazione. La amavo. Ne ero cosciente. Era tutto per me e io la stavo perdendo non più per causa mia, ma per causa sua. Quelle immagini dei cadaveri abbandonati nei vicoli più malfamati in mezzo alla spazzatura erano reali, incise nella mia mente e sapevo che sarebbe stata la prossima. Non ne sarebbe mai uscita. Il nemico era troppo forte, troppo grande e sapevo che non era pronta. Non ne aveva i mezzi. Urlai disperatamente che amavo quella figlia di puttana e fui lieta che davanti avessi Saray. Lo rese più facile, in un certo senso.

Saray mi guarda senza parole, con lo sguardo sgranato e si passa una mano sulla nuca "E.. a lei glielo hai detto?"

Deglutisco a fatica mentre ritrovo quel briciolo di controllo necessario per asciugarmi il viso e abbassare i toni "Non.. così apertamente" mi avvicino alla gitana scuotendo la testa, voglio che capisco che non è vigliaccheria e non sto esagerando per niente "..se le dovesse succedere qualcosa Saray.. non posso gestirlo" scuoto la testa e sento le lacrime tornare, mi offuscano la vista e sono costretta a voltarmi per nascondermi il viso.

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